LUKE
Ero un fascio di nervi. Non era sano che lei stesse in quella maledetta casa con quel maiale. Non lo davo a vedere, ma il muro della stanza ne subiva le conseguenze.
Dicevo che mi facevo male in palestra: troppi pugni al sacco. Ma non era vero, ogni giorno che passava era un continuo peso.
Lena... Lena era il mio unico pensiero. Era sempre costante tanto da diventare la voce della mia coscienza. Stavo diventando pazzo, che pensai che alla fine di questo inferno ci avrebbero rinchiuso in un manicomio. Sembrava di essere in Asylum di AHS. Non potevo continuare così, ma lo facevo per lei e perché la amavo.
Cazzo, non amavo una ragazza così tanto dai tempi di Mayla. Avevo il cervello fuso, letteralmente.Presi un grosso respiro e le mandai un messaggio. Quanto cavolo stavo mentendo? Ma soprattutto, quanto stavo mentendo a lei?
Dopo suo padre nessuno dei due stava capendo niente. Lei più di me: dopo quel giorno vidi un'altra Lena.
Una ragazza che, nonostante il sostegno dei suoi amici e del mio, stava cadendo. Sembrava essere inciampata e facendo una caduta così lenta e dolorosa dentro un vuoto immenso e infinito che appena raggiunta terra, si sarebbe letteralmente spezzata.
Pensavo che avesse raggiunto l'apice dopo la sera nel night, ma lo raggiunsi prima io di lei. Quel giorno fu l'inferno. Un totale caos che mi fece capire quanto tenessi a quella ragazza. La amavo e non potevo farci niente.
Questi due mesi furono un susseguirsi di negazioni e una coltellata al cuore dopo l'altra. Prima il padre, le sue bugie, lo stupro, il coma, la perdita di memoria, Kayla rapita dal padre, ancora menzogne da parte della sua famiglia. Lena che mi odiava, io che la lasciai andare, io che la riprendevo, la scommessa e poi Arzaylea. La verità, Lena e l'accordo di Marino. Lei che mi lascia, poi mi riprende. Tra un mese finirà tutto e io sto di nuovo prendendo a pugni il muro.
Mi guardo la mano e urlo. Sono disperato e non lo do a vedere. Sembra di essere in una corsa nell'oblio più profondo e buio. Lei soffriva, lo si notava. Ma io? Io ero sempre al suo fianco, prendevo un respiro enorme e le dicevo che c'ero io. Che l'avrei protetta. Che si poteva fidare e che l'amavo. Ma la verità era soltanto una: stavo una merda per colpa di tutta questa storia ma mentivo a me stesso e mentivo a lei. Cosa si fa per amore, eh?Due? Tre? Quattro? Persi il conto di tutte quelle volte che persi il controllo. Non potevo starmene seduto a non fare niente, non era da me. Le mandai dei messaggi. Ero proprio fuso per questa ragazza.
Come sta andando la cena?
Il bastardo ti ha toccata?
Stai bene?Mi rispose dopo mezz'ora. Ma, essendo preoccupato e avendo un cuore, chiamai Pierre e gli dissi che ero troppo nervoso e la cosa non mi piaceva per niente. Per fortuna che era sveglio o sarei andato da solo a prenderla, al costo di aver preso qualcuno a calci in culo. Ero un fascio di nervi.
Mi rispose al primo squillo dicendomi che tra dieci minuti mi sarebbe venuto a prendere. Adoro quest'uomo. Chiudo la chiamata e mi vestii. Infilai un maglione nero e un paio di jeans. Presi giubbotto e scarpe, lasciando le chiavi di casa: sarei rimasto da lei.
Presi un grosso respiro e guardai il telefono aspettando una risposa dalla ragazza. Niente, ancora niente.
Sospirai e infilai le scarpe mentre aspettavo che l'ascensore mi portasse al piano terra. Mi guardai allo specchio e un altro sospiro lasciò le mie labbra. Non dormivo da giorni, ma non potevo farci niente.
Legai i capelli in un codino. Avevo rubato una molla per capelli a Lena, volevo sempre averla con me e tutto questo mi faceva del bene. Stavo rincoglionendo per questa ragazza, ma come ho già detto: cosa si fa per amore, eh?Entrai in macchina salutando Pierre. Mi rispose con un cenno della testa e partì. Quest'uomo passò dall'odiarmi al dire che ero l'unica certezza di Lena. Ma come potevo salvarla se non riuscivo a salvare me stesso?
Presi un altro respiro e guardai il cellulare. Mi aveva risposto che stava bene, che le aveva solo preso la mano e che stava andando al vecchio molo a prendere Kayla. Lo dissi a Pierre e lui girò a destra. Il silenzio calò nella macchina e io strinsi i pugni al sol pensiero di Marino che prendeva le sue mani.
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Youngblood
Fanfiction[COMPLETA] Le sue carezze, i suoi baci. I brividi sulla pelle, le farfalle nello stomaco. I respiri affannosi, gli occhi che si perdevano. Avevano scelto di stare insieme, non per passatempo, ma perché si amavano davvero. Avevano scelto di rischiar...