1. The first day

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LENA

La sveglia iniziò a suonare. La presi e la lanciai contro il muro, con la forza ferrea di un bradipo.Continuò a suonare e sbuffai, alzandomi contro ogni mia singola voglia. È il momento di ricominciare la solita routine, apriamo le danze per ripeterle fino al nove di giugno. Se non a metà a luglio,alla fine degli esami.

Trascino i piedi fino al bagno stiracchiando le braccia in alto e sbadigliando. Mentre lavo i denti sento i mille messaggi che arrivano sul mio telefono in lontananza, chiudo gli occhi e immagino già le mille richieste del preside per il primo giorno.

Lena, sarei felice se facessi il giro della scuola, dei laboratori e della palestra ai nostri pupilli! io che gli dico di sì, ma che ho bisogno di un supporto da parte di qualcuno, e lui che risponde Ma quale supporto! Sei una ragazza forte e sei capace di gestire un centinaio e passa di studenti! e così iniziava ogni mio anno scolastico e lo stress.

Sputo e sciacquo la bocca. Torno in camera, dopo aver indossato l'intimo, e mi vesto con dei semplici jeans neri a vita alta, la maglietta bianca dei Rolling Stones infilata nei jeans e le Puma nere ai piedi. Mi trucco leggermente, un po' di cipria,un contorno di eyeliner sugli occhi e del mascara sulle ciglia. Non c'era bisogno di mettersi tre kili di trucco sul proprio viso, non stavamo andando ad una serata, eravamo a scuola e non in un night. Me lo ripeto ogni secondo, cercando di formulare il miglior lessico per quella mattina e per il resto dell'anno.
Sciolsi le trecce fatte il giorno prima e sistemai i riccioli con le mani. Misi gli occhiali da vista, afferrai lo zaino e il telefono. Mi guardai un attimo allo specchio e feci un grosso respiro, stava per ricominciare tutto da capo ed io ero sia pronta ed ansiosa.

Scesa in cucina, salutai la mia famiglia e diedi un bacio sulla guancia alla mia abuelita.
«Mama, dimmi che hai preparato il pranzo che piace a me» abbracciai mia madre da dietro e lei ridacchiò.
«Nena, è sul mobiletto vicino la porta. Giornata impegnativa oggi?» Mi chiede una volta staccata da lei.
«Se per impegnativa intendi fare il giro della scuola con cento nuovi studenti del primo anno,dalle otto del mattino fino le due del pomeriggio,si mama, sarà una giornata impegnativa» sospiro,andando verso la porta per prendere il mio pranzo.
«Hasta Luego familia» saluto per poi uscire da casa e iniziare a camminare per raggiungere scuola.

Durante il tragitto misi le cuffie facendo partile i brani di Spotify. Averlo taroccato è una grandissima cosa. Niente pubblicità,niente pagamenti, niente giga di Internet sprecati. Era il massimo.
Lessi i messaggi che mi arrivarono questa mattina e come previsto la maggior parte erano del preside e delle sue vicarie,le sue serpi di vicarie. Erano una peggio dell'altra,con il ciclo trecentosessantacinque giorni all'anno. Non potevi fare affidamento su di loro, tanto che Hitler sarebbe stato più utile ogni qual volta che succedevano casini. Si scherza ovviamente.

Sospiro una volta arrivata a scuola. Mi guardo intorno e noto un ammasso di persone all'entrata della scuola. I ragazzi del primo anno con i propri genitori,un classico.
«LENA BENENAAAAAAAA» delle voci alle mie spalle urlano la più grandissima presa in giro del mondo. Scuoto la testa divertita e mi giro, vedendo i miei migliori amici venirmi incontro.
«My name is Lena,Lena Banena» sorrido a loro,imitando l'attrice di AHS (american horror story) per poi abbracciarli forte.
«Hola chica, te veo muy bien!» Julian cerca di parlare la mia lingua.Ammetto che è molto migliorato rispetto agli anni precedenti ma essendo americano, l'accento marcato si sentiva troppo. Apprezzo il suo gesto e lo abbraccio,mi è mancato e non abbiamo avuto la possibilità di vederci in questi tre mesi. Io sono dovuta partire con la mia famiglia e Kayla,la mia migliore amica,per Spagna e Italia. Lui ha dovuto lavorare a Pasadena per poter racimolare soldi per il college. Come tutti gli altri,me e Kayla incluse.
» Com'è stato il viaggio? Hai trovato qualcuno,Nena?» Julian abbassa e alza le sopracciglia.
«Tutti quelli che le piacevano o erano fidanzati o erano al cento per cento gay» Kayla mise un braccio intorno le mie spalle e mi strinse a lei. Dovevamo disintossicarci una dall'altra,e due giorni erano abbastanza senza di lei. Anche troppi direi.
«Gay? Se l'avessi saputo prima sarei venuto anche io» mi giro di scatto e vedo Gabriel. Mi stacco da Kayla e gli salto in braccio,stringendolo a me. Dio mi era mancato tantissimo. Per tre mesi ci sentivamo di rado, qualche video chiamata,qualche SMS e stop. Stringe di più la presa e mi bacia la guancia.
«Hola nena» sussurra e io faccio di più per stringerlo.
«Hey mora,non me lo consumare che mi serve ancora» mi stacco,sentendo la voce di Fred. Io e Gabriel ridiamo insieme e divertiti, dal finto sguardo omicida di Frederich. Alzo le mani in segno di finta difesa e mi allontano ridendo da Gabriel.
«Allora, senorita, cosa abbiamo in servo per quest'anno?» Julian mi fa la fatidica domanda di ogni inizio anno. Alzo le spalle e mi ricordo che il preside mi sta aspettando nel suo ufficio.
«Chicos, ci vediamo a ricreazione se sono ancora viva! Adios» gli saluto con un cenno della mano e mi incammino verso l'entrata.

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