53. Calum Hood And Problems

37 1 0
                                    

LENA

«Allora è questa la famosa Lena Sosa» mi girai, guardando un ragazzo alle mie spalle. Era alto, con due spalle fantastiche e un corpo allenato. Guardai le sue braccia, grandi e con alcuni tatuaggi sulla pelle. Era vestito completamente in nero, il viso aveva dei lineamenti diversi da quelli di Luke e Michael. Aveva la pelle scura e non sembrava Australiano, i capelli neri sembravano morbidi.
Mi prese la mano e mi lasciò un bacio sopra, facendomi arrossire.
«Calum Hood, è un piacere conoscerti darling» ecco il quarto componente della banda. Arrossii, lasciando la sua mano con un sorriso.
«Lena Sosa, ho sentito parlare molto di te» non molto ma abbastanza per sapere che sei un don Giovanni. Beh, era molto attraente e con due labbra da baciare. Scossi la testa e mi strinsi a Luke.
«Spero solo cose belle» rispose lui guardandomi e sorridendo. Aveva un bel sorriso.
«Se hai finito di provarci con la mia ragazza, puoi degnarci di un saluto?» lo prese in giro Luke. Mi scostai da lui,in modo che salutasse il suo amico. Calum abbracciò anche Michael e Crystal, poi si sedette al mio fianco e fece un cenno ad un cameriere.
Ordinammo da mangiare. I ragazzi si meravigliarono ancora una volta della quantità industriale di cibo che riuscivo a ingerire e della mia forma fisica. Quando avevi un amico come Gabriel, tutto era possibile.
«Allora, cosa ha fatto Luke per meritarsi una ragazza come te?» io e Calum ci allontanammo al bancone bar per prendere da bere. Mi poggiai con un gomito su di esso e lo guardai. Aveva un non so ché di intrigante e misterioso.
«Diciamo che una cosa tira l'altra e ora stiamo insieme» rise e fece spuntare delle fossette attorno la bocca.
«Non vedevo Luke così spensierato da...» lo bloccai, continuando al posto suo. Io sapevo già tutto, mio caro Hood.
«Da Mayla? Luke me l'ha detto. Le persone sono orribili» mormorai, ricordando la storia con Robert. Lui aveva paura di condividere le sue esperienze con qualcuno. Mayla, era solo una grandissima figlia di puttana. Ma la ringrazio con tutto il cuore per non stare ancora con Luke, o non sarei qui adesso. Mi guardò accigliato, ma non disse niente. Le nostre ordinazioni arrivarono e portammo i due vassoi al tavolo.
La serata passò tranquillamente. Parlai ancora con Calum, conoscendolo meglio e facendo aumentare la curiosità su di lui.

Il giorno dopo fu un qualcosa da ricordare e dimenticare allo stesso tempo.
Dopo aver fatto colazione con Luke ed esserci messi i costumi, insieme ai ragazzi e Calum andammo in spiaggia. A Bondi Beach per l'esattezza.
La sabbia bianca era stupenda, e calda sotto i miei piedi. I surfisti si godevano le onde del mare ed io ero stesa su una sdraio a prendere il sole. Luke, Michael e Calum erano in acqua e giocavano a pallavolo. Guardai il mio ragazzo da lontano e mi sentii soffocare. I capelli erano legati e il suo corpo mezzo nudo, gocciolava. Le sue spalle erano esposte e il suo petto era così invitante, insieme alla V line la quale spuntava dal suo costume. Inoltre, aveva un bel sedere.
«Lena, smetti di fissarlo. È inquietante» Crystal mi portò sul pianeta Terra. Parlava proprio lei che appena Michael si tolse la maglietta, stava per svenire? Diavolo, io e lei eravamo così uguali che ci bastò una sola occhiata e iniziammo a ridere.
«Ma non hai caldo? Non ti sei nemmeno tolta la maglia» per il semplice fatto che quella giornata in spiaggia risultò ventosa. Dovevo abituarmi a questo clima strano, da un momento all'altro la temperatura si abbassava di botto. Tipo ieri sera, che dal morire di caldo dovetti chiedere la giacca a Luke per il freddo.
«Ora si. Ci facciamo un bagno?» domandai alla mia amica e lei annuì senza batter ciglio. Posai il libro e gli occhiali sulla sdraio, mi tolsi la maglietta e la piegai. Crystal mi guardò e la sua faccia perversa fece capolino. Scossi la testa divertita e andai con lei in acqua.

«MIA!» urlai e presi la palla. Stavo per essere travolta da Calum, ma i miei riflessi erano pronti. Stavamo giocando a pallavolo e i ragazzi erano belli tosti. Sapevano il fatto loro nel campo di schiacciate, ma per fortuna che le schivai tutte. Non potevo dire lo stesso per Crystal.
«Ma sei multiuso, Sosa?» mi prese in giro Michael, mentre prendeva la palla che la sua ragazza riuscì a schivare. Risi e mi inchinai.
«E non immagini quanto, Clifford» mossi le sopracciglia e lui tirò la palla in aria, facendo iniziare il terzo giro. Luke si era dileguato da noi, voleva prendere un po' di sole e rilassarsi. Presi il suo posto e con i ragazzi che facevano gli stupidi, mi divertii un sacco.
«MIA!» urlai di nuovo, ma mi scontrai contro Calum che mi diede un colpo sul naso. Porca puttana aveva il gomito duro quel ragazzo.
Penso che lo abbiamo un po' tutti, signorina.
La mia coscienza aveva sempre un tempismo perfetto. Mi portai le mani al naso e strizzai gli occhi dal dolore. Per fortuna non mi uscii del sangue o Crystal avrebbe dato di matto. Era sensibile alla vista degli aghi, immaginiamo per una goccia di sangue.
«Sorry Lena! Non volevo» Calum poggiò una mano sulla mia schiena. Tolsi le mani dalla faccia e storsi il naso.
«Don't worry. Sto bene» mormorai, buttando un po' di acqua fresca sulla faccia.
«Sicura? Se vuoi ci fermiamo» Michael mi venne accanto e mi guardò sorridendo. I suoi occhi erano più chiari del solito, sarà per il sole che rifletteva sull'acqua del mare.
«Sono sopravvissuta a molto peggio, continuiamo dai!» e fecero come richiesto.
Il resto del tempo lo passammo a giocare a palla, rincorrerci nell'acqua e spingerci a vicenda. Io sulle spalle di Crystal, Michael su quelle di Calum o viceversa. Delle volte ci scambiavamo il compagno, iniziando a ridere come degli stupidi.

YoungbloodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora