14 aprile 2013
11.25
Stella sentì suonare alla porta e mentre correva giù dalle scale, si fermò di fronte all'entrata, abbassò la maniglia, lasciando il paletto infilato, e aprì. Sbirciò fuori e vide un uomo alto e ben piazzato, infilato in un pesante giaccone scuro. Aveva un'aria piuttosto cordiale, ma il volto era un po' tirato e la barba incolta faceva pensare che ultimamente fosse stato occupato a fare altro, piuttosto che prendersi cura del proprio corpo con un intento disinteressato.
«Buongiorno», esordì con voce calda. «È qui che abita Lukas Wolfe?»
Stella fissò le labbra dell'uomo che si curavano all'insù e annuì. Non disse nulla e continuò a scrutare lo sconosciuto.
«Posso parlare con lui, per favore?»
La ragazza non parlò: le sembrava di trovarsi di fronte a un professore esageratamente avvenente che la stava interrogando su una materia che lei non conosceva.
«Allora, posso parlare con lui, signorina?» chiese in tono scherzoso l'uomo, nel tentativo di mettere a proprio agio la giovane.
«Chi è?» chiese una voce alle spalle di Stella.
Lo sconosciuto notò una donna, poco più che quarantenne, che si avvicinava alla porta e guardava fuori, in tralice. «Buongiorno», ripeté, mostrando lo stesso mezzo sorriso.
«Buongiorno», replicò la donna.
«Chiedevo se è qui che abita Lukas Wolfe?» domandò una seconda volta l'uomo.
«Cos'ha bisogno da mio figlio?»
L'uomo fece un passo indietro.
Margit lo fissò con ostinazione e spinse da parte Stella che si defilò senza troppo resistere alla madre.
«Volevo parlargli.»
«Perché?»
L'uomo indietreggiò ancora; si era immaginato quella conversazione del tutto diversa. Aveva creduto che, una volta suonato il campanello, l'uomo di casa sarebbe venuto ad aprire, in questo caso Lukas, e invece c'era Margit dall'altra parte.
«È molto che lo conosco, ma... non ho avuto occasione di incontrarlo negli ultimi anni. Volevo soltanto fargli un saluto veloce. Magari lui si ricorda...»
La voce di Lukas veniva dall'alto, dalla sua camera, e chiamava sua madre. Voleva sapere chi ci fosse alla porta. «Un momento», disse la donna prima di voltarsi ancora a studiare il profilo scarno dello sconosciuto. C'era qualcosa di familiare in quel volto, qualcosa che sotto le rughe degli anni, i capelli lunghi e la barba incolta sarebbe potuto comparire all'improvviso, ma Margit non riuscì a capire: il vero viso di quell'uomo era troppo ben nascosto ai suoi occhi.
Richiuse l'uscio di casa mentre Lukas scendeva le scale e in trenta secondi gli disse dello sconosciuto che era un suo vecchio amico e che voleva salutarlo. Lukas fece tanto d'occhi e rifletté un istante. Nessuno gli aveva telefonato per dirgli che sarebbe passato a trovarlo e neppure ricordava qualcuno simile all'uomo che stava dall'altra parte della porta.
«Buongio...», lasciò il saluto a metà quando spalancò l'entrata. Dall'altra parte non c'era più nessuno. L'uomo era scomparso perciò Lukas e Margit si ritirarono nel vestibolo e lì rimasero per qualche istante, facendosi domande l'un l'altra riguardo quella misteriosa figura.
«Sicuro che non lo conoscevi?»
Lukas rise. «Mamma!» esclamò. «Non l'ho neanche visto in faccia ed era già scomparso!»
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E le tenebre scesero sopra Friburgo
Người sóiNella cittadina di Friburgo in Brisgovia, ai margini della Foresta Nera, improvvisamente un misterioso animale all'assalto inizia la sua carneficina, mese dopo mese. Nessuno crede più alla favola del lupo cattivo, eppure pare che questa volta, a fur...