Jade
Quella settimana si era aperto un nuovo locale texano in città, e il mio intuito sapeva che quel venerdì sera, Jude ci sarebbe andato.
Non che lui fosse un ragazzo prevedibile -la prevedibilità mi annoiava mentre Jude no, nient'affatto- ma di sicuro questa città ti portava ad esserlo a volte.
Non era certo New York o Las Vegas, e se volevi un po' di novità e di divertimento, ti aggrappavi a qualsiasi cosa nuova spuntasse fuori da un giorno all'altro.
Un nuovo locale monotematico sembrava una buona attrazione -o almeno lo sarebbe stato per i primi mesi- e sapevo che nessuno avrebbe rinunciato a dare un'occhiata.
Per i primi giorni, ci avrei trovato dentro tutta Charleston.
Ma a me bastava che ci fosse una persona sola.
Non ho intenzione di vestirmi a tema ma opto comunque per un pantaloncino di jeans e una camicia. Lascio i capelli sciolti, e marcio impaziente giù per le scale.
Mia madre mi osserva perplessa dal divano mentre gli sfilo davanti.
Be', non che i miei occhi la stiano guardando meno interdetti visto quell'enorme pigiama da pantera rosa in cui si è infilata.
Devi proprio possedere una grande autostima per indossare una cosa del genere davanti al tuo uomo.
<<Non dirmi che vai anche tu in quel locale di cui parlano tutti>> esordisce scettica.
<<Sono solo curiosa>> minimizzo alzando le spalle.
<<Tu non sei curiosa. Non per qualcosa verso cui sono già curiosi tutti i ragazzi in città. Mi sbaglio?>>
Quando socchiude gli occhi e mi studia in quel modo, mi ricorda tanto Rebecca Bloomwood durante una delle sue sessioni di shopping in un giorno di saldi.
I love shopping è uno di quei film che io e mamma abbiamo guardato qualcosa come trenta volte.
E mia madre ha imparato a impersonare Rebecca alla perfezione per come scandaglia il suo negozio preferito il giorno del Black Friday.
Ecco, se proprio dovessi dire come mi sento in questo momento, direi come un paio di Jimmy Choo scontante del cinquanta percento.
<<Dio, ma cos'è questa storia? Mi annoio e sto solo andando in esplorazione>> sbotto evasiva.
<<Jude, sei strana. Hai un ragazzo per caso?>>
Quella domanda non me la aspetto.
Scoppio a ridere divertita -come se avesse detto la cosa più assurda del mondo- quando poi pur non avendo fatto centro, ci è andata parecchio vicino.
Non ho un ragazzo, ma sono strana per via di un ragazzo.
<<Cosa te lo fa credere scusa? La mia media a scuola è ancora intatta, non ho la testa fra le nuvole ventiquattro ore su ventiquattro e la notte dormo sempre a casa>>
Però, accidenti che intuito.
Il suo intuito mi ha sempre fatto paura, lo ammetto.
In un'altra vita, mia madre doveva essere una specie di cane segugio.
Ogni volta che come adesso mi guarda con quegli occhi socchiusi, me la immagino sotto forma di Golden Retriever che dilata le narici, e corre come un matto col naso per terra alla ricerca di tartufi pregiati o introvabili spacciatori.
<<D'accordo, non tornare tardi>> sospira alla fine.
Mi bacia fra i capelli e finalmente mi lascia andare.Tutto questo casino all'entrata, mi fa quasi venire voglia di tornarmene a casa.
Insomma, non lo troverò mai qui in mezzo, e lui potrebbe aver avuto la mia stessa idea ed essere fuggito via da questa calca soffocante.
Vabbé, ormai che ci sono.
Mi faccio largo fra ragazzi che fumano sigarette dalle sostanze discutibili, e una volta dentro mi perdo nel particolare arredamento del locale.
Uh, niente male davvero.
Questo posto somiglia parecchio ai classici Saloon che si vedono nei film western.
Un bancone lunghissimo ricopre un'intera parete, gli sgabelli di cui è corredato sono già tutti occupati.
Il resto dello spazio è equamente diviso tra una zona piena di tavolini molto rustici, una pedana rialzata per ballare, e un'attrazione che non riesco ad identificare per via delle file che la circondano.
Il personale se ne va in giro con vistosi cappelli da Cowboy e stivali pesanti.
Per poco uno di loro non mi versa un boccale di birra addosso, mi salvo grazie ad una mano che prontamente mi tira indietro.
Finisco su quello che sembra un torace muscoloso, e guardo la birra schiantarsi per terra piuttosto che sulla mia camicia.
Mi volto grata, e resto felicemente sorpresa nel constatare a chi appartiene la faccia più che familiare del mio salvatore.
Mmh, mi piace questa cosa che per una volta sia tu a trovare me.
<<Jade. Ma sei ovunque!>> esclama incredulo.
<<Sempre pronta a movimentarti la serata>> ribatto ammiccante.
<<A metterti nei casini vorrai dire>>
Se proprio vogliamo essere precisi.
<<Be', si, quella potrebbe essere la mia specialità>>
<<Ti serve un hobby, questa storia che ti annoi e vai in giro da sola deve finire>>
Assume la classica posa da rimprovero da braccia conserte e caviglie incrociate, e si sforza di restare serio.
Intanto, si prende anche del tempo per studiare il mio abbigliamento e le mie gambe nude.
Di conseguenza, credo di avere tutto il diritto di fare lo stesso e di notare quanto gli aderisca bene ai muscoli quella camicia a quadri.
Idem i jeans.
Insomma, c'è davvero un sacco di stoffa aderente che mette in risalto un sacco di muscoli scolpiti.
<<Ma no, alla fine ci troviamo sempre e non sono più da sola no?>> gli faccio notare poi, riportando l'attenzione sul suo viso e aggiungendo un sorriso smagliante.
<<Già>> conferma, diventando pensieroso e sospettoso.
Ops, non vorrei essermi fregata con le mie stesse mani.
<<OhMioDio, è un toro meccanico quello?>> urlo all'improvviso tutta eccitata per distrarlo.
La gente in fila -probabilmente stanca di aspettare- si è notevolmente ridotta, e adesso riesco a vedere cos'è che celava.
Be', il mio entusiasmo a questo punto è sincero.
Ho una gran voglia di provarlo, e al contempo di vederci Jude su quell'affare.
Devo solo convincerlo a salirci.
In qualche modo.
Bene, se dovrò sfidarlo per raggiungere il mio obiettivo, nessun problema.
Anche se la sua espressione non è per nulla incoraggiante: Jude si sta passando una mano sul viso, semi disperato, e mi sembra persino di vedere una vena pulsare sulla sua fronte.
Sembra tanto un padre che sta per assistere all'ennesima richiesta assurda della figlia.
<<No>> scandisce subito.
<<Come no? Certo che si invece, non ho le allucinazioni, sono lucida io, lo stesso non si può dire di te forse>>
<<Il mio no era riferito a qualsiasi cosa ti stesse passando per la testa. E a qualsiasi cosa stesse per uscirti di bocca>> chiarisce risoluto.
<<Non fare l'esagerato adesso. Non ti ho mica chiesto di scegliere una donna a caso da questo locale e fare una cosa a...>>
<<Non finire quella frase!>>
Ho così tanta paura che quella vena gli scoppi, che no, non la finisco davvero.
<<Oh, non essere così antipatico. Andiamo, lo proviamo?>> insisto, facendo gli occhi dolci.
Niente. Jude resta impassibile come una stalattite fredda e solidamente attaccata alla sua roccia.
<<Ti ho già risposto>>
<<Su, fammi compagnia. Ti sfido>>
Incrocia le braccia, si mette più comodo, e mi fissa irremovibile.
Come se non avesse ancora ben chiaro che in lui niente resta irremovibile troppo a lungo quando ci sono io nei dintorni.
So io come farti capitolare.
<<Come vuoi>>
Gli rivolgo un sorriso serafico, faccio un passo verso l'uomo accanto a lui, lo richiamo con un colpetto sul braccio, e non appena apro bocca per avanzare la mia richiesta, Jude, intuendo le mie intenzioni, mi prende per mano e mi trascina via ringhiando un esasperato "e va bene dannazione".
Quanto mi piace spazientirlo così.
Quanto mi piace questa sua voglia di proteggermi, e il fatto che non sappia ignorarmi mai per più di cinque minuti.
Il fatto che alla fine, lui ceda. Sempre.
Dopo una mezz'ora buona di fila in cui Jude non ha fatto che sbuffare e incenerirmi con lo sguardo -mentre io ridacchiavo divertita senza nasconderlo- finalmente stiamo salendo sulla pedana e occupando entrambi i tori meccanici.
Ci hanno perfino dato un cappello, e io inizio a chiedermi sempre più seriamente se Jude non abbia origini texane, perché con quei capelli e quei lineamenti che si ritrova, e con quel cappello addosso, potrebbe benissimo essere stato sputato fuori da, che so, Austin.
O anche da Pocahontas ora che ci penso.
Neanche due minuti dopo, quando la velocità dell'animale meccanico inizia ad aumentare, ho la conferma di quanto un Jude già meraviglioso da fermo, messo in una posizione del genere sia proprio uno spettacolo.
Peccato che sfidandolo, io non possa godermelo appieno quello spettacolo.
Al contrario del pubblico femminile qui davanti, che mi ricorda tanto una folla di ragazzine in calore, impazzite per qualche inutile idolo del periodo.
Dio, è solo un ragazzo dopotutto.
Detto da me non regge eh?
Be', io posso pur sempre dire che non è soltanto per il corpo che si ritrova che sono ossessionata da lui. Dietro ci sono tutti i momenti che abbiamo condiviso negli ultimi mesi, il tempo che gli ho dedicato nelle mie sedute di stalking... insomma, è un po' come tutta quella storia del Piccolo Principe e della rosa di cui si è preso cura.
Ad ogni modo, non appena trovo la stabilità necessaria per non cadere già da questo affare, mi concedo finalmente un'occhiata che duri più di due secondi nella direzione del mio avversario.
La prima cosa che penso, è che il suo corpo che si muove sinuoso, potrebbe mandarmi a fuoco come se avessi assaggiato il peperoncino più piccante al mondo.
Quei fianchi che ruotano per adattarsi al movimento della macchina sotto di lui.
Quelle braccia che si fanno possenti il doppio per lo sforzo.
Quei capelli che gli ricadono disordinati sul viso.
Mi perdo. Mi perdo nell'intensità di quel momento.
E non so che tipo di sfumatura abbiano acquistato i miei occhi adesso, ma so che a un certo punto lui quello sguardo addosso se lo sente.
Perché si volta a incontrarlo, e lo ricambia pure.
A malapena per un istante però.
Un istante in cui nonostante i due metri che ci separano, avverto la sua tensione venire incontro alla mia.
E per Jude questo è troppo.
Si butta giù sul materasso di proposito, e fregandosene del boato deluso degli spettatori, attraversa la folla e scompare.
Lo seguo a ruota, ma finisco per perderlo nella confusione.
Lo trovo qualche minuto più tardi fuori dal locale.
<<Jude!>>
<<Torna dentro>> mi intima.
Da come evita i miei occhi, da come marcia sul cemento con le mani fra i capelli, direi che è parecchio incazzato.
E io ho paura di scoprirne il motivo.
<<Che ti prende?>> insisto lo stesso.
Mi ignora ancora per qualche secondo, poi si ferma e mi spiazza.
<<Sei attratta da me Jade?>>
A questo, davvero non sono in grado di trovare una risposta.
Ma non perché non c'è l'abbia, ovvio.
<<Perché potrebbe essere un problema>> continua.
E allora scoppio a ridere.
Piuttosto che sentirmi intimorita, piuttosto che fare un passo indietro, piuttosto che scappare via, gli rispondo con una squillante risata di cuore.
<<Ah si? Perché io invece ti faccio schifo eh?>> lo accuso sardonica.
Lui stringe i pugni, chiude per un attimo gli occhi, stringe i denti, e io penso che non ho mai visto Jude accendersi tanto per nessuno.
E la cosa, mi fa un piacere inspiegabile.
Non perdi le staffe così per chiunque giusto?
<<Io non ti guardo come se volessi saltarti addosso>>
<<Perché non vuoi farlo, o perché sai nasconderlo?>> lo metto alle strette.
<<Perché non voglio farlo>>
Almeno, potresti provare ad essere più convincente sai?
<<Bugiardo, è la seconda. E comunque, mi spiace per te ma non sai nasconderlo poi così bene>>
Ed ecco che i suoi occhi hanno di nuovo la sfumatura di un cielo in tempesta.
Un cielo in tempesta pieno di fulmini.
Fulmini diretti verso la sottoscritta.
<<Non doveva andare così. Perché vuoi rovinare tutto? Stiamo bene, ci divertiamo, e ora tu cerchi di portare a galla una presunta...>>
<<Presunta?>> lo interrompo scettica.
<<Basta con queste cazzate>>
<<Stavolta ti do ragione, basta con le cazzate, o giuro che ti porterò a contraddire le tue stesse parole in meno di un minuto>>
E ora sono io il cielo in tempesta.
<<E come pensi di riuscirci?>> mi deride.
<<Ti salto addosso davvero. E sai che il tuo corpo reagirebbe . Sai che la tua bocca ricambierebbe i miei baci, che tu ti muoveresti con me...>>
Mentre parlo, qualcosa nei suoi occhi si trasforma.
Il ghiaccio si scioglie.
E il fuoco divampa.
E lui si avvicina. Finché non mi è addosso.
<<Ah si? Lo so?>> mi chiede, e il suo tono si fa quasi dolce, quasi ansimante.
Fintamente dolce.
Fintamente ansimante.
Mi sta sfidando lui stavolta. Mi ha strappato di mano le redini del gioco.
E io, vacillo.
E mi accorgo di essere brava a guidare, ma non a stare al passo.
Mi prende in contropiede e mi confonde, lo ammetto.
Potrei andare avanti.
Mi sta dando l'occasione di svoltare questa pagina su cui siamo fermi da mesi, mi sta dando l'occasione di osare.
Ma ora io inizio a perdere sicurezza, e non credo più di volerla voltare quella pagina.
Mi accorgo di non essere pronta a smettere di giocare con lui.
Adesso che forse siamo a un passo dal perdere le cose come stanno, io sento già che questa cosa che abbiamo mi mancherebbe, e ho paura di cambiarla.
Alla fine, questo è pur sempre qualcosa.
Se dopo diventasse niente invece di tutto?
Intanto Jude posa la sua fronte sulla mia.
Si avvicina sempre di più, ma lascia di nuovo a me le redini.
Devo tirarmi fuori da questa situazione.
Perché so per certo che quel niente non lo sopporterei.
Mi sporgo verso di lui, ma le mie labbra si posano sulla sua guancia.
Non è neanche lontanamente abbastanza rispetto a ciò che vorrei fare.
<<Andiamo a casa?>> gli chiedo poi, come se niente fosse.
Jude resta in silenzio e mi accontenta.
E questa notte, probabilmente diventa come un'equazione matematica scritta col gesso sulla lavagna.
Presto verrà cancellata con un colpo di spugna.
Presto non ne resterà niente.
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Finché Respiro (Until I Breathe #1)
ChickLit#1 La Storia Di Jade e Jude "Se fossi una favola, saresti Alice nel Paese delle Meraviglie. Hai la follia del Cappellaio Matto e il sorriso dello Stregatto." * * * Era iniziato tutto come un gioco fra Jade e Jude. L...