Diciannove ~ Come In Ogni Cosa In Questo Mondo

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Jade

Il lavoro alla radio mi stava portando via un sacco di tempo e di energie, ma più passavano le settimane e più adoravo da morire questo impegno che avevo deciso di prendere.
Finalmente avevo trovato qualcosa che riempisse i momenti vuoti e che mi facesse felice, una passione che sentivo era giusta per me e che mi dava soddisfazione.
Mentirei se fingessi che i primi giorni un po' non avevo temuto questa storia del parlare in diretta e di essere ascoltata da chiunque a Charleston, ma alla fine la cosa mi era venuta abbastanza spontanea e naturale.
E poi mi trovavo bene in quel contesto, mi trovavo bene in mezzo alla musica, e mi trovavo benissimo con me stessa e con Carter.
Era davvero un ragazzo in gamba, e ci sapeva fare col suo lavoro e con la gente.
Se la mia testa non fosse già stata occupata da un certo ragazzo con i riccioli biondi, avrei anche potuto farci un pensierino.
E a proposito di Jude, quello che era successo l'altra sera ancora mi tormentava.
Quella confessione a metà era stata peggio che dirgli niente o che dirgli tutto quello che stava succedendo nella mia vita, quella mezza verità un giorno mi avrebbe rovinata e lo sapevo.
Il fatto che fossi figlia di un Lupo, per assurdo, lo aveva scioccato ma non gli aveva fatto avere la reazione che avevo temuto, non l'aveva portato a vedermi con occhi diversi.
Lui credeva che in quella storia non avessi colpe, ma lo credeva perché non aveva idea che con quell'altro pezzo di famiglia io ci avessi dei contatti.
Lui credeva che non avessi niente a che fare con i Lupi, che non ci condividessi nulla a parte il sangue, e io non avevo avuto il coraggio di smentirlo, di andare fino in fondo, di rivelargli come stavano realmente le cose. Mi ero limitata a uscirmene con frasi che sapevo non avrebbe compreso, e che potevano significare tutto o niente.
Sentivo che non l'avrebbe digerito il resto, sentivo che non gliene sarebbe fregato nulla del mio punto di vista e sapevo che, quando si trattava dei Lupi, i suoi occhi non vedevano altro che nero.
Come avrei potuto osare tanto davanti a quella prospettiva?
Gli avevo lasciato intuire che c'era dell'altro però.
E poi, alla fine, il discorso si era chiuso da solo.
E fra noi era calato il gelo. E quelli erano gli ultimi ricordi che avevo di lui.
Ora come ora, e per com'era finita, la situazione faceva parecchio schifo, si.
<<Allora, qual è la canzone del giorno?>>
La voce di Carter irrompe fra i miei pensieri, e mi ricorda che fra meno di dieci minuti siamo in onda.
Rispondo alla sua domanda così che possa preparare il brano, e in cambio ricevo un'occhiata di approvazione.
<<Uuh, caspita, mi piacciono i tuoi gusti. Conosco quella band, parecchio sottovalutata purtroppo. Ma cosa sei, una specie di cane da tartufo che fiuta la buona musica?>>
Lo prenderò come un complimento.
E non credo che risponderò.
Lo guardo perplessa, e Carter sorride quando capisce di aver detto un'altra cosa strana.
Ha sempre queste battute così insolite.
E questa è una delle ragioni che fanno di lui un ragazzo insolito.
Come ho già detto, se qualcuno non l'avesse preceduto e fosse arrivato prima a stravolgermi la vita...
Seguendo quello che ormai è un rituale, cinque minuti prima che inizi la diretta ci chiudiamo in studio per sistemarci e provare le cuffie e i microfoni.
Poi non appena le lancette scoccano le quattro, Carter da il via alla trasmissione e poco dopo mi passa la parola.
<<Buon pomeriggio Charleston, quanti di voi stanno aspettando la perla rara del giorno? Senza straparlare oltre vi faccio subito ascoltare "Hey There Delilah" dei Plain White T's. Conoscete la storia di questa canzone? Higgenson l'ha scritta per una ragazza per cui aveva perso la testa, peccato che abbia ricevuto un bel due di picche. Ad ogni modo, il nostro frontman le aveva confessato di aver scritto una canzone per lei quando in realtà il brano non era stato scritto affatto. La canzone è nata un anno dopo. Perciò ragazzi, oggi vi lancio una sfida: fate come Higgenson e osate per una ragazza che vi piace, oppure dedicatela a chi sta lontano da voi. Lasciatevi ispirare dalla meraviglia del testo e della musica, e vivete quattro minuti e tre secondi di pura estasi>>
Carter mi fa l'occhiolino -il suo tipico gesto per farmi intuire che ha parecchio apprezzato il mio discorso- e fa partire la canzone, e anche io mi lascio trasportare dalla melodia malinconica.
Quattro minuti e tre secondi esatti dopo, apriamo la rubrica delle dediche in cui gestiamo le telefonate da casa.
È una rubrica che adoro questa, perché non ci limitiamo a chiedere ai ragazzi che brano vogliono dedicare e a chi vogliono dedicarlo, ma ci facciamo raccontare la storia del protagonista a cui la canzone è diretta, il rapporto che il ragazzo al telefono ha con lei, e poi sono io a scegliere il brano da mandare in onda il giorno seguente.
Perciò quando due ore dopo stacchiamo e mi tocca tornare a casa, non ci sono soltanto trenta pagine da studiare che mi aspettano, ma anche la ricerca di ben cinque nuove canzoni.
<<Jade! Sei tornata finalmente, piove fortissimo, ero preoccupata>>
Fisso mia madre già infilata nell'ennesimo pigiama assurdo, e ammetto che per una volta la invidio considerati i vestiti che si sono bagnati mentre correvo sul vialetto e che adesso ho appiccicati addosso.
<<Va tutto bene mamma, Carter mi ha dato un passaggio>> le spiego mentre mi lascio aiutare a sfilarmi il giubbotto.
Gesù che freddo, queste temperature così basse qui sono parecchio inconsuete considerato che siamo a metà Aprile.
<<Vai a studiare adesso?>>
<<A studiare e a cercare le canzoni per domani. Possiamo cenare più tardi?>>
<<Certo, quando vuoi. Mark ha il turno di notte oggi, quindi siamo da sole. Devi essere esausta con questo ritmo che hanno preso le tue giornate>> mormora, ma nel suo tono leggo comunque un leggero rimprovero.
Alzo le spalle, e quasi quasi mi aspetto una bella ramanzina sebbene non sarebbe affatto da lei.
<<Sei felice?>> mi chiede invece.
E io annuisco, ancora più felice della sua domanda, perché fra le tante cose che potrebbe chiedermi, non si scorda di preoccuparsi di quella più importante di tutte.
Sceglie di preoccuparsi per la cosa più importante di tutte.
<<Vado in camera mia>> la informo, sparendo su per le scale mentre bussano alla porta.
Non ho nemmeno il tempo di varcare la soglia della mia stanza, che mamma urla il mio nome.
E quell'urlo mi gela il sangue nelle vene.

Finché Respiro (Until I Breathe #1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora