Last Part

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67.Psycho

LUKE

Un manganello nelle palle avrebbe fatto meno male. Una pallottola in testa sarebbe stata la soluzione a tutto. Mai un po' di pace, e ora la porta di fronte a me stava urlando pietà. Dovevo? Non dovevo? Paranoie ne abbiamo? Santo cielo, ho bisogno di una vacanza dopo questo. Una bella vacanza ai Caraibi, con Lena in bikini. Solo lei e basta.
Quanti giorni? Quindici? Forse sì, ho perso il conto al secondo giorno di lontananza. Era orribile, il peggio era vederla tra le braccia di un altro. Maledetto Ashton fossette grandi come il Canyon Irwin e il suo carattere da buon samaritano. Istinti omicidi ne abbiamo? Si, tanti anche. Presi un respiro grande quanto il mondo ed entrai nella maledetta stanza.
Lui era dietro la sua scrivania, impegnato a scrivere. Nella sua eleganza, lo psicologo mi guardò con un sorriso forzato. Credimi, nemmeno io vorrei essere qui ma sai, ho problemi con me stesso e ora sto parlando da solo. Fantastico direi!
Stai diventando paranoico, Hemmings.
Ecco, tu sei il mio problema. Se mi sono lasciato con la te vera, anche tu dovresti andartene. Non credi? No, scherzo. Rimani con me, almeno ti ho vicino in qualche modo. Vorrei che questo inferno finisse.
Ti sta parlando, psicopatico.
«Luke, posso aiutarti?» ecco la voce che mi perseguiterà per due lunghe ore angoscianti. Non ci credi nemmeno tu, eh Lena? La mia coscienza rimane in silenzio e io mi siedo sul lettino dello strizza cervelli.
«Ho bisogno di parlare con qualcuno dei miei problemi mentali. Non ce la faccio più, sto impazzendo se non l'ho fatto già. È possibile avere le voci nella testa?» come si dice in questi casi... paranoia portami via? Si, credo di sì. Lui mi guardò e venne verso di me con una cartella e una penna tra le mani. Bene, grazie di esistere allora.
Voglio proprio vedere come andrà a finire questa storia!
Ben tornata voce di Lena. Prego, prendi i popcorn e goditi la scena con il tuo ex pallone gonfiato di un ragazzo e il tuo futuro marito.
«Credo che tu abbia bisogno solo di riposo» la sua voce calma mi diede la nausea. Riposo? Amico mio, mi prendo un anno sabatico appena i Marino evaporeranno dalla mia vita e da quella della mia futura moglie!
«Ho bisogno di sfogarmi, Robert. La mia testa è un casino, insieme alla mia vita» sospiro e lui mi fa un cenno di stendermi. Faccio come dice e chiudo gli occhi, unendo le mani al petto. Un morto che cammina, ecco cosa ero.
«Immagino già di cosa dobbiamo parlare, ma vorrei sentire la storia nella tua versione» perciò Lena faceva delle sedute con lui. Fantastico, direi che il triangolo è diventato un perfetto quadrato! Si vuole unire qualcuno? Che ne so, magari Marino e Carlo vorrebbero partecipare anche a questa cosa! Dio, ho bisogno di alcol nel corpo e una dannata sigaretta.
Alziamo il calice e brindiamo! A noi psicopatici!
«Ho lei come voce della mia coscienza. È normale? No, non credo. Ho preso il fumo come vizio, non più come terapia. Mi manca la persona che più amo, averla lontana non mi piace. Sono abituato alla sua energia positiva, ora siamo soltanto due anime senza emozioni che vagano per i corridoi della scuola» guardai il soffitto. Un enorme lampadario era a pochi metri da me. Un terremoto lo avrebbe mandato giù in pochi secondi, sarebbe stato fantastico morire sotto mille vetri. Devo smettere di essere così pessimista.
«Avete provato ad essere solo amici?» domanda il sapientone, scrivendo qualcosa sul foglio. Se ci abbiamo provato? Sento lei stessa ridere nella mia testa.
«Finivamo per fare sesso nello sgabuzzino. Quindi si, ci abbiamo provato» lo sentii sospirare e il silenzio calò su di noi. Poi continuò a farmi domande.
«Quante volte avete provato a starvi lontano?» la sua voce era calma, mi creò fastidio. Forse perché in questi ultimi mesi ho avuto a che fare con persone urlanti e drammi famigliari? Tu cosa ne pensi coscienza? Non risponde. Perfetto, se n'è andata anche lei dalla mia vita.
«Devo raccontarti vita morte e miracoli?» mi girai verso di lui, annuì e sospirai. Ritorniamo indietro nel tempo.
Vediamo...settembre, prima litigata. Ottobre, dopo il nostro bacio ci siamo allontanati per almeno un mese. Ci siamo avvicinati, poi una settimana di fermo. Il casino del night, ancora lontani per delle settimane. Passate le vacanze di natale, siamo stati lontani e non fidanzati per finta per quasi due mesi. Ci sono stati i tira e molla, poi le scappatine a scuola...fino ad arrivare ad adesso.
Ne abbiamo passate, eh Luke?
Allora sei viva vecchia volpe! Ne passeremo altre insieme, amore mio.
«E ora? I vostri rapporti come sono?» Mr ciuffo alto mi distoglie dai miei pensieri e dall'epilogo della mia vita con Lena. Calcolando i tempi e i giorni, sì e nó siamo stati insieme un mese o due. E io che credevo di essere durato di più!
«Nessun rapporto. Solo le lezioni insieme e le riunioni dei rappresentanti. Credo che ora stia con il tizio nuovo, odio totale» sbuffai, schifandomi delle immagini di loro due insieme. Era più una spalla su cui piangere, d'altra parte Lena si era allontanata di nuovo da tutti quanti. Non parlava con nessuno, se non con quel biondo riccio e ruba fidanzate.
«Non dovrei essere io a dirtelo, ma non sta con lui. Parliamo solo di te e della sua famiglia quando viene alle mie sedute» lo guardo e annuisce, come se gli avessi chiesto se tutto quello che mi stava dicendo fosse vero. Sospiro di sollievo, da una parte, e mi rimetto comodo sul divanetto. Era confortevole e morbido, mi piaceva questa cosa.
«Non so come andare avanti. La penso costantemente, non è come le altre persone e credo che tu lo sappia. Mi piace averla intorno, anche se parla troppo e mi riempie di aneddoti con le cose più stupide.
«La sua risata mi scalda il cuore, le sue mani sono terapia per il mio corpo e le sue labbra la mia dipendenza. Non credevo che l'amore fosse questo, ma Lena è tutto. Non so per quanto riuscirò a stare senza di lei e la sua mania dell'ordine...come si fa ad essere ossessivi compulsivi in quel modo? D'altro canto abbiamo i nostri problemi adolescenziali, ma tutto ciò ha creato una separazione strana e senza logica.
«Le persone non ci vogliono insieme. Lei lavora al night club, è una cosa che non mi scende giù. Vado lì ogni sera, non so se mi ha mai visto ma io vedo lei. Non è felice, non è Lena. Non ha più quel sorriso di prima, quella grinta e quel suo bellissimo corpo è sfruttato nel peggiore dei modi. Vorrei tornare a tanto tempo fa, magari a non averla mai incontrata o non averla fatta entrare nella mia vita. Delle volte mi dico che una botta e via non sarebbe stata male con lei, ma averla nel mio letto quasi tutte le mattine dopo una nottata di amore... è difficile star senza di lei» mi passa un fazzoletto e io lo prendo, asciugandomi le lacrime e soffiando il naso. Era difficile star senza di lei, troppo.
Credo che anche tu manchi molto alla me vera.
Grazie coscienza di peggiorare le cose.
Guardo Robert e continua a farmi domande. Stava iniziando a piacermi questa cosa di parlare con qualcuno dei miei sentimenti e di quello che mi rovina la vita.
«Stai passando una fase molto difficile. Come passi le tue giornate adesso?» come le passo? Preparati Robby, non ti piacerà ciò che ti sto per dire.
Ultimamente non trovo rifugio in nulla. La mattina sono a scuola, il pomeriggio sono a casa a cercare di capire qualcosa sui libri e credo che i numeri siano l'unica cosa che mi mantengano mentalmente attivo. Dovrei laurearmi in matematica e non in legge.
Appena il libro di letteratura spagnola mi mostra le sue pagine, le mille lezioni con Lena mi tornano in mente. Non posso credere di aver perso una ragazza come lei, è un qualcosa di fantastico e dovrei essere io la sua spalla su cui piangere, e non Ashton il buon samaritano. A quello piace la ragazza sbagliata.
Infine, c'era la tortura peggiore. Ogni sera, io e Michael o Crystal che sia, si occupava un unico posto: il Night club di Marino. Lei era lì, che ballava sensualmente e si spogliava per gli uomini di Gabriele. I suoi fottuti clienti arrapati e pedofili di merda. Aveva diciott'anni, okay, ma rimaneva una bambina. La mia bambina.
Non era per niente felice e il suo corpo stava perdendo valore. Chissà quanti l'hanno toccata...al sol pensiero mi viene da vomitare.
Quando tornavamo a casa, le sigarette erano la mia unica fuga dalla realtà. La notte? Non dormivo decentemente da ben quindici giorni.
Robert mi guarda e sospira fortemente. Lo so Smith, sono un casino.
«Luke, credo che non sia solo la tua mente a giocare con te» lo guardo e alzo un sopracciglio, lui continua a parlare «Vedi, le tue azioni infieriscono con il tuo stare bene. La vostra è complicata come situazione e, anche se non dovrei dirtelo per la riservatezza di paziente e dottore, anche Lena sta facendo la stessa cosa» si toglie gli occhiali dal naso e mi guarda.
«So che non potrei, ma-» lui mi ferma, capendo già cosa volevo chiedergli. Quest'uomo ci sa fare per davvero.
«Non l'ho mai vista così. Vive in un luogo pieno di negatività, di persone false e che sfruttano la sua  figura nei peggiori dei modi. Si è affiancata ad Ashton perché le ricorda la tua energia, ma non è te» perciò ha trovato il giusto sostituto... fantastico, la stavo perdendo ancora di più. Mi alzo a sedere e guardo quest'uomo, affranto e con malinconia. Mi mancava Lena e vorrei solo averla al mio fianco.
«Cosa dovrei fare? È difficile non pensarla, non ricordare...la tengo come voce della mia coscienza!» mi prendo la testa tra le mani e sbuffo. Tutta la mia vita è un dannato casino, peggio di quella di Anakin Skywalker.
«Hai troppi legami con lei, non posso fartela dimenticare. È difficile, lo so per esperienza» in effetti mi sono sempre chiesto come lui non riesca a non provarci costantemente con lei. È la sua studentessa, la prima della classe e ha sempre la risposta pronta in casi di emergenza o sfide all'ultima parola.
«Le ho chiesto di sposarmi» gli dissi e il silenzio calò tra di noi. Ora mi avrebbe davvero preso per pazzo.
«Ha risposto di sì?» mi domanda invece e io annuisco. Quel giorno mi sentii strano, come se il mio futuro fosse già segnato. Lena fu la prima in questo, la prima con cui mi vidi nella prossima vita.
«Allora, dovremo fare come sto facendo con lei» mi disse, alzandosi dalla sua poltrona, andando dietro la sua scrivania e armeggiando qualcosa. Mi fece un cenno per raggiungerlo, e dal divano alla sedia scomoda è un attimo.

«Andremo a livelli, il primo è quello più semplice. Hai bisogno di dormire, perciò ti consiglio di lasciare qualsiasi tipo di alcol e smettere di fumare. Alla tua età crea solo problemi» lasciare il bruciore e la sensazione di relax...okay, non sembra difficile. Devo solo ripulirmi un po' e bere altro.
«

Sembra facile...» sussurro, guardando il mio nuovo psicologo e la salvezza per la mia sanità mentale.
«Lo è se vorrai veramente stare bene» annuii soltanto e lui continuò con i suoi aneddoti psicotici. Ecco da chi aveva preso Lena «Per dormire, bevi una camomilla o immergi dei dischetti di ovatta in essa e mettili sugli occhi. La sua funzione curativa aiuterà il suo corpo a rilassarsi e, così facendo, riuscirai a dormire»
«Se non facesse il suo dovere terapeutico?» domandai. Lui mi guardò e mi spiegò altre cose. Aveva decisamente preso da lui.
«In termini scientifici...la camomilla è una droga, usata come medicinale. Non voglio darti pillole o schifezze varie, fanno solo male alla salute e la maggior parte dei ragazzi della tua età ne fanno abuso o praticano il suicidio. Perciò ti dó della droga legale la quale trovi al supermercato per poco prezzo»
«Grazie mille Robert, significa tanto per me» non l'avrei mai detto che queste parole, un giorno, sarebbero uscite dalla mia bocca. Per lo più a lui, che mi è sempre stato sul cazzo. Ora era passato all'ultimo posto della lista, al primo c'era fossetta man.
«Vi ho visti Luke e il vostro amore deve continuare. Voglio solo il meglio per lei, e tu sei la sua parte migliore»

Il supermercato straripava di gente. Non ne avevo mai vista così tanta da quando sono qui, forse sarà per via di Pasqua. Non vedo l'ora si tornare a casa e passare cinque giorni lontani da questa città problematica e infernale. Sospiro e vago per i corridoi cercando il reparto di tè e infusi strani.
Dopo i biscotti, al secondo corridoio.
Grazie coscienza è sempre un onore averti. Prendo un pacco di biscotti e mi dirigo verso gli scaffali delle bustine da tè.
Dei colori sgargianti mi confondono le idee. Non ho mai comprato queste cose, e non sapevo nemmeno come fosse fatta la camomilla. Ora impazzisco, peggio di quando non faccia già.
«Camomilla camomilla...» mi ripeto, guardando le mille scritte e le varietà di tè. Una persona potrebbe mai bere così tanti infusi nella vita o in una giornata? I drogati forse, ma io no. Mi bastava abusare di tutto questo la sera per riuscire a dormire.
Una mano sgattaiola verso di me, prende una scatola blu e me la porge. Guardo la mano, riconosco l'anello e il bracciale. Il mio cuore esplode, i miei occhi schizzano verso di lei e un sorriso timido compare sulle sue labbra. Sorrido a mia volta e guardo la ragazza in dei jeans e  maglietta degli Avengers. I capelli ondulati e il mio cuore a mille. Dio quanto mi mancava.
«Non ne bere troppa o diventa una dipendeza» sorrido alla sua battuta e sono in procinto di abbracciarla. Credo sia da sola, non c'é nessuno al suo fianco e il suo cestino abbonda di Nutella, gelato e scatole di infusi diversi. Una ragazza, la rottura con qualcuno la passava così: sul letto a guardare film romantici -nel caso di Lena saghe sui supereroi- e schifezze al suo fianco dove affondare la sua depressione.
«Il dottore mi ha avvisato» lei ridacchiò e i suoi occhi, finalmente, furono felici. Stavo per parlare quando qualcosa mi tirò dalla maglietta. Abbassai lo sguardo e vidi Katy sorridermi. Le sue braccia imploravano di esser prese e io non esistaii.
«Luke! Mi sei mancato tantissimo» la bambina mi stritola e io sorrido. Anche a me era mancata, insieme a Christian e le sue interruzioni in momenti meno opportuni.
«Anche tu peste» le risposi e lei mi abbracciò ancora. Guardo Lena, i suoi occhi minacciavano lacrime in arrivo. Credo che se lo avesse fatto, io l'avrei seguita.
«Come stai?» le domando, poggiando la bambina per terra. Mi guarda, mi sorride e prendendo anche lei uno scatolo di camomilla mi risponde:
«Adesso sto bene»

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