69. I'm A Mess

30 1 0
                                    

LUKE

«Io non ti amo più» le sue parole furono come un coltello affilato. La sua bocca aveva appena pronunciato quella frase. La lasciai e i suoi occhi si riempirono di lacrime. Non poteva averlo detto sul serio, non poteva essere così meschina!
«C-che stai dicendo...» la mia voce fu un sussurro. I suoi occhi erano pieni di panico, le sue labbra tremavano e il suo corpo non era come quello di un tempo. Era sciupata, non la solita ragazza dall'energia pimpante e gli occhi pieni di felicità. Non lo teneva più quel sentimento, da mesi era solo triste.
«Devo andare, scusami» mormora infine, troncando la nostra discussione. Uscì dalla porta e sentii i suoi passi allontanarsi il più presto possibile. Col cavolo che te ne vai, Sosa.
Corsi fuori, per il corridoio e guardai il suo corpo correre via. Per fortuna ho le gambe lunghe e la raggiungo in pochi secondi. Non così in fretta,dobbiamo parlare.

La presi dal polso e la bloccai, spingendola contro il muro. I suoi occhi mi guardarono furiosi, ma io non gliela diedi vinta. Stavamo giocando a questo maledetto limbo da almeno un mese, e tutto questo non ci faceva bene. Stava con Ashton solo per divertimento, non era amore.
«Lasciami stare Luke» mormorò, distogliendo lo sguardo dal mio e sospirando nervosa. No Lena, e non lo farò mai.
«Smettiamola con questa farsa, ci stiamo distruggendo a vicenda» le dissi e i suoi occhi scattarono su di me. Mi spinse con le mani allontanandomi da lei.
«Ci stiamo? Sei tu che mi hai preso in giro per mesi! Amo un'altra persona, come fai a non capirlo!? » urlò, e ringrazio il cielo che non ci sia nessuno nei corridori, in questo momento.
«Amore? Non sai nemmeno cosa significhi amare qualcuno!» le dissi e i suoi occhi si spensero. Forse ho esagerato, forse ho fatto bene o forse no. Ma non mi importava, non potevo lasciarle dire certe cose.
«Se non lo sapessi, non sarei qui. Forse, sei tu quello cielo, quello che non vive la realtà non dimostrando i suoi sentimenti». Non lo faccio? Mi sto dannando per lei e per la nostra storia. Le ho detto di mandare una maledetta ammissione a quella dannata università per stare insieme, per continuare nel migliore dei modi la cosa e lei mi dice che sono cieco e senza sentimenti? Bene Sosa, ora vedrai il vero Luke.
«Forse hai ragione tu, forse sono cieco per davvero o semplicemente, nemmeno io provo qualcosa per te» la testa cominciò a farmi male, ma lei aveva del tutto spezzato il mio cuore. Non poteva nemmeno immaginare cosa stessi provando da giorni, cosa il mio dannato subconscio mi stesse facendo. Sembrava di attraversare ogni singolo fottuto girone dell'inferno e adesso, Lucifero mi stava accogliendo tra le sue braccia. Grazie mille Sosa.
«Che cosa stai dicendo?» la sua voce era un sussurro spezzato. Non provai nulla, se non rabbia verso i suoi confronti e la sua dannata considerazione che aveva per me. Forse l'aveva sempre provata ma non lo dava a vedere e fingeva di tenere a me.
Mi credi così bugiarda, Luke?
Vedila come vuoi tu, ma hai appena detto di non amarmi e che non sono in grado di farlo.
«Tutto quello che abbiamo avuto, non era altro che un semplice accordo con i ragazzi. Tutto quello che abbiamo fatto, era solo finzione. Volevo vedere a che punto saremo arrivati, vedere se una ragazza come te avesse fegato nel rischiare la sua vita per il nuovo arrivato della scuola. In tutti i libri succede, e guarda un po' chi è cascato nella rete» risi alla fine e un dolore lancinante mi invase il petto. Lena mi guardò, incredula e il suo corpo stava tremando. Il suo viso fu invaso dalle lacrime. Stavo combinando un enorme casino, ma aveva acceso la bomba lei stessa.
«Non sai quello che dici...Luke, dimmi che è uno scherzo» si avvicinò e le sue mani presero le mie, le strinsero e per poco non mi misi a piangere insieme a lei. Dovevo finire tutto questo dolore, non potevamo continuare a farci del male in questo modo agonico.
«Sei...sei stata solo uno sfogo sessuale in questi mesi. Volevo solo divertirmi, e l'ho fatto nonostante i mille problemi portati dalla tua famiglia» mormorai freddamente, sentendo il mondo caderci addosso. Guardai in lontananza Ashton, che girava per i corridoi e cercare, sicuramente, Lena. Presi un grosso respiro e guardai la ragazza, incredula di quello che le avevo detto. Lei non ci credeva, io non credevo di aver detto quelle parole. Mi staccai da lei, una ragazza ormai spezzata in tutti i modi. Mancavo solo io, ma avevamo appena ucciso entrambi. Lei mi aveva detto di non essere capace di amare, io lo avevo appena ammesso. Ma sapevamo che non era per niente vero.
«Non lasciarmi...ho bisogno di te» si avvicinò a me, come fuoco mi bruciò il corpo. L'universo intero stava perdendo gravità. Ashton stava avanzando, e io dovevo troncare subito.
«Mi dispiace, ma ti avevo avvisata» risposi, indietreggiando, cercando di sorridere bastardamente per non piangere come un coglione. «Ti avrei solo spezzata il cuore e l'ho fatto»

YoungbloodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora