LENA
Tornata a casa,andai in cucina. Buttai giù almeno tre bicchieri di acqua fredda. Dovevo calmarmi,o Kayla non sarebbe più esistita sulla faccia della Terra.
Sospirai,e mi tolsi le scarpe dai piedi. Appena poggiati sul pavimento fresco,ringraziai il signore per aver dato alla luce il freddo.
«Mademoiselle Sosa, tutto bene?» Pierre entrò in cucina. Aveva il suo solito abito elegante,il viso preoccupato e un tovagliolo bianco sul braccio. Ricordava un po' Charlie Chaplin,con quei suoi suoi occhi scuri,il baffetto dritto e quei capelli neri portati un po' sù con il gel.
«No Pierre...va male,anzi malissimo. Quest'anno sta diventando un peso,pensavo che sarebbe stato divertente fare l'ultimo anno di liceo...ma invece,le persone a cui tengo si rivelano dei grandissimi figli di puttana» mi sedetti sullo sgabello dell'isola e sospirai. Pierre avanzó verso di me,asciugando le lacrime con il suo tovagliolo.
«É successo qualcosa, Mademoiselle?»gli raccontai di Gabriel che parlava con Luke al telefono,e di Kayla che era una continua frustrazione per me.
Sospirò,e mi passò una busta per lettere beige.
Per Lena, c'era scritto in nero sul retro. Non riconobbi la grafia,ma era un corsivo un po' strano. Guardai Pierre.
«Chi la manda?»
«Una persona a lei cara. In camera sua c'è un pacco, era troppo grande e pesante per riportarlo giù» e dopo,se n'è andò dicendo che aveva un sacco di cose da fare. Quanto mistero oggi.
Guardai la busta e la aprì. Presi il biglietto al suo interno,e sorrisi come una scema. Avevo capito chi la mandava.Amo i solitari,
i diversi
quelli che non incontri mai.Quelli persi,
andati,spirati,fottuti.Quelli con l'anima in fiamme.
L.
Sorrisi di nuovo,come una stupida mentre salivo le scale ed andavo in camera. Dopo una giornata di merda,una piccola resurrezione da parte di Luke mi serviva. Certo,avrei preferito averlo qui a casa,ma mi accontento.
Aprii la porta della stanza e sospirai. Che mattinata stancante è stata quella di oggi,pensai ad alta voce. Posai la busta sulla scrivania,e con una puntina attaccai il biglietto sulla bacheca.
Stavo togliendo la giacca,quando qualcuno mi fece prendere un mezzo infarto.
«É sempre un piacere vederti spogliare, Lena» mi girai,e lo vidi. L'angelo in nero,con quei suoi ricci biondi e gli occhi azzurri. Il suo sorriso bellissimo il quale non riuscivo a togliermi dalla testa. La sua altezza,che mi faceva sentire così bassa. Ma soprattutto,lui che dopo un mese si fece finalmente vivo ed era di nuovo qui,da me e con me.
«Luke...» magari era stupido,ma sentivo che dovevo piangere per la felicità. Ero arrabbiata con lui,per come mi aveva trattata, ma dopo una giornata lunga e andata completamente a merda,era l'unica persona che mi andava di vedere. Volevo andare da lui,ma mi fermò al primo passo che feci.
«Lena ascolta...sono un figlio di puttana,nonostante mia madre sia una persona dolcissima. Io..io non sono un romantico o un poeta,non sono una persona che si innamora e ti riempie costantemente di: amorino mio,cucciolino o trottolino amoroso dadadu dadada» rise,e io insieme a lui. Si riferiva sicuramente alle due coppie del nostro gruppo. «Sono un lupo solitario,non sopporto nessuno se non Michael,Crystal e te...e a volte anche i tuoi amici,ma preferisco starmene per fatti miei. Baciarti da una parte è stato sia eccitante che un errore. Non ti sto a spiegare il perché,ma non sono mai stato così tentato da una ragazza da..»
«Da Mayla...Luke io posso capir-» mi fermó subito. Fu lui ad avanzare verso di me.
«Non so cosa vuol dire avere una ragazza,essere innamorati di nuovo o persino condividere la propria vita con qualcunaltro. Non ti aspettare regali,cene romantiche,ti amo o altra spazzatura, perché se iniziassi a fare queste cose mi sentirei un'altra persona.
«Non pretendo che tu mi perdoni subito,ma almeno ci sto provando a tornare un tuo amico.» sospirò infine,andando verso il letto e sedendosi sopra. Mi resi conto solo ora,che tra le mani aveva un fiore. Era un'orchidea,bianca e così delicata. Andai verso di lui e mi sedetti al suo fianco. Misi una mano sulla sua spalla e sorrisi. Era l'unica persona sincera in questo momento per me.
«É per me?» mormorai, lui annuì e me la passò. Gli diedi un bacio sulla guancia,mi alzai e misi il fiore sul davanzale della finestra. Era davvero bella,il vasetto in cui stava era di color Tiffany chiaro, come una parete della mia stanza. Mi piaceva questo di Luke,si ricordava ogni singolo particolare di me.
«Luke...mi dispiace anche a me per tutto. Ma ho avuto tempo per lasciarmi il passato alle spalle,e pensare ad adesso. Ti ho parlato di un mio amore,e forse dovresti sapere ogni cosa» ero pronta. Ora,mancava solo la sua reazione.
Due sarebbero state le opzioni:
1.Lui se ne sarebbe andato,lasciandomi...ma stavolta per sempre.
2. Sarebbe rimasto,e avrebbe ucciso Robert.
«Sono a tua disposizione» sospirai,e mi stesi sul letto. Venne giù anche lui. Eravamo uno accanto all'altro,sul fianco e ci guardavamo.
Mentre gli parlavo di quello che era successo nel corso del tempo,fine ad un mese fa con quel demente del mio ex,Luke mi guardava costantemente senza mai distogliere lo sguardo da me. Ogni qual volta che mi vedeva in difficoltà,stringeva il mio fianco con la mano facendomi subito calmare.
Poi si stese a pancia in sú,e automaticamente portai il mio corpo accanto al suo. Misi la testa sul suo petto e,non sapendo come l'avrebbe presa,a fatica posai la mano sopra la sua pancia. Lui non ebbe lo stesso timore,ma automaticamente iniziò ad accarezzarmi i capelli. Mi rilassai così tanto,che continuai a raccontare la storia con le informazioni più utili. Gli dissi anche della nostra prima volta.
«Almeno una cosa la faceva bene? O c'è l'aveva così piccolo che non ti ha tolto la verginità?» il ragazzo si meritò un pizzicotto gratis. Fece la finta e ritornai alla mia posizione di base.
Arrivai al punto fatidico...Luke si alzò di scatto e mi guardò.
«Dimmi che scherzi» scossi la testa. Diede un pugno sul letto e grugnì,ora era arrabbiato di brutto. «Bastardo figlio di puttana. Come cazzo fai a lasciare una come te!? Cioè, porca puttana Lena io ti scoperei ogni giorno ad ogni fottuta ora.» inutile,Luke il romanticismo lo trovava così. Arrossii e morsi il labbro. Mi erano mancate le uscite alla Luke Hemmings.
«Scusa,a volte non controllo i miei ormoni»
«Non ti ho mica detto che mi dà fastidio» mi guardò,e nei suoi occhi scattò una scintilla. Pareva simile a quella di un mese fa,nella tavernetta mentre mi teneva schiacciata contro il muro. Ma,onestamente,avrei preferito non baciarlo.
Avevamo deciso di mantenere un rapporto di amicizia,e sinceramente baciarci per,poi,non vederci per un mese, non era una cosa sana. Sospirai,rimettendomi stesa. Dopo un po',anche lui ritornò alla base e mi rimise di nuovo su di lui. Mi piaceva anche questo di Luke.
«E ora? È ancora convinto che tu tornerai da lui a braccia aperte?» mi sollevai un po',in modo da mettermi a pancia in giù e con gomiti sul letto.
«Due settimana fa ho avuto il coraggio di andare da lui,ma soltanto perché sarebbe mancato una settimana. Sono andata a casa sua con Crystal e Gabriel-sapendo delle chiavi di riserva sotto lo zerbino,e il suo codice di allarme- e presi tutta la mia roba. In poche parole, abbiamo svaligiato una casa.» ridacchiaii, al ricordo dei ragazzi che cercavano di chiudere più scatoloni possibili e alla faccia,che una settimana dopo,Robert mi fece appena rientrato a scuola. Era troppo convinto di cose inesistenti.
«Ah,Crystal. Quella non mi dice mai niente»fece l'offeso.
«Luke,tra ragazze l'amicizia è ben diversa. Mentre voi vi dite anche le posizioni in cui scopate,noi siamo persone più riservate»
«Non proprio. Io fantastico anche su come scoparla una ragazza» disse fiero il ragazzo.
«Non ho i miei dubbi Luke» mi venne in mente il giorno del nostro bacio,e la sua battuta con i muri.
«Sai cosa vorrei ora?» quando diceva così,non era sempre un buon segno. Scossi la testa e lui sorrise ghignando.
«Un bel pomp-» lo pizzicaii di nuovo e lo picchiai col cuscino,una volta che mi alzai in ginocchio sul letto. «DAI,SCHERZAVO!» Afferrò il cuscino e lo buttò dall'altra parte della stanza,facendomi finire sopra di lui con le mani ai lati della sua testa. A pochi centimetri dalle sue labbra,il suo respiro mi sfiorò il viso.
Sentivo il battito cardiaco aumentare,ogni secondo che lui guardava prima i miei occhi e poi le labbra,ingoiando groppi alla gola a gogò. La stessa emozione di un mese fa,la provai in quel momento ma questa volta più forte.
Dopo un mese,tutto questo non faceva affatto bene. Come io ero frustrata,anche lui lo era. Ma si sa,che i maschi lo sono più delle ragazze.
Luke chiuse gli occhi leggermente e sospirò,poi mi riguardò. Mise una mano sulla testa e me la posò sul suo petto.
«Non di nuovo...va bene?» annuii senza dir nulla e mi sistemai meglio col corpo,in modo da non schiacciarlo. Prima tolsi il telefono dalla giacca,e subito dopo essa. Mi rimisi sul fianco,riappogiai la testa sul suo petto...ma questa volta gli cinsi la vita con un braccio.
Luke mi strinse a sé, iniziando ad accarezzarmi i capelli. Mi rilassai,e chiusi gli occhi. Ormai non c'era niente che potesse preoccuparmi o farmi arrabbiare...stavo con lui e questo aveva la priorità su tutto quanto.
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Youngblood
Fanfiction[COMPLETA] Le sue carezze, i suoi baci. I brividi sulla pelle, le farfalle nello stomaco. I respiri affannosi, gli occhi che si perdevano. Avevano scelto di stare insieme, non per passatempo, ma perché si amavano davvero. Avevano scelto di rischiar...