Jade
Stava andando tutto a meraviglia.
L'appuntamento, le risate, i baci, le carezze, gli abbracci, le emozioni amplificate al massimo.
Stava davvero andando tutto dannatamente bene.
Poi Jude aveva aperto bocca, e intrapreso una strada che ci avrebbe portati in un posto poco piacevole.
E non mi riferivo certo a quelle vie dissestate che aveva imboccato per arrivare al Drive In.
Jude voleva conoscermi, e io dopotutto non potevo neppure fargliene una colpa: se questo rapporto doveva evolvere, non poteva restare fatto solo di giochi e di baci, dovevamo aprirci, confidarci, ricordare, e probabilmente io avrei dovuto cominciare a dire la verità sulla mia famiglia.
Se solo Jude mi fosse sembrato comprensivo a tal proposito.
Ma quando si trattava dei Lupi, lui diventava un muro di pietra, e io non avevo tutta questa gran voglia di andare a sbatterci contro a voler essere sincera.
Forse stavo sbagliando, forse mi stavo solo illudendo che più avanti le cose sarebbero state diverse, forse le mie erano tutte scuse, ma avevo deciso che volevo arrivarci pian piano a raccontargli di me ed Evan, di me e di quel padre che oggi sentivo più presente di quanto lo fossero stati tanti altri genitori che li avevano cresciuti davvero i loro figli.
Di come non avrei mai e poi mai rinunciato a loro.
Sputargli addosso tutto questo adesso, lo avrebbe fatto senza alcun dubbio scappare via.
E io non avevo abbastanza coraggio e buon cuore da rischiare di far accadere una cosa del genere, non ancora, lo avevo avuto per a malapena una manciata di ore.
E poi, avrei rischiato di perderlo per che cosa? Erano solo pregiudizi quelli che lo avrebbero fatto reagire d'impulso, solo una marea di pregiudizi. Non potevo sopportare che fossero quelli a rovinare questa storia appena nata.
Io volevo far cambiare idea a Jude, volevo aprirgli gli occhi. Dovevo solo trovare il modo.
"Quell'uomo, chiunque sia, non ha la più pallida idea di cos'è che si è perso"
"Ma non è colpa sua. È colpa di Charleston. È questa città che mi ha tolto mio padre"
Da come mi studia e da come sospira non appena esalo quelle parole, è evidente che non sono sulla carreggiata giusta.
<<Capisco il tuo bisogno di credere che tuo padre non ti abbia lasciata andare. Capisco il bisogno di dare la colpa a qualcun altro. Ma no, Jade. Cosa c'entra questa città? Sono loro, sono sempre loro...>> cerca di spiegarmi, togliendomi un pezzetto di speranza ad ogni parola che dice.
<<No che non sono loro! E sì Jude, è proprio questa città invece. Charleston con i suoi pregiudizi del cazzo e le sue regole non scritte, Charleston con la sua stupidità, Charleston con la sua ipocrisia. Charleston che si macchia le mani di sangue e poi punta il dito altrove. Charleston che vuole tanto fare la ragazza per bene, ma che ti assicuro è molto più stronza di quanto potresti mai immaginare>>
Il ragazzo che negli ultimi giorni ha fatto di tutto per farmi sentire importante per lui -lo stesso ragazzo che mi ha sempre trattata con i guanti di velluto, lo stesso che ha provato ad essere comprensivo con me, lo stesso che ha ammesso di desiderarmi dalla prima volta che mi ha vista, lo stesso che mi bacia e mi fa tremare le ginocchia- adesso mi guarda come se stessi delirando.
Non mi capisce. Lo vedo dai suoi occhi che non mi capisce, e temo che in questo momento io possa solo apparirgli come una povera pazza che farnetica discorsi senza senso.
Il bello è che saperlo, non basta comunque a trattenermi.
Non sono pronta a confessargli di mio padre e di Evan, ma non fingerò di non provare odio per questa città, non fingerò di non pensarla diversamente da tutti.
<<Ma che accidenti stai dicendo? Le tue parole non hanno alcun senso! Siamo noi Charleston Jade. Noi. Compreso io, e compresa tu>>
<<No, io no se mi tiro fuori dal gregge, fuori da certi comportamenti, fuori dai vostri ragionamenti>> sibilo aggressiva
Sta calma Jade.
Gli stai facendo male attaccandolo così.
E tu non vuoi allontanarlo ricordi?
<<Vuoi che sia sincero con te? Non ti capisco. Non capisco cosa succede davvero nella tua testa mentre mi fai questi discorsi, non capisco se c'è qualcosa che non so, non capisco se sei solo ferita e non riesci a vedere chiaramente, o se dietro c'è molto -ma davvero molto- di più. Non ho idea di come ci si senta ad essere la figlia di un uomo che sai a chi appartiene ma da cui...>>
<<Lui.Non.Ha.Colpe>> lo interrompo esasperata.
Ma quanto diavolo è difficile proteggere le persone che ami se queste iniziano a farsi la guerra tra loro?
<<Come può non averne?>> mi attacca lui, stavolta.
<<Lo conosci? Eh? Lo conosci?>>
Il modo in cui sbotto, il modo in cui lo attacco, gli fanno spalancare gli occhi e gli rubano le parole.
Jude crede che i mie giudizi siano offuscati per via di un qualche trauma che secondo lui avrei subito essendo cresciuta senza un padre, ma è lui che ha passato le fiamme dell'inferno, è lui che dopo ciò che è accaduto a sua sorella, non sa più essere lucido.
<<Non lo conosci nemmeno tu>> bisbiglia, improvvisamente calmo.
E allora cerco di darmi una regolata anch'io.
<<Il fatto che faccia parte di un gruppo di cui fa parte -secondo te- anche brutta gente, non è un buon motivo per accusarlo. Pensi che Charleston sia popolata da santi e da suore? Pensi che in questa città nessuno rubi, spacci, uccida, alzi le mani? Tu sei quelle persone Jude? Solo perché vivi qui, tu sei quelle persone?>>
Per una volta, vado a segno.
Non troppo in profondità, non ancora in modo irreversibile.
Ma quelle parole Jude le assapora un po' più di quanto abbia fatto con tutte le altre che gli ho buttato addosso nell'ultima mezz'ora.
<<Perché te la stai prendendo con me Jade? Anch'io sono una vittima qui! Ti ho confidato cose che non avevo mai detto a nessuno, mi sono aperto con te perché credevo che capissi>> è quello che replica alla fine.
E ora, mi sento una stronza.
Gli prendo una mano, gli scopro il polso, e premo le mie labbra proprio lì, sulle vene, dove posso sentire il battito affaticato del suo cuore in corsa.
Gli lascio un bacio che dura almeno un minuto.
E non so bene cosa voglio ottenere con quel gesto, ma spero di ritrovare la nostra solita connessione.
<<Vorrei soltanto che anche tu capissi me. Mi spiace, ma non vedo le cose come le vedi tu. E se è un problema...>> sussurro, aspettando che finisca lui per me, pregando che mi assicuri che non lo sia.
Almeno per ora.
<<Non potremmo mai vedere tutto nella stessa maniera e dalla stessa prospettiva Jade. Solo, per favore, non urliamoci più addosso così. Mi dispiace se questa storia ti fa stare male, mi dispiace se in qualche modo hai sofferto. Posso solo provare a farti tornare il sorriso>>
E lo dice in un modo così dolce, e mi guarda con delle iridi così cariche di sentimento.
E io mi sento così leggera all'idea che lui voglia fare questo.
<<E a me dispiace per quello che hai passato tu. E non pensare mai che non odi le persone che hanno fatto del male a tua sorella, le persone che fanno del male e basta, chiunque esse siano e a qualunque realtà appartengano. Comunque, sono d'accordo con te. Non urliamoci più addosso così>>
Per fare pace come si deve, gli salgo addosso e lo stringo di nuovo.
<<Questo primo appuntamento ha preso una piega assurda>> provo a scherzare.
<<Queste cose solo con te Jade Sloan>> concorda scuotendo la testa.
<<Visto? Ti è capitato un pezzo unico>>
<<Già. E scusa se ci ho messo tanto a trattarlo come si deve. Se fingevo che mi infastidissi, quando probabilmente avevo più bisogno di te di quanto ne avessi tu di me>>
<<Dimmi qualcosa che non so>> replico teatrale, riuscendo immediatamente nel mio intento di alleggerire l'atmosfera.
<<Qualcosa che non sai? Mmh... Ok. Sono convinto che una volta non ti sarei piaciuto sai? Ero il classico ragazzo che rifletteva poco e faceva lo stupido in giro. Poi mi sono ritrovato a crescere di botto, praticamente nel giro di qualcosa come una settimana. E poi ho cominciato a lavorare, mi sono iscritto all'associazione di volontariato, in palestra. Improvvisamente, non potevo più permettermi di fermarmi un attimo, o i pensieri e le preoccupazioni e i sensi di colpa mi avrebbero divorato vivo. Mi sono buttato a capofitto su qualsiasi cosa potesse riempire le mie giornate, e le ho riempite fino all'orlo>>
Non sono così sicura che esista al mondo un universo temporale in cui Jude possa non piacermi, né una sua versione che non mi vada a genio.
Ma non dico nulla, mi prendo quel nuovo pezzo della sua storia, e mi porto una sua mano sulle gambe, passando le dita sul suo palmo.
<<Questa storia delle arti marziali, non è troppo pericolosa vero?>>
Jude si prende un momento, e lascia vagare lo sguardo lontano dal mio viso prima di rispondere.
<<Non combatto per fare del male, non sono un incosciente avventato. Pratico le arti marziali miste perché è un tipo di sport in cui devi mettere tutto te stesso. Per un po' dimentico davvero tutto, e anche se poi fa schifo tornare alla realtà, ho bisogno di evadere per un po'>>
<<Mi era sembrato di capire che ti facessi già evadere anche io dalle brutte giornate>>
<<Ma certo che lo fai anche tu. E in modo molto più dolce>> conferma, prima di prenderselo lui e senza permesso stavolta un altro bacio dalla mia bocca.
Ed è così che passiamo il resto della serata. C'è un'attrazione così forte fra noi, che dopo essere stata soppressa per mesi ora divampa.
Non ho intenzione di andare oltre questo bacio, di concedergli altro oltre a queste carezze, ma di tutto ciò ne godiamo comunque appieno.
<<Devo riportarti a casa?>> mi chiede a malincuore Jude quando nota che il parcheggio si è completamente svuotato.
<<Sarà meglio, sì>>
Risaliamo dentro al pick-up e facciamo la strada di ritorno in silenzio.
<<Spero di non averti stancato troppo, immagino ti serva restare in forze per domani al lavoro>> lo stuzzico quando spegne la macchina davanti casa mia.
<<Era più sfiancante starti dietro quando non ci davamo appuntamenti ufficiali se proprio vuoi saperlo. Alla fine avevi ragione, non nascondevamo niente così bene, era un po' come inseguirci sempre senza prenderci mai. Perciò direi che adesso è più facile gestirti no?>>
Gli rivolgo un sorriso poco rassicurante.
<<Oh Jude. Dolce, piccolo e ingenuo Jude>> cantileno, mettendo su una voce appositamente provocante. <<Non preoccuparti, è soltanto il primo appuntamento. E sono pur sempre io. Avrai un gran bel da fare con me. Buona fortuna>>
Gli faccio l'occhiolino e scendo dall'auto.
L'ultima immagine che ho di questa serata, è lui che ride di cuore.Quando tiro fuori le chiavi e apro piano la porta, lancio un urlo di spavento nel ritrovarmi mamma davanti.
Ma che cavolo!
Se ne sta tranquillamente appoggiata al muro con le braccia incrociate e una tazza in mano.
<<Dio che spavento!>> sobbalzo.
<<Scusa. È tardi, non eri ancora tornata e non riuscivo a prendere sonno, e visto che Mark é dovuto scappare a lavoro, sono scesa a farmi una cioccolata calda. Vieni>>
Nonostante abbia paura di cosa possa dirmi, la seguo in cucina restando in silenzio.
Lei prende una tazza pulita, ci versa metà della sua cioccolata e me la passa.
<<Ho sentito un'auto fermarsi sul vialetto e ti ho spiata dalla finestra>> ammette come se niente fosse.
Visto che non sembra arrabbiata per l'ora, cerco di non prendermela neanche io per la sua confessione.
<<Tu non pensi davvero di potermi fregare un'altra volta dopo quella storia con Evan vero? Non pensi davvero di poter ripetere una cosa del genere>>
<<Perché, c'è qualche altro fratello di cui non sono a conoscenza?>> ribatto ironica prima di nascondere il viso dietro alla tazza.
<<Nel caso fosse così, non devi farla a me quella domanda>>
In effetti, suppongo abbia ragione.
<<È carino>> prosegue facendo la vaga.
<<Dai mamma! E comunque se non ti fossi appostata dietro alla finestra, non avresti scoperto proprio un bel niente>>
<<Lo dici tu, davvero non ti sei resa conto di come eri euforica quando sei uscita? E ti sei guardata allo specchio del corridoio ben tre volte. Ci siamo passati tutti Jade>>
A quella frase, non posso fare a meno di voler indagare sul suo passato, e la mia testa non può evitare di affollarsi di domande.
<<Tu con papà?>> mormoro cauta.
Ora è lei che abbassa lo sguardo, ma se mi aspettavo che si irrigidisse o si facesse scura in volto, è proprio altro che le vedo passare sul viso.
<<Si può sapere come lo hai conosciuto? Come ci sei finita con lui?>>
È un sorriso quello che le sta deformando le labbra?
Non c'è dubbio che lo sia.
E allora io mi ritrovo a pensare che, diamine, se Mark o un qualsiasi altro uomo riuscisse a far nascere questo esatto sorriso sul suo viso, allora quegli uomini li amerei pure io.
E allora ho la certezza che se pensando a papà sorride così, non lo ha dimenticato.
O forse, è solo il sapore dolce dei ricordi? Del primo amore?
<<Mi ha trovata lui. Ero una ragazzina irrequieta come te da giovane, sai? Mi ero messa in testa di provare a fare parkour. Non provare a ridere di me. Sono finita in una brutta zona della città, stavo facendo non ricordo quale folle acrobazia, e sono finita per terra. Mi sono fatta davvero male, non riuscivo a muovermi. E in giro non c'era nessuno. Grazie al cielo Mason passava di lì e mi ha aiutata. Ho sentito una sua mano addosso, la sua voce chiedermi se stessi bene, e appena ho alzato gli occhi su di lui ho perso la testa. Per mia fortuna, è stato reciproco>>
Per tua fortuna eh?
<<Non sembri pentita>>
<<Come potrei? Guarda che bel regalo che mi ha fatto>> risponde sincera strizzandomi un occhio.
Non sarò un'esperta in materia, ma quegli occhi mi paiono tanto occhi ancora innamorati, e quello è un sorriso che è stato felice.
Ora so perché nessuno mi è mai sembrato alla sua altezza.
Perché nessuno ha saputo farla sorridere così.
E nessuno ci sarebbe mai riuscito, semplicemente perché non era Mason Davis.
<<Tu pensi che lui sia cattivo?>>
<<No>> risponde subito. <<Sta tranquilla che se fosse stato così, non ti avrei mai permesso neppure di guardarlo da lontano>>
Bene. Quindi ho ragione.
É solo per via dell'etichetta che papà aveva cucita addosso che lei mi ha portata via.
Per colpa di Charleston.
Mi spiace, ma con me questa città ha fallito.
Perché ho intenzione di riprendermi tutto quello che mi è stato portato via.
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Finché Respiro (Until I Breathe #1)
ChickLit#1 La Storia Di Jade e Jude "Se fossi una favola, saresti Alice nel Paese delle Meraviglie. Hai la follia del Cappellaio Matto e il sorriso dello Stregatto." * * * Era iniziato tutto come un gioco fra Jade e Jude. L...