LENA
Infilai le scarpe. Gabriel mi aveva costretto a mettere dei tacchi maledettamente scomodi che persino Lady Gaga non gli avrebbe sopportati.
«Sta ferma...okay,ora sei perfetta» finì di sistemarmi i capelli e mi guardai allo specchio.
Il mio corpo era fasciato perfettamente da un attillato vestito bordó. Le maniche lunghe ricamate in pizzo,la schiena scoperta quanto bastava e una scollatura che lasciava intravedere le scapole. Gabriel diceva sempre che un ragazzo trovava sexy la parte del petto,con le ossa che si intravedevano insieme alla curva del seno. Erano i punti deboli di un ragazzo mentre..beh,potete anche capirlo da soli.
I piedi mi stavano già facendo male,tanto che mandai a quel paese i tacchi e infilai un paio di scarpe basse nere. Ora andava molto meglio.
Finii di truccarmi,non ero mai troppa eccessiva col trucco: un po' di mascara,eyeliner e fondotinta. Misi del rossetto non troppo appariscente e finalmente mi guardai allo specchio.
«Se non fossi così tanto gay,una bottarella te l'avrei pure data»
«E poi non avresti potuto farti pippe mentali sulla squadra di pallavolo della scuola,o su qualsiasi essere con alta mascolinità sulla Terra» presi una pochette e infilai telefono e chiavi di casa. Prima risposi ad un messaggio di Luke,voleva sapere dove si trovasse il locale. Era a 200 metri dal suo appartamento,la strada era semplice.
«Touché mi amor» lui era vestito in modo impeccabile. Dopo tre anni di palestra,il suo corpo era diventato un carico di muscoli e addominali. La camicia bianca aderiva al suo corpo,i primi bottoni sbottonati. Gli skinny jeans neri presentavano perfettamente le sue gambe allenate. C'è da dire che Fred era un uomo fortunato. Fortunatissimo.
Uscimmo da camera mia, una volta messe le lenti a contatto. Facevano male quelle bastarde,preferivo mille volte i miei adorati occhiali.
«Signorina Sosa,qual é la vostra destinazione questa sera?» Figaro,il nostro autista personale e fidato,mise in moto la macchina di servizio. Mia madre aveva insistito così tanto che Figaro ci accompagnasse quella sera. Il sabato era un continuo movimento qui a Buenos Aires,non si sa mai cosa poteva succedere. Certo,lei diceva così.
«Passiamo prima a casa di Frederich,per favore. E dopo puoi lasciarci al Blues,Figaro»
«Come desidera,signorina»Dopo un quarto d'ora in macchina, arrivammo al locale sani e salvi da qualsiasi probabile minaccia. Mia madre mi aveva mandato per lo meno venti messaggi,tanto che la bloccai e tolsi la suoneria. Questa serata doveva essere un distacco da tutto e tutti.
«Le dirò che va tutto bene Signorina Sosa,non si preoccupi»
«Grazie mille,ti chiameró nel caso di problemi»
E finalmente uscimmo dalla macchina.I ragazzi ci stavano aspettando fuori il locale. C'era già un casino di gente,alcuni aspettavano ancora di fuori, altri erano già dentro. Presumo che quelli dentro,stavano già bevendo a gogò sensa un domani. D'altronde era sabato sera,e il giorno dopo niente scuola.
«Spiegami questa storia che lui sa di Luke,e io no.» Kayla indossava un semplice tubino nero corto. A differenza mia,le sue curve si concentravano solo nella parte posteriore. Ammetto che lentamente -e in ritardo- le sue tettine stavano diventando una seconda finalmente. Ma tralasciando questo,era una ragazza bellissima. Julian era fortunato.
«Prima di tutto,abbassa le braccia. Secondo,io sono una dea,sorella, e devo sapere sempre per primo le sue cose porno o meno» ed ecco che i due iniziarono la battaglia tra migliori amici.
Ormai ero abituata a certe sceneggiate tra Gabriel e Kayla,entrambi volevano prevalere sull'altro. Ammetto che da una parte la cosa era divertente, dall'altra avevano letteralmente rotto il cazzo.
«Non iniziate per favore» Fred si lamentò. Ero in pieno accordo con lui,e Julian si unì al trio. Gabri e Kayla tendevano ad esagerare,se non venivano fermati subito. Lui sbuffò,lei alzò gli occhi al cielo.
«Dicevo» ricominciò lui «Ero andato inizialmente per dirle lo scoop di Juan e Darcy, ciò che a voi ho detto quando stavamo in spiaggia. Entro tutto gasato in camera sua,ignorando le sgridate di Pierre, e appena apro la porta mi ritrovo lei con la maglietta della Marvel,che stava per compiere un atto impuro con quel bendidio australiano SENZA MAGLIETTA»
«Ah bene,ora guardi anche i ragazzi degli altri?» Fred fece il ragazzo geloso. Andava di bene in meglio questa serata.
«Disse quello che sbava sugli addominali scolpiti del capitano di Basket» colpito e affondato.
«Touché amore mio»
«Allora scusa,fammi capire» mi girai verso Kayla. Aveva un viso sconvolto e schifato. Sento aria di ramanzina in arrivo «Te ne vai da mare per stare con Robert. Poi,dopo quanto? Dopo due ore,sei con Luke in camera tua,a un passo dallo scopare? Wow Lena,complimenti per la coerenza» rise amaramente.
Solo dopo averla vista mandare giù uno shottino,mi accorsi che eravamo dentro il locale e di fronte al bancone bar.
«Qual é il problema Kayla? Sto vivendo la mia vita,niente di più»
«Non sapevo che fare la puttana andasse di moda tra i reali» la guardai e rimasi in silenzio. A volte era una stronza bella grande. La perdonavo sempre quando esagerava,ma adesso no.
Come si permette di chiamare puttana me,dopo tutto quello che ho fatto per lei? Quattro anni di amicizia,di pianti e risate insieme per poi essere considerata una poco di buono? Bel ringraziamento questo.
«Ma che ti prende!?» i ragazzi la guardarono male. Persino Julian.
«Siete seri? Ma vi rendete conto che sta facendo la patetica!?» mandò giú un altro bicchiere e mi indicò. «Per due anni, dico DUE ANNI,hai cercato di farti notare da un uomo più grande di te di almeno quindici anni. Dopo due anni, finalmente vi baciate e sette mesi fa lui ti invita a cena,ti scopa e quando tu gli dici ti amo,lui che fa? Se ne va,e non ti guarda nemmeno negli occhi. E ora,dopo sette mesi,tu vai da lui in casa sua per vedere cosa provi per lui realmente?!» si alzó dallo sgabello e mi guardò. «E poi,dopo nemmeno dieci giorni di scuola cerchi di scopare con il nuovo arrivato? E questa la chiami serietà Lena? Dopo che ho sentito mille volte la tua cazzo di voce che diceva: voglio essere rispettata e andare piano con qualcuno. Davvero Lena,ma ti senti quando parli o preferisci la vita da puttana reale,con cazzi in giro per ogni evenienza!? Pff,seria si definisce» il terzo bicchiere. La guardai,era fuori di sé e iniziò a parlare a vanvera. Disse cose senza senso,non ci feci nemmeno caso finché.. finché non disse le parole che, ragazzi, non vi auguro mai di sentire.
«Ora capisco perché tuo padre ti ha abbandonata. Quell'uomo aveva già capito di che razza di puttana sei.»a quel punto,il mondo mi crollò per la seconda volta addosso. Questa volta,il mio cuore si ruppe per colpa di un'amica.
Un'amica che consideravo una sorella gemella,a cui raccontavo ogni mio singolo segreto o punto debole.
Seppe bene come affondarmi,e c'era riuscita. Presi la pochette da sopra il bancone e asciugai in fretta le poche lacrime che uscirono.
La guardai,senza dire una parola e mi incamminai verso l'uscita. Fui fermata da qualcuno che mi prese per il polso. Mi ritrovai Julian di fronte. Dietro di lei i ragazzi,e Kayla.
«Lena» lo fermai con un cenno,mi liberai dalla sua presa e lo guardai. La sua ragazza aveva esagerato,e ora doveva essere affondata.
«Lena un cazzo Julian. Sai che ha sbagliato e ora la proteggi?» ormai avevamo gli occhi della gente (almeno la maggior parte) addosso.
«Sai anche tu che ho ragione su tutto. Ho esagerato,lo ammetto. Ma sai benissimo che-» continuai io per lei.
«Che sono una puttana,vero?» scossi la testa,divertita sta volta. «Sai come sono stata in sette mesi,cosa ho fatto in quattro anni per una persona che si,non mi merita e che è scappato al mio "Ti amo". Ma non sai come mi sentivo dentro appena lo guardavo,appena mi parlava o persino quando si subiva le mie urla quando non volevo avere a che fare con lui» mi guardò e si irrigidì. Io ormai ero diventata una macchina automatica. Le lacrime uscivano da sole,ma non singhiozzavo.
«Sai cosa ho sopportato io? Sai come mi ero ridotta nel giro di due mesi? No Kayla,non lo sai perché sei incapace di metterti nei panni degli altri o persino provare empatia,persino verso chi ha tenuto segreto tutto per te.» il suo viso sbiancò,sapeva dove stavo andando a parare.
«Sai perché Luke era in camera mia oggi? Perché è stato lui a cercarmi. Mi ha chiesto se potevamo starcene insieme,e io ho mollato Robert in asso per un altro ragazzo. Ma tu,cosa ne puoi capire? Niente, perché sei insensibile per queste cose. Pensi solo a te stessa,ad essere al centro dell'attenzione verso tutti e la regina del mondo.» la guardai. Non disse nulla, perché in fin dei conti sapeva bene che avevo ragione.
«Non volevo pensarlo,ti giuro che ho sempre cancellato questo mio continuo pensiero. Ma alla fine si sa e si vede che persino su di me vuoi prevalere. Sei sempre stata gelosa di me,delle mie scelte,dei miei amici e anche della mia vita privata. Ammettilo,volevi essere al mio posto vero? Essere una reale,una bella casa,tante proprietà...ma sai cosa me ne faccio io di tutto questo? Niente di niente. La mia vera ricchezza, è tutto questo. I miei amici,la mia famiglia e persino mio padre che se n'è andato»
«Lena... basta,per favore io..» cercó di farfugliare qualcosa. Mi venne incontro,cercando contatto con me ma mi allontanai,e feci un cenno a Gabriel e Julian. La tennero lontana,sapeva benissimo che mi stava perdendo e che alla fine,mi avrebbe persa davvero.
«Puoi dirmi tutto quello che vuoi,davvero a me non mi frega se mi ritieni una filla de puta,o quello che vuoi. Puoi ripetermi tutto quello che mi hai detto prima,ma sappiamo entrambe che mentre stavi con Samanta,Umberto e Graco,la vera puttana eri tu. Mentre dicevi di amarli,andavi a letto con altra gente. Per non parlare di...beh,sai anche tu quello che stai facendo ora» guardai per un attimo Julian,e lui guardò lei. Aveva capito perfettamente di ciò che parlavo. La lasciò e scosse la testa.
Rimasi in silenzio e le voltai le spalle, uscendo finalmente da quel locale.
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Youngblood
Fanfiction[COMPLETA] Le sue carezze, i suoi baci. I brividi sulla pelle, le farfalle nello stomaco. I respiri affannosi, gli occhi che si perdevano. Avevano scelto di stare insieme, non per passatempo, ma perché si amavano davvero. Avevano scelto di rischiar...