18. What happen?

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LENA

La mattina dopo, arrivò senza prolungamenti.
Mi alzai dal letto con un sorriso stampato in faccia,la sera prima fu un successone.
Dopo il nostro chiarimento,Luke rimase da me a cena e anche per dormire. Infatti,il biondo era ancora in un sonno profondo nel mio letto. Mi piaceva un sacco quando rimaneva a dormire da me,la mattina era sempre un piacere averlo nel proprio letto.
Quella mattina di novembre,mi svegliai con un'anima nera: avevo voglia di vestirmi di nero.
Dopo una doccia calda,ed aver indossato dell'intimo nero, aprii l'armadio cacciando un paio di jeans neri e una maglia corta dell'Adidas altrettanto nera. Una volta indossati i vestiti,e le scarpe -sempre nere ed Adidas,sono fissata lo so- tornai in bagno ad asciugarmi i capelli,questa volta li lasciai al naturale,non mi andava di passare la piastra.
Finito ciò,e lavati i denti,mi truccai un po' con del fondotinta e del mascara. Applicai soltanto del burrocacao sulle labbra,e tornai in camera per sistemare lo zaino. Mancava ancora un'ora per andare a scuola,ero in anticipo...strano.
Tornata in camera,notai l'assenza di Luke nel mio letto e i suoi vestiti sulla panca davanti ad esso. Pensai -cosa che succedeva spesso quando lui era qui- che Pierre entró in camera mia,lasciando dei vestiti puliti al biondo (che poi erano quelli che di solito prendeva e lavava quando dormivano insieme). Mentre aspettavo Luke,infilai un paio di cose nello zaino: il quaderno degli appunti,il borsellino,le cuffie,un pacco di gomme da masticare,uno di fazzoletti,delle salviettine e una pochette con varie cose da donna.
Presi il giubbotto di pelle nero e un cappello,uscii dalla stanza e raggiunsi la mia famiglia in cucina. Un odore di dolci e caffè appena fatto,invase le mie narici e la cucina. Olga nell'ultimo periodo stava dando il meglio di sé -più di quanto non dava già.
Al tavolo da pranzo, vi erano seduti: mia madre,mio fratello Edward con accanto la sua ragazza e il loro bambino;lo stesso sistema era uguale per mia sorella,il suo ragazzo e la loro bambina. A capotavola,sedeva mio nonno e accanto a lui Abuelita,con Violet alla sua destra...avevamo anche la presenza di Julian quella mattina.
Dall'altra parte del capotavola,sedeva il biondo dai capelli ricci...come sempre,vestito in nero. Sospirai,e andai a sedermi accanto a lui,dopo aver detto: «Buenos Dias,familia» diedi un bacio sulla guancia ad Abuelita,Violet,Julian ed infine a Luke. Arrossì sotto gli occhi di tutti e continuò a mangiare la sua colazione in silenzio.
Devo dire che non avevo molta fame, però presi una mela e la tagliai in piccoli pezzetti,per poi mangiarla con una forchetta.
«Lena, perché non hai messo qualcosa di più colorato?» mia madre parlò,appena finita la sua macedonia. Non le andava mai bene quando uscivo di casa vestita da funerale.
«Volevo cambiare...e poi sto avendo problemi con le magliette e alcuni jeans» mormorai. In questi ultimi giorni notai che le mie forme stavano andando ad aumentare, sia per la crescita che per gli esercizi in palestra.
«Capisco tesoro,a pomeriggio potresti andare a comprarti delle cose nuove dato che -e penso che qualcuno l'abbia notato più di me- il tuo bagagliaio frontale stia aumentando giorno per giorno,vero Luke?» il ragazzo si affogò con un biscotto. Julian e Violet si misero a ridere e io volevo solo sprofondare dalla vergogna.  Delle volte mia madre esagerava su questo argomento, e il più delle volte lo faceva sempre in pubblico.
«Io credo che i ragazzi debbano andare a scuola,non è vero Lena?» mio fratello intervenne subito nella conversazione. Senza dire parola,mi alzai dalla sedia e,dopo aver ripreso giubbotto e zaino,io Luke,Violet e Julian uscimmo da casa mia.

Figaro ci aspettava fuori con la macchina di servizio, un'Audi nera che dava l'aria di esser stata lavata non molto tempo fa. Lui aveva la fissa per questo,se non era pulita non faceva salire nessuno sopra.
«Signorino Luke,lei venga avanti con me» senza dire parola,Luke obbedì. Questa cosa che la nostra servitù era troppo dura con lui,non mi è mai andata bene. Quando abbiamo litigato per la prima volta,ne parlai con Pierre e lui mi disse che era meglio lasciar stare. Da quel giorno,non parlai più di Luke a lui: aveva detto a tutti che mi aveva trattato male.
Quando ne parlai con mia sorella,lei mi diede una speranza e mi disse di fare ciò che sentivo. Se non fosse stato per lei,ora Luke non sarebbe qui.
«Dobbiamo prendere qualcun'altro signorina Sosa?»
«No Figaro,puoi portarci a scuola» risposi. Per quel quarto d'ora,nessuno parlò. Julian e Violet erano abbracciati in macchina e guardavano qualcosa sul telefono. Luke si girava di tanto in tanto per guardarmi,ma il più delle volte entrambi guardavamo la strada.
Una volta arrivati a scuola,non vidi l'ora di scendere e abbracciarlo. Tutta questa storia doveva finire,o non ne saremmo mai usciti. Decisi dunque di aspettare un attimo prima di scendere, per fare due chiacchiere con Figaro.
«Tutto bene signorina?» mi guardó dallo specchietto. Non avevo intenzione di sgridarlo in macchina, era inutile ripetere le stesse cose una seconda volta quando sarei tornata a casa.
«No Figaro,ma ne parleremo a casa. Puoi dire al resto della famiglia che ho una cosetta da dire? Mi farebbe piacere parlarne con urgenza.»
«Oh...certo signorina,nessun problema.» era nervoso,e si vedeva. Meglio così, dovevano dar retta a me e non a Pierre. «Volete che vi venga a prendere appena finita la giornata scolastica?»
«Si grazie,ti farò sapere se ci saranno i miei amici» scesi dalla macchina afferrando lo zaino. Ma aspettai prima di andarmene,dovevo dirgli altre parole.
«E Figaro» si girò verso di me «Se mai ci sarà, Luke si metterà al mio fianco. Senza se e senza ma» e chiusi lo sportello,per poi andarmene dai ragazzi.

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