Jade
Sono quel tipo di ragazza che se le immagina fin troppe volte le catastrofi che sa prima o poi, presto o tardi, piomberanno da un momento all'altro nella sua vita.
Le temo, prego affinché l'esito non sia esageratamente catastrofico, ci fantastico su valutando le possibili modalità di risposta.
Davvero, non è che fossi così stupida da non immaginare che prima o poi sarebbe successa una cosa del genere, che prima o poi Jude avrebbe saputo.
Chissà come mai però, la realtà si rivelava sempre peggiore della fantasia.
Anche perché, certo neppure nei mie sogni più fervidi potevo sospettare che lui fosse così pazzo da piombare nel locale di mio padre con altri cinque ragazzi, per minacciarci.
Nascondeva dei segreti anche Jude dopotutto, era evidente.
Col senno di poi, quella rivelazione mi aveva anche fatta incazzare.
Ma sul momento, il suo sguardo deluso e ferito mi aveva soltanto fatta preoccupare terribilmente.
E tutto ciò che ero riuscita a pensare, era che non volevo perderlo, non potevo perderlo.
Almeno, avevo visto che le mie parole non gli erano scivolate addosso come acqua, le mie promesse non lo avevano lasciato indifferente.
Perché quello che abbiamo fatto è grave, le scelte che abbiamo preso sono forti, ma mai più forti di ciò che proviamo, vero?
E queste nuove ferite fanno male, sapere di essere stato tradito dalla tua ragazza fa male, ma mai quanto farebbe male la mia assenza nella tua vita, giusto?
Nessuno avrebbe risposto alle mie domande.
Jude se ne era andato e mi aveva lasciato qui fuori da sola. A respirare aria gelida, come il gelo che mi aveva avvolto il cuore.
Quel pensiero, mi fa venire in mente la fiaba della regina delle nevi.
È proprio vero che le favole non sono altro che realtà romanzate, eh?
Dopo un tempo indefinito, vedo papà uscire dal suo locale e avvicinarsi.
Dio solo sa quanto già mi conforti un po' la sua presenza.
I contatti che abbiamo avuto io e lui, si contano ancora sulle dita di una sola mano, eppure tanto è bastato per far sì che nei suoi confronti provassi un bene inspiegabile.
E ormai l'ho capito che, quando un sentimento non lo sai spiegare, è perché quello è inciso nel tuo cuore e non nella tua testa.
Ed è quel tipo di sentimento che non si cancella più.
Quel tipo di sentimento che non risponde a nessuna logica, che non svanisce neppure se eliminarlo è indispensabile per salvare te stessa.
Una sua mano mi si posa sulla spalla, e poi stringe.
E quel calore mi si diffonde subito sulla pelle e stempera un po' quel gelo impertinente.
Io mi torturo le mani, e provo ad abbozzare un sorriso.
<<A qualcuno serve un abbraccio?>> mi chiede, titubante.
Annuisco, e lui non perde altro tempo a stringermi a sé.
Non credevo di essere il tipo da abbracci -a meno che quegli abbracci non dovessi darli a Jude- ma riceverli da Evan e da mio padre era un po' come tornare la Jade bambina, e mi piaceva pensare che in fondo era proprio quella parte di me che veniva fuori dentro alle loro braccia. Quella che per troppi anni li aveva aspettati giorno per giorno certi contatti con un padre o un fratello, e che alla fine era rimasta nascosta dentro di me e lì sarebbe rimasta finché non avesse ottenuto fino all'ultima briciola di affetto che gli spettava.
Me la immaginavo come quei fantasmi che non trovano pace in cielo fino a che non hanno risolto ogni singola questione sulla terra.
<<Vuoi parlare?>> aggiunge poi, assumendo appieno il ruolo di padre.
Sebbene apprezzi davvero tantissimo la sua disponibilità ad ascoltarmi, quell'interesse mi fa irrigidire.
È più forte di me, non sono brava a parlare.
E ancora mi stupisco di tutte quelle parole che ho saputo tirare fuori prima in presenza di Jude.
Suppongo che la disperazione, ti dia la forza di fare cose che non sapevi di poter fare.
<<Non saprei neanche da dove cominciare>> ammetto, sperando che capisca.
Sperando, nel caso non dovesse essere così e lui ci resti male, di non dover chiarire che di norma no, non sono proprio il tipo che parla.
<<Be', mi piacerebbe davvero sapere chi era quel ragazzo>> sussurra cauto.
E io intuisco che mi sta dando la possibilità di fingere che non abbia sentito.
Dio, quando a volte negli anni mi mancava un padre, cercavo sempre i lati positivi della cosa, tipo l'evitare certe discussioni e il momento in cui avrei dovuto dire che avevo un ragazzo e prepararmi alle presentazioni.
Certo, c'era mamma, ma i padri erano sempre più gelosi delle loro bambine.
Ad ogni modo, notavo come sotto certi punti di vista, per lui era come se i diciassette anni lontani non fossero mai esistiti, adesso indagava proprio come un padre super protettivo.
<<Era il mio ragazzo>> sussurro con un filo di voce.
La sua mano mi lascia una carezza sulla guancia, ma i suoi occhi vengono attraversati da un'ombra scura.
Non voglio che pensi male di me. Non voglio che mi giudichi per quello che ha visto di Jude.
Mi deluderebbe tantissimo.
Grazie al cielo, non sembra lo stia facendo.
<<Direi che è stato l'incontro "padre-ragazzo di mia figlia" più assurdo della storia>> prova a scherzare.
<<Non importa, tanto...>> comincio.
Ma non riesco nemmeno a finirla quella frase.
Tanto mi sa che è finita.
<<Jade. Non voglio infierire, e so che può sembrare che non abbia il diritto di fare certi discorsi. Ma con che ragazzi ti vedi? Perché lui è venuto qui a fare questo, cosa...>>
<<Ti prego, per favore, non commettere anche tu lo stesso errore che ha commesso lui, lo stesso errore che commettono tutti. Non lo conosci. Non sapevo di questa follia, non sapevo sarebbe venuto qui, ma so che la vita non è stata gentile nemmeno con lui, so i motivi che possono averlo spinto a fare questo. Per quanto sbagliato sia. Non giudicarlo>> lo prego.
<<Hai ragione. Hai ragione, scusa>> replica, sebbene la preoccupazione e le domande non svaniscano dal suo viso.
Adesso mi sentirò in torto anche quando starò con te? Perché una parte di me ama un ragazzo che ti detesta?
<<Se vuoi raccontarmi di lui...>>
<<Scusa, ma no. E non perché sia tu, ma perché non mi piace farlo in generale>>
<<Ricevuto. Tu potrai anche capirti, ma sarebbe difficile spiegare agli altri eh?>>
Già, non l'avevo mai vista così.
Però aveva senso.
<<Torniamo dentro?>> cambia discorso allora, posandomi un braccio sulle spalle.
Nel giro di cinque minuti, i suoi gesti si sono già fatti più spontanei e meno controllati.
Lo seguo, e mi accorgo che se non penso costantemente al fatto di averlo appena ritrovato, io quest'assenza durata anni quasi non la sento.
Mi chiedo se sotto sotto, il fatto che mi abbia sempre amata in silenzio come dice lui, non abbia comunque instaurato un legame fra noi anche prima che ci conoscessimo.
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Finché Respiro (Until I Breathe #1)
ChickLit#1 La Storia Di Jade e Jude "Se fossi una favola, saresti Alice nel Paese delle Meraviglie. Hai la follia del Cappellaio Matto e il sorriso dello Stregatto." * * * Era iniziato tutto come un gioco fra Jade e Jude. L...