LUKE
Passarono i giorni,e la fine di ottobre arrivò come se nulla fosse.
Passò un mese esatto. Un mese dal bacio con Lena. Non so cosa mi fosse preso quel giorno,ma tutto quel parlare di amore,sentimenti, lealtà e porcate varie mi fece perdere cinque minuti di pazienza.
Dovetti farla stare zitta in qualche modo,no? Non mi dispiaceva sentirla parlare,ma quando disse tutte quelle cose riguardo a ciò che pensava sull'amore...non resistii più. Fu più forte di me,e la baciai.
Passarono circa trenta minuti,e in ogni angolo trovavamo il modo per baciarci. Attaccati al muro,sul bancone bar,poi sullo sgabello. Stesi sulla moquette sotto il piccolo salottino,infine lei su di me a cavalcioni mentre eravamo sul divano.
Ad un certo punto, però, ci rendemmo conto di tutta la situazione. Lena si staccò da me,e fissando i miei occhi scosse la testa. Alzandosi poi lentamente,sussurró: dovevamo aspettare ancora.
E non dissi nulla, perché aveva ragione. Ero stato io stesso a dire che non dovevamo né sfiorarci né baciarci. Il minimo che potevamo fare era quello di rimanere abbracciati o, persino, stare come quel sabato mattina.
Ma rovinai tutto,come ogni volta. Le diedi un bacio sulla fronte quella sera,era in lacrime per questo mio stupido errore. Le dissi che mi serviva del tempo,la vidi annuire col capo e la salutai,per poi andarmene.Era passato un mese,e io saltai ogni singola lezione con lei,dove era nella mia stessa classe. Non andai alle riunioni dei rappresentati,e arrivate le ultime due settimane di ottobre,mi diedi per malato. Stavo scappando da una cosa che per qualsiasi persona sembrerebbe normale...ma per me,era molto più grande di tutto l'universo intero.
Mi chiudevo in camera ogni qual volta che lei e i suoi amici venivano per stare con Michael e Crystal. Roba di venti minuti,e tutti e sei se ne andavano.
Quando sentivo la sua voce,non facevo altro che darmi del coglione. Veniva sempre alla mia porta,bussava e poi diceva: Luke,possiamo parlare oggi?
Io non rispondevo,anche se ero esattamente con la schiena contro di essa. La immaginavo sempre seduta a terra,con le gambe al petto che pensava a qualche modo per entrare. Niente porta aperta,niente scale antincendio.
Una volta decise di fare comunicazione scrivendo su un foglio e passandolo sotto la porta. Ce n'erano almeno venti accumulati.Passarono altri cinque giorni,e ormai l'aria invernale era alle porte. Era il ventotto ottobre,e ancora non avevo trovato il coraggio per parlare con Lena.
Bussarono alla porta,e subito dopo la voce di Crystal urlava il mio nome. Con la voglia pari a zero,andai ad aprire la porta. La camera era un completo porcile.
«Porca puttana,hai un cadavere qui dentro?» si coprì il naso con le mani,ed entrò. Iniziò ad aprire tende e finestre, facendo entrare la luce del sole e l'aria fresca.
«Che vuoi Crys?» sbuffo,buttandomi di nuovo sul letto. La quarta sigaretta del mattino stava per essere consumata,ma la ragazza dai capelli biondi me la buttò giù dalla finestra. La guardai male.
«Cosa voglio Luke?» tre,due,uno...ramanzina «Voglio che alzi quel culo da quel cazzo di letto. Voglio che inizi a mettere la testa sulle spalle,prendere una fottuta pezza e iniziare a pulire questo accampamento,un topo sa vivere meglio di te. Voglio che vai a farti tre docce consecutive, perché sei diventato una pecora nel vero senso della parola. Poi voglio che tu esca da qui, dopo aver chiamato quella ragazza che si fa i peggio pianti per un coglione come te e le vai a chiedere scusa, perché Luke te lo giuro su mia nonna -che riposi in pace- che se non lo fai ora,ti taglio quel coso che usi come cervello,e te lo faccio ingoiare.» mandai giù un groppo alla gola. L'unica persona che mi faceva davvero paura,era lei. Nonostante fosse la mia migliore amica,questa ragazza sapeva essere una perfetta reincarnazione di Satana e Hitler messi insieme. Vi auguro di non avere mai una persona come Crystal Leigh.In un'ora riuscii a fare tutto ciò che la ragazza mi aveva chiesto. La stanza era in perfetto ordine:niente più panni sporchi,cartoni di pizza e bottiglie di vetro sparse intorno. Cambiai anche le lenzuola al letto,passato l'aspirapolvere e lavato per terra.
Mi feci una doccia lunga. Non mi sentivo così bene da molto tempo. Una volta vestito,mi presi una sigaretta e finalmente mi fumai la mia bellissima numero quattro.
Si,esatto. Ho iniziato a fumare,ma sarà per un periodo. Ogni qual volta che avevo un problema,iniziavo a fumare sigarette per circa un mese. Automaticamente, però,finivo di farlo.
Questa volta la cosa stava degenerando. Non sapevo come affrontarla.
L'amore è astratto,diceva lei. Si nota solo tra i gesti,continuava. E ogni qual volta che pensavo a questo,avevo una dannatissima crisi isterica. Dovetti togliere qualsiasi oggetto fragile,di vetro o di porcellana. Per ogni crisi, c'era una sigaretta per calmare il mio stato.
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Youngblood
Fanfiction[COMPLETA] Le sue carezze, i suoi baci. I brividi sulla pelle, le farfalle nello stomaco. I respiri affannosi, gli occhi che si perdevano. Avevano scelto di stare insieme, non per passatempo, ma perché si amavano davvero. Avevano scelto di rischiar...