23. Dad

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LENA

A pochi passi dalla porta di casa, il cuore batteva a mille e l'ansia mi stava mangiando lentamente. Aprendo lo sportello della macchina,sentii l'aria fredda di Novembre congelarmi le ossa e il corpo.Nel mio Io più profondo,sapevo che quello che stavo facendo era per una buona causa.
Dopo che Luke mi convinse con poche parole a fare questa cosa,mi preparai psicologicamente per questo...incontro. Mi andai a cambiare,mettendomi qualcosa di più pesante addosso: un paio di jeans e una felpa corta.
Infilato il giubbotto,pregai in mille lingue sperando che la mia ira non si scatena contro colui che dovevo definire mio padre. Ma come potevo non farla uscire,dopo aver scoperto tutte quelle merdate che aveva fatto?

Essere consapevole di avere un proprio stalker,fu la cosa che mi fece incazzare di più. Avevo perso la mia privacy,la mia dignità...ma, soprattutto,ogni singolo momento passato con Robert e con Luke,fu violato. Su questo,non potevo sorvolare.
Quando scesi dalla macchina,qualcuno mi prese la mano e la strinse tra la sua. Mi girai,e vidi Luke con un mezzo sorriso sulle labbra. Come me,tutto questo mistero,lo stava uccidendo.
«Sta tranquilla,ci sono io con te» mi lasciò un bacio sulla fronte,mentre camminavano nel vialetto di casa.
«Se iniziasse a dire qualcosa di troppo, giuro che gli faccio vedere io chi comanda»
«Se dicesse di nuovo che quel coso lì del tuo professore, è l'unica persona che ti fa ragionare,giuro che lo uccido prima che lo faccia tu» mi fermai,e lui con me. Quando Luke faceva il protettivo verso i miei confronti,accendeva in me quella scintilla di passione e curiosità sul suo essere...dominante. Mi meravigliai io stessa,quando certe parole uscirono dalle mie labbra:
«Fallo,e ti darò ciò che brami dal primo giorno che mi hai vista» i suoi occhi si spalancarono. Si morse il labbro tirandolo dal piercing che aveva,nei suoi occhi vidi una scintilla di eccitazione che lo portò a rispondermi,solo come Luke Hemmings sapeva fare.
«Non sai nemmeno quanto mi ecciti l'idea di avere una Lena dominatrice,e un me ammanettato ad un letto per opera sua.» mormorò,e il mio corpo divenne caldo nel giro di pochi secondi. Questa sua fantasia erotica sarebbe durata finché non si fosse avverata.
Rossa in viso,continuai a camminare con lui per il vialetto,non rispondendo alle sue provocazioni. Mentre lui se la rideva,io morivo interiormente sia di eccitazione che di ansia. La mia mente era in sovrappensiero: Luke,Kayla, papà,le foto e tutte quelle maledette informazioni.

Saliti i primi due gradini di casa,feci un grosso respiro. Mi guardai dietro le spalle,e dei sorrisi di  incoraggiamento aleggiavano sui volti di Luke,Gabriel,Edward ed Elisa. Michael e Crystal decisero di rimanere a casa per risolvere i loro problemi di coppia...quando uscimmo da casa,sentimmo già i due ansimare.Robert non venne con noi,per questioni urgenti di lavoro dovette scappare a scuola. Da una parte,era meglio così mio padre non avrebbe complicato la storia del: lui è l'unico che ti fa ragionare e bla bla bla.
Presi un grosso respiro,e aprii la porta di casa spingendomi con essa dentro.

Entrati in salotto,buttai il giubbotto sul divano aspettando l'arrivo di qualcuno. C'era un totale silenzio che il cimitero sarebbe stato più vivo. Non c'era nemmeno Pierre che girovagava per il salotto a controllare chi fosse appena entrato in casa o Figaro che chiedeva se servisse qualcosa. Mancava persino Olga con il suo: signorina Sosa,vuole mangiare?
Nulla di tutto questo,se non dei rumori improvvisi dal piano di sopra. In questo momento,avrei voluto essere da tutte le parti tranne che qui.
«Oh cristo santo,due volte in un solo giorno» Edward uscì dal retro,disgustato e tappando le orecchie al piccolo Christian. Elisa li seguì imbarazzata,e Gabriel spaventato da ciò,corse via sorpassando tutti e tre.
Luke si stava mordendo il labbro per trattenere una risata,mentre io volevo solo sparire.
«Devo dire che tuo padre ci sta dando dentro, chissà se anche tu urli come tua ma-»
«LUCAS ROBERT HEMMINGS,TI PREGO.» gli suonai un ceffone in testa mentre lui se la rideva e mi bloccava il polso.
«Rimango deluso poi se non urli il mio nome» questo ragazzo faceva letteralmente schifo. Con il volto stile il diavolo di Mucca e Pollo,raggiunsi mio fratello e gli altri in giardino,seguita da Luke che ancora rideva.
Mi prese per il polso e mi tirò a lui,avevo voglia di prenderlo a schiaffi in faccia.
«Scusami piccola» i miei istinti si placarono. Era la seconda volta che mi chiamava così,di solito mi davano fastidio questi nomignoli da quattro soldi. Ero dell'idea che un soprannome in una coppia doveva essere inventato e pieno di significato.
Detto da Luke,era diverso. Forse era la sua voce roca, forse il fatto che lui non era un tipo romantico e faceva le cose a modo suo e a me piaceva tutto ciò che faceva in mia compagnia. O semplicemente ti stai innamorando di lui. Scacciai questo pensiero dalla mia testa,e spensi la mia voce interiore. Delle volte esagerava nell'esprimere il proprio parere.

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