Nove ~ C'è Una Parte Di Te Che Somiglia Ad Una Parte Di Me

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Jade

Jude Cooper era una continua scoperta.
Chiaramente, avevo sottovalutato fino a che punto potesse spingersi.
E chiaramente, la sua vita non era poi così monotona come poteva sembrare ad un occhio esterno.
Insomma, chi l'avrebbe mai detto che il bravo ragazzo che sfoggiava tutto il santo giorno magliette con il logo della ditta di famiglia o dell'associazione di volontariato, la notte se la squagliasse per andare a intrufolarsi in una palestra dove si praticavano arti marziali miste?
Era un po' come essere Mary Jane e scoprire che il ragazzo che ti piaceva era Spiderman.
Ce ne ho messo di tempo, ma alla fine ho smascherato anche questa tua abitudine eh?
Non ero potuta entrare dentro con lui, ma non ci voleva molto a capire cosa ci facesse in quel posto.
Soprattutto una volta che lo avevo visto uscire con quell'aria affaticata e con i capelli raccolti e il respiro pesante.
L'avevo beccato per caso, stavo andando a comprare dei dolci per me e per mamma quando lo avevo visto camminare tutto solo in quella zona di Charleston che sapevo per certo non gli apparteneva.
Considerato che non sapevo dove mi avrebbe portata -e non volevo essere così incosciente da ritrovarmi tutta sola chissà dove, o di smarrirlo in quelle strade e perdermi a mia volta- ero salita su un taxi posteggiato proprio lì vicino, e avevo avvisato mia madre che sarei tornata più tardi perché avevo incontrato degli amici e ricevuto un invito a fermarmi con loro.
Il mio pedinamento in taxi non era durato più di cinque minuti, e mi aveva scioccata in positivo vederlo entrare in quella palestra malandata.
Era stata dura costringermi a restare fuori e a immaginare soltanto il suo corpo in azione là dentro.
Stava prendendo lezioni? Stava combattendo contro qualcuno?
I mie occhi bramavano un simile spettacolo del suo corpo che si agitava e si difendeva, ma per questa sera sarebbero rimasti delusi perché quello spettacolo si sarebbe svolto a porte chiuse, e io ero cosciente di non poter davvero piombare nel bel mezzo di una lezione o di un combattimento o di qualsiasi cosa stessero facendo.
In tutto ciò, piuttosto che fantasticare ad occhi aperti, forse avrei più che altro dovuto preoccuparmi della sua salute eh?
Non era propriamente una cosa da poco scoprire che il ragazzo a cui stavi dietro si dilettava in simili incontri ravvicinati con corpulenti giganti assetati di sangue.
Eppure, a dover essere sincera, non ero preoccupata.
Mi sa che avevo qualcosa che non andava.
Quella scoperta non mi aveva sconvolta quanto avrebbe dovuto, sorpresa di sicuro, ma non stravolto la visione che avevo di lui: praticava uno sport come un altro, e se aveva scelto questo allora era di questo che aveva bisogno, e chi ero io per mettere bocca sulle sue scelte?
Io che ne facevo di continuo di discutibili?
Jude, ora che era stato messo a nudo, aveva paura che lo giudicassi e glielo leggevo negli occhi, ma avevo potuto essere sincera nel tranquillizzarlo.
Insomma, anche lui aveva bisogno di una valvola di sfogo.
Io andavo in giro a combinare casini e lui praticava le arti marziali miste, ai miei occhi lo rendeva solo più umano e interessante e, be', misterioso.
<<Come accidenti mi hai trovato?>> mi chiede incredulo, una volta appurato che non mi deve alcuna giustificazione.
E né tantomeno deve cercare di calmarmi da uno stato di shock in cui non sono caduta, visto e considerato che è come se mi avesse detto che ha appena mangiato pizza per cena.
<<Non ci credi se te lo dico>> sospiro teatrale.
E gli rivolgo pure uno di quei sorrisi angelici che so lo fanno preoccupare terribilmente.
<<Invece mi sa che ci crederò visto che si tratta di te>>
Se proprio insisti.
<<Hai presente quella storia del "segui quella macchina"?>> azzardo, sperando che apprezzi la sincerità.
<<Mi hai pedinato?>>
La sua domanda suona come se ci avesse messo almeno cinque punti interrogativi alla fine.
Alzo le spalle, mi mordo un labbro, e lo guardo con gli occhi da cucciolo.
Sto cercando di mettere su un'espressione che gli faccia pensare ad altro, e stemperi la sua rabbia nel caso ne provi.
<<E non hai neanche problemi ad ammetterlo>> sussurra attonito.
<<Tu adori che io non abbia problemi ad ammetterlo>> lo stuzzico, pungolandolo col gomito.
<<Jade. Stasera sono troppo stanco per questi giochetti. E comunque, questa cosa della noia ti sta sfuggendo di mano>>
Può darsi.
Ma che colpa ne ho se il mio spirito è più irrequieto di un cavallo imbizzarrito?
<<Non siamo tutti così fortunati da trovare un hobby che ci soddisfi appieno. Sii carino con chi lo è meno di te e sta ancora cercando l'ispirazione per la sua vita>>
E con quella uscita riesco a strappargli un'altra delle sue smorfie adorabili e divertite.
<<Hai ragione, mi dispiace, dovrei essere più comprensivo con le povere ragazze che se ne vanno in giro tutte sole ad aspettare che gli piova un'illuminazione dal cielo>> commenta, imitando una sorta di tono da vecchio saggio.
<<Che posso dire? Non sono il tipo che se ne sta con le mani in mano a sperare nella buona sorte, preferisco armarmi di spirito d'avventura e mettermi alla ricerca di qualsiasi cosa mi spetti in questo mondo>>
<<Bella risposta. Ma, fidati, non sei tu che trovi quel qualsiasi cosa ti spetti. Semmai, è lui che troverà te>> mi dice, ora serio.
<<Quindi, è stata quella palestra a trovarti?>>
<<In un certo senso si. Non la stavo cercando quando me la sono ritrovata davanti>>
Mi piaceva la sua teoria.
<<Allora, spero che qualsiasi cosa mi spetti, mi trovi presto>>
E per quanto mi sia affezionata a te, spero che non sia tu l'unico regalo che la vita ha scelto di farmi.
<<Ehi, non mi dici com'è andata là dentro?>> continuo, volendone sapere di più sulle sue avventure notturne.
<<Ho vinto io>> mi informa, scrollando le spalle come se fosse una cosa da niente. <<Ma non mi batto per questo>>
<<Non lo pensavo. Non avrebbe rispecchiato il Jude che sei per il resto del tempo>>
<<Perché, pensi che qualsiasi cosa faccia in quella palestra rispecchi il Jude che sono per il resto del tempo?>> ribatte scettico.
Mi mordo la lingua perché dimentico sempre quanto commenti del genere gli diano fastidio.
<<Perché non dovrebbe? E comunque, puoi essere tutto quello che vuoi Jude. Tutto quello che vuoi. E senza dare spiegazioni a nessuno. E io non ti stavo giudicando né lo farò mai, è solo che mi piace credere di essere una persona con un buon intuito>>
Se non avevo cominciato bene quel discorso, la luce che si era appena accesa nei suoi occhi mi suggeriva che almeno lo avevo finito alla grande.
Grazie al cielo, una delle tante cose che non erano mai cambiate nel corso dei mesi, era la mia capacità di sorprenderlo con le mie uscite molto inusuali, ma parecchio apprezzate.
Dubitavo che in molti gli parlassero così, dubitavo che in molti al di fuori della sua famiglia e degli amici più stretti, andassero oltre a quegli occhi magnetici e a quella massa di capelli e a quel corpo muscoloso.
<<Posso venire a vederti qualche volta?>>
Visto che lui è rimasto in silenzio, decido di osare ancora un po' e butto lì quella proposta.
<<Assolutamente no!>>
L'impeto con cui risponde mi fa desistere dal provare a insistere una seconda volta.
Credo di capire.
Non vuole che veda come si trasforma quando combatte.
Non vuole che veda quel Jude.
Quella versione di Jude.
Quella violenta, libera, oscura.
<<Be', che si fa adesso?>> cambio discorso, quando vedo che il suo umore è pericolosamente calato a picco.
<<Io me ne andrei a casa>> borbotta.
<<Ma dai, sono venuta fin qui, già che ci siamo facciamo qualcosa no?>>
<<Jade, sono davvero esausto>>
<<E se sapessi come farti rilassare?>>
Prendo il suo sopracciglio che si inarca per un si.
Afferro la sua mano con l'intenzione di trascinarlo via, e non mi rendo subito conto di come quel gesto possa apparire intimo.
Non mi rendo conto di cosa faccio, finché la nostra pelle non entra in contatto e io penso che la nostra pelle è appena entrata in contatto e avverto una piacevole fitta alla pancia.
Mi volto, come per chiedergli scusa o il permesso di restare così.
Le sue iridi ricambiano il mio sguardo per un attimo, poi la sua mano rafforza la presa sulla mia, e io mi tranquillizzo.
Va bene.
Per lui va bene.
E per me, be', per me va più che bene.

Finché Respiro (Until I Breathe #1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora