Third Part

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55. Luke

Quando i miei occhi la videro per la prima volta, non seppi cosa aspettarmi. Avrei voluto che fosse soltanto una botta e via, invece risultò la botta più grande e permanente della mia vita.

Settembre 2019
Lei camminava per le strade di Buenos Aires. Era una dea, con i suoi capelli lunghi e il sorriso stupendo. Il corpo meraviglioso. Delle volte indossava dei semplici jeans, delle altre delle gonne a ruota.
La sua risata rimbombava nella mia testa e io la guardavo incantato. Le prime settimane fui uno stronzo con lei. Non potevo farci niente, era nella mia natura trattare male le persone, ma lei era diversa. Placai i miei istinti sessuali, in un certo senso, e decisi che lei doveva essere il mio rebus più grande.
Ci baciammo la prima volta, e per quasi un mese non ci parlammo. Non ero abituato a baciare una ragazza e starci male. Lena era diversa, non era come Katy o Sierra, non era Mayla che prendeva e se ne andava come se niente fosse importante. Infatti, fui io che me ne andai da lei e arrivato al bacio, la lasciai senza spiegazioni. Mi diedi del coglione e dopo la ramanzina di mamma Crystal, andai a parlarle.

Ottobre 2019
Quando fui di fronte a lei, non sapevo nemmeno se lei avesse voglia di parlare con me. Non sapevo se avesse ancora voglia di vedermi, di starmi accanto e di continuare la nostra storia. Sempre se ce ne fosse mai stata una e se fosse mai nata.

Le cose andarono troppo veloce con lei. Non avevo mai avuto problemi con le ragazze, ma Lena aveva bisogno di calma e strategia. Non potevo prenderla e spezzarla così, come se niente fosse e buttarla via. Lei era speciale, aveva la capacità di calmare i miei ormoni e i miei demoni. La rabbia repressa era qualcosa che non sopportavo e placavo con le sigarette. Non mi bastarono più, dopo che lei entrò a far parte della mia vita.
Tornammo, dunque, a frequentarci e decidemmo di riprovare questa cosa. Non amavo qualcuno da troppo tempo e ora, riavere una ragazza fissa nella mia quotidiana, mi faceva paura.
Da dove si iniziava? Se un bacio portava così tanto scompiglio nel mio corpo, come avrebbe reagito se questa ragazza si fosse insinuata ancor di più nelle mie radici? Cosa avrebbe comportato rischiare per lei? Dove saremo arrivati?
Mi chiese perché non ci baciavamo più, perché non provavo più a baciarla. Non lo sapevo, forse per non mandarla via o allontanarmi da lei. I nervi mi si accavallarono e niente, ci allontanammo di nuovo. Questa volta per poco.

Novembre 2019.
Una settimana. Calcolando i giorni in cui non ci parlammo, potevo dire che formavano una settimana. Litigavamo per cose stupide, non potevamo farci niente. Eravamo fatti così, due persone in contrasto tra di loro. Sembravamo due boomerang, più ci allontavamo, più la voglia di tornare indietro aumentava. Non potevamo farci nulla.

La nostra storia, però, fu rovinata da suo padre. Venne interrotta dai Marino, da Gabriele e da Arzaylea. Lei era una grandissima zoccola. Non la sopportavo, era inutile nella vita e metteva, non il dito, ma entrambe le mani nella piaga. Avrei voluto strangolarla a mani nude, ma meglio lei in prigione che me. Fu un mese di merda.

Lena che accettava di lavorare per Marino in modo da salvare Kayla. Lei che veniva violentata, io dietro quella dannata porta e poi l'oblio. Il suo risveglio non promise nulla di buono, dimenticò me. Dimenticò noi. Tutto novembre fu una bella sfida nel non raccontargli la verità. Mi ero impegnato tanto, ma non potevo continuare a stare nel buio mentre lei cadeva pezzo dopo pezzo.
La volevo aiutare, offrendole una dannata tregua. Lei tornò quella di prima, io rimisi il piercing e Arzaleya rovinò tutto quanto. Quella brutta figlia di puttana l'avrebbe pagata.
Di nuovo lontani, lei mi odiava e io l'amavo. Com'è crudele il mondo con noi, delle volte un vero e proprio incubo.
Ma, per fortuna, lei tornò da me e le promisi che l'avrei aiutata in tutto quanto. Anche mentre lei stava dai Marino.
Novembre fu un inferno, ma due settimane prima di Natale trovammo il corpo di Kayla quasi senza vita.

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