25 maggio 2013
Ore 23.42
Il cadavere che Mark e Johann trovarono non era diverso dagli altri che avevano visto in quei mesi. Anche quest'ultimo aveva il volto sfigurato, gran parte delle ossa rotte, masticate e rosicchiate fin quasi al midollo, brandelli di carne ancora appesi a ciò che rimaneva dello scheletro, i vestiti stracciati e macchiati di sangue. Ciò che rimaneva di quello che era stato un essere umano, qualche ora prima, giaceva nella consueta pozza di sangue coagulato che sporcava un piccolo appezzamento di terra sotto una grande quercia al centro di un campo.
«E pensare che la strada era soltanto lì», interloquì all'improvviso Bauer, voltandosi a guardare la colonna di veicoli fermi sulla statale. «Possibile che nessuno abbia visto nulla?»
«L'unica che abbia visto qualcosa è una prostituta che aveva terminato il servizietto a un cliente», replicò Johann.
«E scommetto che non ci può aiutare, vero?»
Völler fece un cenno con il capo al collega. «È quella là», e così dicendo, indicò una ragazza di nemmeno vent'anni, con la faccia da bambina, minuta e ricoperta dall'enorme giaccone del poliziotto che le stava parlando.
I due tenenti si avviarono verso l'agente che teneva in custodia la ragazza. Quando furono da lui, lo congedarono e si fermarono con la giovane per farle le domande di rito.
«Io non ho visto nulla», sentenziò la ragazza incrociando le braccia. Accavallò le gambe in una posa sexy, appoggiandosi alla staccionata e scrutò con aria scettica i due uomini che le stavano di fronte.
Bauer e Völler si scambiarono un'occhiata. «Potrei mentire», esordì Mark, «e dirti che è la prima volta che sento una sciocchezza simile.»
«È la verità!» esclamò lei, piccata. «Ho solo trovato il corpo. Non ho visto nient'altro.»
«Sicura?» s'intromise Johann. «Qualunque dettaglio potrebbe essere importante.»
La ragazza alzò gli occhi al cielo, fingendo di rimuginare su qualcosa, ma poi ripeté le medesime parole.
«D'accordo dolcezza», riprese Mark sedendosi accanto a lei. «Se preferisci possiamo andare in centrale e chiarire il motivo della tua presenza qui, oppure se riesci a spremerti un po' le meningi per noi e a ricordare qualcosa, sarebbe uno sforzo gradito.»
«Non ho fatto niente! Perché mi volete portare via?»
«Andiamo, andiamo... facci un piccolo favore, ok?» insisté Mark. «Come ti chiami?»
La giovane alzò gli occhi e guardò il tenente. «Rita.»
«D'accordo Rita, il mio collega ed io non siamo qui per metterti paura», spiegò Bauer. «Presumo tu abbia letto i giornali in questi ultimi mesi, o se non quelli, almeno avrai dato un'occhiata alla TV, no?»
Rita annuì.
«Perfetto», sorrise Mark. «Quindi capirai perché siamo sospettosi e perché la facciamo più difficile di quel che sembra.»
«Ovvio», fece la ragazza con una punta di orgoglio nella voce.
Bauer annuì di nuovo. «Allora prova a darci una mano anche tu.»
Johann assistette alla scena in silenzio e restò meravigliato per l'ennesima volta dal tatto che Mark mostrava nei confronti dei testimoni, qualcosa che a lui era quasi sempre mancato.
«Io non ho nulla contro di te, Rita, ma pensaci un secondo, intesi? Hai visto cosa c'è là dietro?» chiese Bauer indicando con il pollice una zona imprecisata di campo accanto all'enorme quercia.
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E le tenebre scesero sopra Friburgo
Hombres LoboNella cittadina di Friburgo in Brisgovia, ai margini della Foresta Nera, improvvisamente un misterioso animale all'assalto inizia la sua carneficina, mese dopo mese. Nessuno crede più alla favola del lupo cattivo, eppure pare che questa volta, a fur...