Capitolo 29

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28 marzo 2013

Ore 7.52

Lukas si svegliò, frastornato. Era steso sul letto della camera, completamente nudo e riverso sul ventre. Sua sorella lo stava chiamando, ferma sulla porta.

«Uhm, cosa?» gorgogliò con la bocca impastata.

Stella sbuffò. «Datti una mossa, Lukas! Siamo in ritardo!»

«Eh?»

«Sono quasi le otto!» gridò, stizzita.

Il ragazzo si stropicciò gli occhi e aguzzò la vista controllando la sveglia. Segnava le otto meno sette. «Merda!» grugnì saltando in piedi.

«Cazzo, Lukas, copriti!» esclamò sua sorella voltandosi dall'altra parte.

«Oh, scusa», borbottò lui mentre afferrava i jeans malamente riposti sulla sedia della scrivania e ci saltava dentro rischiando di perdere l'equilibrio.

«Muoviti», ripeté Stella e sparì di sotto, per recuperare lo zaino. «Ti aspetto in macchina.»

Lukas s'immaginò uscire di casa e salire sul pick-up Volkswagen e a quel punto mormorò una seconda volta: «Merda.»

«Cosa?»

«Non posso accompagnarti.»

Stella riapparve sulla porta. «Cosa? Perché?»

«Il Volkswagen», disse Lukas.

«Quindi?»

Lukas tentennò. «È... ancora... sì, insomma, ieri sera sono tornato tardi e non sono andato a riprenderlo. È ancora a riparare.»

Stella scrutò il fratello con rabbia adolescente. «E quando avevi intenzione di andare a riprenderlo, di grazia?»

«Pensavo di andarci stamattina, ma...»

«Dormivi, vero?» sottolineò la ragazza. «Magari se tornassi a casa prima e dormissi di più... ti sveglieresti in orario, ogni tanto.»

«Oh, smettila, peste!» brontolò Lukas. «È la prima volta che succede!»

«Come no», replicò piccata la sorella. «E comunque ieri sera dove sei finito? Non tornavi più: io sono andata a letto e la mamma...»

«Lo so. Si è addormentata sul divano. L'ho vista quando sono rientrato», terminò Lukas, immaginandosi sua madre, mezza addormentata sul sofà.

Stella attese la risposta invano. «Allora?» incalzò.

Lukas ci ripensò e infine rispose con un generico: «Ero in giro.»

«In giro?» gli fece eco Stella.

«Già, in giro.»

Stella sbuffò e scese in fretta le scale. «Dovrò prendere l'autobus», disse. «E arriverò in ritardo!»

«Mi farò perdonare. Ti comprerò una torta gigante, sei contenta?» gridò Lukas in risposta.

«No, niente torta», replicò Stella. «Piuttosto, inventati un modo per farmi mangiare tutto ciò che voglio senza ingrassare, altrimenti non entrerò più nei miei vestiti!» e richiuse la porta, correndo alla fermata del bus.

Pochi secondi dopo Lukas scese altrettanto di fretta e uscì di casa richiudendo la porta a chiave, percorse il vialetto, quindi andò giù lungo il marciapiede, dalla parte opposta rispetto a sua sorella che si allontanava alle sue spalle, verso la pensilina dell'autobus. Corse per diversi isolati, fermandosi solo per far passare le auto agli incroci, infine arrivò all'officina dell'elettrauto ed entrò. Si appoggiò al bancone per riprendere fiato e l'amico che l'aveva intravisto, si allungò verso la cassetta delle chiavi e recuperò agilmente quelle del Volkswagen di Lukas.

E le tenebre scesero sopra FriburgoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora