LUKE
«Lena...» mormorai. Lei mise un dito sulle mie labbra e con quei suoi occhi tanto dolci che pieni di provocazione,mi guardò dicendomi, senza dir parola, di stare zitto.
Mi prese per mano e mi portò verso il divano. Mi spinse su di esso,e la guardai mentre il mio labbro subiva le peggio torture.
Lena spostò alcune riviste che c'erano sul tavolino di legno su una poltrona. La guardai ancora mentre si toglieva le scarpe e le buttava da qualche parte. Prese poi il telefono,e armeggiò con le dita sullo schermo.
«Fai partire la musica appena te lo chiedo,va bene?» annuii soltanto e i miei occhi sfuggirono a quello che c'era dietro di lei. Si era fatta mettere un dannato palo da strip nella taverna,al centro della stanza semi buia.
La mia mente non connetteva abbastanza già da questa mattina,ma dopo questa piccola sorpresa -tortura,per meglio dire- mi disconnessi dal mondo.
Lena andrò verso il palo,sciolse i capelli e scosse la testa per farli cadere meglio sulla schiena. Poggiò una mano sul ferro del palo e mosse di poco i fianchi mettendosi poi di lato con la testa. I capelli le andarono sul viso,prese un grosso respiro e quella poca lucidità rimasta in me,fece partire la playlist sul telefono della ragazza dopo che lei sussurrò un «Falla Partire».Il suo corpo si muoveva sensualmente,e i suoi fianchi mi stavano eccitando parecchio.
Ariana Grande era in sottofondo, Lena era in sintonia con se stessa e il palo da strip le faceva da supporto. Le sue gambe,insieme a lei,scivolavano senza problemi sul ferro e Lena eseguiva delle perfette giravolte senza lasciare la presa con le mani. Andava su,e poi giù sul palo.
Si alzò,mosse i fianchi lentamente e nel frattempo faceva scendere la cerniera della gonna verso il basso. Questa le scivolò sulle gambe,e dovetti trattenere l'istinto di andare a sbatterla contro un muro,quando il suo sedere fu in bella vista coperto a stento da delle mutandine in pizzo bianco. Quanto le stava bene quel colore addosso?
Passai una mano tra i capelli,e sospirai forte di frustrazione. Questa ragazza si stava spogliando di fronte a me,realizzando una delle mie fantasie erotiche su di lei.
«Lena...» sospirai ancora,mentre la ragazza avanzava verso di me e si metteva sul tavolino.
Mi guardò con quella sua scintilla di eccitazione nei suoi occhi,e lentamente si abbassava con il corpo,mettendosi in ginocchio oscillando con il busto e con lentezza muoveva le spalle.
Ingoiaii un groppo alla gola,nel vedere le sue mani che accarezzavano lentamente la pelle della sua pancia e salivano con altrettanta lentezza verso il top. Per mia gran fortuna,quando Lena tolse il top,indossava il reggiseno o alla vista delle sue tette il mio corpo non avrebbe più avuto nessun controllo.
Cacciai un sospiro e lei si stese sul tavolino,piegando le gambe in aria e muovendole piano mentre le sue mani scorrevano ancora sulla sua pelle.
Si alzò,poi,con la schiena portando la testa indietro,e muovendo ancora i fianchi andò di nuovo verso il palo.
Come prima,fece un piccolo spettacolo,aderendo il suo corpo al freddo metallo. Di nuovo giù,poi si alzò lentamente con una gamba attorno ad esso e l'altra con cui si diede una piccola spinta.
Si allontanò ancora una volta,e con eleganza ma soprattutto provocazione, avanzò verso di me e mi porse la mano. La presi e mi alzai dal divano.
Lena portò le sue mani sulle mie spalle,ondeggiava i fianchi e si abbassò sulle ginocchia guardandomi dal basso. Trattenni un mugolio,quando il suo viso era a pochi centimetri dai miei jeans e le sue mani scesero insieme a lei,sfiorando la cintura e il cavallo dei pantaloni. Si alzò poi,continuando a muovere quel suo dannato corpo mezzo nudo: il reggiseno le stava troppo piccolo,le sue tette erano qualcosa di illegale insieme a lei,e i suoi dannati fianchi con quel suo sedere che...cristo,basta ora.
La presi dai fianchi,e lei si fermò,portando i suoi occhi nei miei. La baciai,senza nemmeno farla parlare e prendendola dal sedere la sollevai da terra. Non si oppose,anzi,mise le gambe intorno alla mia vita e ricambiò il bacio.
La stesi sul divano,mettendomi con le gambe tra le sue,con ancora le nostre labbra che si consumavano di baci.
Le sue mani si infilarono nei miei capelli e li tirarono di poco facendomi mugolare e provocandomi ancora di più.
Le presi i polsi,e glieli bloccai sulla testa con una mano,mentre con l'altra libera mi toglievo la cintura dei jeans.
«L-luke» sospirò sulle mie labbra,ma la ignorai: la mia bocca era troppo impegnata a stare sulla sua. Una volta tolta la cintura,legai i suoi polsi sopra la sua testa con essa. Finalmente,potevo pensare ad altro.
«Luke...porca miseria» si spinse con il corpo verso di me,colpendo di poco il cavallo dei miei jeans che ormai stava andando a puttane.
Mi alzai,e velocemente tolsi quella tortura medievale che chiamavano pantaloni. Già che c'ero levai la maglia,e mi rimisi di nuovo tra le sue gambe.
Le lasciai un bacio sulle labbra,e la guardai negli occhi. Erano colmi di desiderio e innocenza,un mix perfetto che rendevano questa ragazza una bomba sexy a trecentosessanta gradi.
«Ora,voglio solo sentirti dire il mio nome tante volte. Voglio sentire la tua voce ansimare,il tuo corpo inferiore completamente bagnato,i tuoi gemiti che riecheggiano nella stanza...ma voglio te,Lena,che vieni sulla mia lingua e che mi preghi di farlo ancora e ancora, finché il tuo piccolo corpo non c'è la fa più» mugolò,e per la seconda volta si spinse contro il cavallo dei miei jeans.
«Non...non mi scoperai?» mormorò. Mi chinai sul suo collo,e iniziai a lasciare una serie di baci su di essa. Tiró indietro la testa,lasciandosi scappare un sospiro,in modo che andassi più comodo.
«Non così. Ora voglio darti un assaggio di quello che ti spetta,la nostra prima volta sarà speciale ma ti avviso Lena» mi alzai di poco,andando verso il suo orecchio con le labbra «Le cose lente non sono per me. Perciò prepara la gola, perché voglio sentirti urlare parecchio appena sarò tra le tue gambe».
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Youngblood
Fanfiction[COMPLETA] Le sue carezze, i suoi baci. I brividi sulla pelle, le farfalle nello stomaco. I respiri affannosi, gli occhi che si perdevano. Avevano scelto di stare insieme, non per passatempo, ma perché si amavano davvero. Avevano scelto di rischiar...