59. Demons

29 1 0
                                    

LUKE

Look into my eyes
It's where my demons hide
Don't get too close
It's where my demons hide
-Demons, Imagine Dragons-

                                            Quattro mesi dopo.
Uscii dall'aula e buttai fuori dell'aria, la quale trattenni per un'ora. Stavo prendendo il telefono e qualcuno mi saltò addosso sulle spalle. Riconobbi la risata.
«Sei una scimmia adesso?» le chiesi,tenendola per le gambe e camminando con lei addosso. Mi diede un bacio sulla guancia e posò il mento sulla mia spalla.
«I koala solo più belli e australiani» rise lei, stringendomi.
«Com'é andata lì dentro?» le domando, uscendo dall'edificio e camminando per il cortile della scuola.
«Ho preso il massimo» mi bloccai e lei scese dalle mie spalle. La guardai sorridendo e la abbracciai.
«Bisogna festeggiare la lode» mi sorrise e sollevandosi con le punte mi diede un bacio. Le sue labbra erano una droga per me.
«Tu come sei andato?» mi accarezzò le guance e sorrisi.
«Il massimo anche io» sorrise ancora e si spinse con le gambe per saltare. La presi dal sedere e lei si attaccò di nuovo al mio corpo.
«Allora stasera notte in bianco» mi baciò, felice di riavermi di nuovo con lei.

6 Febbraio 2020. Attualmente, a Sidney...

«Hemmings,ti vuole il capo» sospirai e lasciai la mia postazione. Mi incamminai nel grigiume del corridoio, bussai alla porta rossa ed entrai. Guardai l'uomo dietro la scrivania e rimasi in piedi. Marino era intento a scrivere qualcosa su dei fogli e aspettai che parlasse.
«Ho sentito che tu e Lena vi siete lasciati. Mi dispiace» certo, e tu sei un brav'uomo. Sospirai, cercando di non lanciargli qualcosa in faccia e mi accomodai di fronte alla sua postazione. Sprofondai nella poltrona in pelle e guardai quel figlio di puttana.
«Non eravamo innamorati» risposi freddo e lui mi rivolse un sorriso gelido. Era avvolo da un abito nero, elegante, il quale dava l'aria di essere costoso. Uomini mafiosi, uomini che valgono oro. Letteralmente.
«Ma intanto te la sbattevi come Dio comanda» rise. Strinsi le mani e lo guardai. Non era giornata Gabriele, perciò muoviti o ti infilo quella fottuta penna su per il c-
«Vando le ciance, mi servi per una questione importante» annuii e lui andò avanti. «Dovresti tornare per qualche giorno in Argentina, mi servono informazioni sui Sosa» disse, come se niente fosse. Come faccio a dargli informazioni sui suoi nemici se la mia ragazza fa parte di loro? Mi dovevo inventare qualcosa, Lena lo avrebbe fatto insieme a me.
«Come posso aiutarla se in quella casa non sono il benvenuto?» domandai, curioso di sapere la sua uscita alla James Bond. Appena lo avrei detto a Lena, la sua mente contorta avrebbe fatto i salti di gioia.
Una volta mi fece leggere una storia, scritta da lei, e i particolari erano fantastici. Aveva un talento unico, meglio di Agatha Christie e Doyle messi insieme.
«Sono sicuro che una scappatella con lei non te la toglierebbe nessuno» rispose tranquillamente. Credo che la parola amore nel suo vocabolario non esistesse. Sospirai nervoso, mi alzai ed uscii dall'inferno. Avevo bisogno di una sana sigaretta per calmarmi.

Mentre la nicotina viaggiava nel mio corpo, presi il telefono. Mandai un massaggio all'argentina e aspettai che mi rispondesse. Se l'avessi chiamata mi avrebbe lasciato per davvero, urlandomi contro in spagnolo e dicendomi che non dovevo interromperla durante la lezione. Delle volte era irascibile e ossessiva. Ma la amavo così, con la sua pazzia.

Fortunato che ho appena finito un'ottima interrogazione sulla violenza psicologica. Cosa vuole El Hijo de puta?

Ridacchiai e risposi: informazioni sulla tua famiglia e che ti scopi per averle.

YoungbloodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora