38. Shameless

61 1 0
                                    

LENA

Quando vidi crollare mio padre, il tempo smise di andare are avanti.
Avevo appena finito di raccontare quello che nelle ultime ore era successo: andò completamente nel panico, iniziando a dire cose insensate e darmi la colpa di tutto. Senti da quale pulpito viene la predica.
Cercai in tutti i modi di calmarlo, dicendoli che era una cosa temporanea e che sarebbe finita in pochi mesi o settimane. Ma la sua risposta fu un ceffone in pieno viso.
«Eres loca? Stai andando incontro al suicidio. Non andrai da nessuna parte finché sarai sotto il mio stesso tetto» quest'uomo era tanto astuto quanto cieco. Non si rendeva conto di quanto la situazione che lui stesso aveva creato, poteva risolversi per lui e quelli che avevamo attorno. Presi un grosso respiro e lo guardai negli occhi. Era come guardarsi allo specchio, ma a differenza sua io non ho creato un enorme problema come quello attuale.
«Secondo te mi piace dover dare il mio corpo a quelli come te o come quelli Marino? Stavo vivendo i migliori mesi della mia adolescenza fin quando non sei arrivato tu, a rovinare tutto.»
«Lena, mi hija, escucha» lo fermai prima che potesse aggiungere altro. Aveva sfogato la sua rabbia sia con le parole che con lo schiaffo di prima.
«No, ascoltami tu. Mi sono stancata di dover eseguire quello che tu o gli altri mi dite di fare ogni volta. Mi sono stancata delle bugie che raccontate, delle azioni senza cuore e di ogni vostro rimedio ai problemi con la violenza. Mi sono stancata di tutta questa merda che tu stesso, insieme ai Marino e persino insieme ai genitori dei miei amici, hai creato e portato alla lunga fino ad oggi. Hai solo fatto del male alla tua stessa famiglia e alle persone che ne fanno parte, complimenti al padre dell'anno» mi venne incontro e indietreggiai. Ma non per paura, perché era solo un uomo che dimostrava di essere quello che non era per davvero. Ma mi allontanai perché mi disgustava come persona.
«Lena, mi amor, l'ho fatto per amore. Senza le mie azioni non avremmo questo. Non avremmo una casa, una dinastia che va avanti da almeno cinque secoli di storia. Non sei costretta a fare niente di tutto questo, lascia che se occupino i grandi» mi fece solo perdere la pazienza. Più di prima, provavo per quest'uomo una rabbia immensa. Avevo voglia di prenderlo a calci nelle palle, ma la violenza - a differenza di quello che credeva lui- non avrebbe risolto un bel niente. Si sedette disperato sulla poltrona e mandò giù un bicchiere di whisky. Presi un grosso respiro e cacciai fuori tutto quello che mi passò per la testa, prima di andarmene in camera mia.
«Se pensi che con la ricchezza puoi comprare l'amore di una persona, ti sbagli di grosso. Se pensi che tutto quello che abbiamo mi renda felice, toglitelo dalla testa perché a me importa essere felice con le persone che amo, e non con i tuoi sporchi soldi. Se pensi davvero che mi stia auto costringendo a prostituirmi a uomini come te o anche peggio, siamo sulla strada sbagliata del fare le cose quando si è sforzati da una persona o un qualcosa.
«Sono state le tue scelte a costringermi, le tue bugie e tutte le tue azioni. Sei stato tu stesso a spingermi così in fondo, non vedere la luce di una vita felice ma soltanto oscurità e paura. Ho paura di quello che mi potrebbe accadere durante questa missione suicida, ma è questo che si fa per amore verso qualcuno. Sono questi i gesti che dovresti fare o avresti dovuto fare: sacrificare te stessso per salvare le persone che ami.
«Non sai nemmeno quanto mi vergogno a fare tutto ciò, ma è l'unico modo per uscirne vittoriosi e non avere più qualcuno che ci perseguita per quello che possiamo e che abbiamo costruito negli. Dopo questo, non avrò più la consapevolezza e la leggerezza di farmi toccare da qualcuno, non so nemmeno se riuscirei ad amare u  ragazzo dopo questo. Ma sarò coscente delle mie scelte, solo per amore di tutti voi e anche per amore di un padre che nkn c'è mai stato e che non conosce per niente sua figlia.
«Perciò, lasciami fare quello che è giusto per tutti e stanne fuori. Ti chiedo solo di non dire a nessuno delle mie scelte, perché vorrei essere io a dirlo, e non un'altra voce nel capitolo.» lo guardai, ormai distrutta da tutto quel parlare e tutti i giri che stavamo continuando a fare in questa mezz'ora che sembrava infinita.
Stavo per andarmene, dopo avergli dato le spalle e aperto quasi la porta. Non immaginavo che anche lui si preoccupasse per la seguente storia.
«E Luke? Cosa farai con lui?» mi chiese, e me lo ritrovai di fronte con occhi preoccupati e che cercavano di non far uscire nessuna lacrime. Ero per certa che appena sarei uscita da qui dentro, avrebbe dato di matto in pochi minuti.
«Forse un mese fa, lo avrei anche sposato e immaginato un futuro con lui. Ma ancora una volta hai rovinato una parte della mia adolescenza: di lui non ricordo e non riesco a ricordare niente di niente. Vedo le foto che ci siamo fatti, ma riesco a ricordare solo un bacio sfumato dal resto dei problemi. Grazie ancora, papà» mormorai le ultime parole, e senza aggiunta di altre parole inutili da parte su me ne andai in camera. Una volta buttata sul letto mi addormentai, fino al tardo pomeriggio.

YoungbloodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora