Trentasei ~ Irrimediabilmente Innamorato Di Lei

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Jude

La mattina dopo, con la scusa di dover sbrigare alcune faccende personali, chiedo a papà un giorno di permesso dal lavoro.
La verità è che ho bisogno di andare in palestra, ho bisogno di sfogarmi un po' e di parlare con Krystian.
Ho bisogno che lui mi guardi in faccia, e capisca la tempesta che mi si sta agitando nella mente, nello stomaco, nel cuore.
Anche quando ero il Jude che si concedeva colpi di testa, non ho mai azzardato niente di simile, niente che si avvicinasse alla proposta di Jonas.
Non ho mai fatto cazzate del genere, proprio no.
Adesso, se da un lato mi ripetevo che ero uno stupido, dall'altro mi rendevo conto che questa sorta di assurda offerta, era arrivata proprio al momento giusto, perché non riuscivo neppure più a starmene con le mani in mano.
<<Jude! È un po' che non ti si vede, che fai qui a quest'ora del mattino?>>
Krystian mi viene incontro proprio mentre sto varcando la porta del suo tempio.
Mi raggiunge, lo saluto con un mezzo abbraccio, e poi cerco accuratamente le parole con cui rispondere.
<<Gli ultimi giorni sono stati un inferno. Mi serve un po' di movimento: fammi sfogare, fammi sudare. Qualsiasi cosa purché stacchi la spina dalle paranoie e dai pensieri>>
<<Se hai saltato il lavoro e non hai potuto aspettare stasera, vuol dire che c'è qualcosa di grave sotto>> deduce, socchiudendo gli occhi e cercando di leggermi dentro come è solito fare.
Tentenno, stringo le labbra, e il mio non negarlo è già un sì.
<<Vieni con me>>
Lo seguo in una sala vuota, ed eseguo i suoi ordini quando invece di spedirmi ad indossare la divisa, si siede a gambe incrociate sul materassino e mi chiede di imitarlo.
<<Se adesso mi dici che vuoi tirare un paio di calci e sudare un po', mi rialzo, ti spedisco a cambiarti e ti accontento. Ma credo che tu abbia bisogno di parlare per una volta. Perciò, puoi sfogarti con il corpo, o puoi sfogarti con le parole. Ma sappi che quelle resteranno sempre intrappolate dentro di te -e ti faranno male- se non ne condividi il peso. Vorrei che capissi questo. Detto come la penso, non ti forzerò a fare nulla>>
Dio, perché doveva sempre essere così maledettamente intuitivo e saggio?
Be', non è per questa ragione che sotto sotto sei venuto qui oggi?
Sospiro, torturo le maniche della felpa con le dita, e per una volta decido di dargli ascolto.
<<Non so da dove cominciare>> ammetto, accorgendomi di averne anche troppe di parole da voler sputare fuori.
<<A chi è rivolta la tua rabbia Jude?>>
A questo, non devo neanche pensare.
<<Ai Lupi>> sibilo, tre sillabe che portano il peso di un odio cieco.
Krystian mi rivolge un'occhiata perplessa, ma non commenta.
<<E chi ti causa tanto dolore?>>
<<Mia sorella>> bisbiglio invece adesso, con la voce spezzata.
E poi, finisco per raccontargli tutta la storia.
Tutta quanta.
E gli mostro la mia voglia di vendetta, la mia rabbia e il mio odio verso i Lupi, gli mostro forse la parte peggiore di me.
E lui non cambia modo di guardarmi.
E mentre vomito parole e confessioni, posso immaginare ciò che sta succedendo nella sua testa: tutte le tessere del puzzle stanno trovando il loro posto, si stanno incastrando le une alle altre.
<<Sapevo che ti portavi un peso troppo grande dentro. Ma non avevo idea... non questo>>
<<Nessuno immagina mai questo. Certe mattine mi sveglio, è sembra talmente assurdo perfino a me che lì per lì credo sia stato un incubo, il peggiore che potessi mai fare. Poi mi alzo, incrocio Summer nel corridoio, e guardo il suo sorriso. Il suo modo di salutarmi. Nessun "ciao fratellino", nessuna parola. E mi rassegno al fatto che purtroppo è tutto vero>>
Krystian mi posa una mano sulla spalla, e stringe.
E non servono grandi gesti per dare conforto, basta una stretta che ti fa sentire la presenza dell'altro, basta sentirselo addosso che non sei solo.
<<Vorrei tanto poter fare molto di più che farti sfogare a calci o a parole. Vorrei ridarti la pace. Ma solo tu puoi>>
Pace.
Cos'era, la parole della settimana?
Pace. Pace. Pace.
"Solo tu puoi".
Solo io.
Non ne ero così sicuro.
Ma ero sicuro del fatto che il modo di trovare la pace di Krystian, non avesse niente a che vedere col modo propostomi da Jonas.
Eppure, io non ne vedevo altri di modi.
Di sicuro non riuscirei a perdonare e andare avanti, a lasciarmi questo episodio alle spalle e non pensarci più.
Perché Summer ne portava i segni addosso e io ero costretto a vederli ogni giorno.
E perché quasi ogni giorno, ero anche costretto a sentire qualcuna delle loro bravate al telegiornale.
Ho davvero sulla punta della lingua l'offerta di Jonas, ho una gran voglia di condividere anche quella con Krystian, ma in fondo so che lui non sarebbe d'accordo e non capirebbe.
E poi, temo di passare per incosciente e stupido ai suoi occhi.
Di deluderlo.
Cerco qualcos'altro da dire, ma mi accorgo che adesso è lui quello pensieroso, quello con un'ombra sul viso. E non è proprio da lui.
<<Cosa c'è?>> indago, mostrandomi pronto non soltanto a prendere, ma anche a dare. Ad ascoltare.
<<Stavo ricordando che anch'io so cosa vuol dire avere fatto un torto e non avere un colpevole fra le mani>>
<<Di che parli?>> lo sprono a continuare, non avendo idea di che storia sia questa.
<<Non è niente in confronto a cosa è successo a tua sorella>> minimizza.
<<Non funziona a senso unico questa cosa. Ci sono anch'io per te>>
<<Lo so. Prima che arrivassi nella mia palestra, ho dovuto ricostruire questo posto dalle macerie. Incendio doloso. Hanno trovato un anello fra i resti, sapevano a quale famiglia di Lupi appartenesse... ma loro erano fuori città quel giorno, c'erano le prove, delle telecamere che li riprendevano in un locale fuoriporta. Perciò, non si sa come ci sia finito lì né chi sia stato davvero>>
Ancora loro. Ancora loro cazzo.
<<Com'è che non ne avevo idea?>>
<<Ho cercato di ricostruire e andare avanti>>
Però hanno ferito anche te. Non puoi averli perdonati.
<<Se avessi l'occasione di vendicarti? Lo faresti? A maggior ragione che la polizia non ha mai trovato il colpevole?>>
<<Come potrei? Neppure io so chi è stato>> replica, più calmo di quanto ci si aspetterebbe da uno che ha subito un simile torto.
<<Sono stati loro!>>
<<Non possono certo essere stati tutti Jude. E non rischierei mai di prendermela con un innocente>>
Merda.
Mi rimangio per la seconda volta la voglia di renderlo partecipe del piano di Jonas.
E i dubbi, mi assalgono di nuovo.
Non sono più sicuro della decisione da prendere, di che risposta dare al fratello di Carter.
Non sono più sicuro di niente.

Finché Respiro (Until I Breathe #1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora