Trentanove ~ Non Tornare

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Jade

Ultimamente, le mie giornate erano investite da una sorta di uragano che mi travolgeva a tutta velocità, e che la sera mi risputava fuori con tanto di sentimenti fatti a pezzi, testa che stava per scoppiarmi e sensi di colpa.
Quella sera, dopo essermi ritrovata mio padre e mia madre davanti, dopo essere esplosa, ringrazio silenziosamente Carol che mi porta via per un po' e mi da modo di sfuggire agli occhi da falco di mia madre e dal confronto con mio padre.
Ho soltanto bisogno di starmene sulle mie per un po'.
Oggi sono giù e sotto shock per parecchie cose: Evan che ieri pomeriggio viene portato via dalla polizia sotto ai miei occhi, mio padre che esce dal carcere e che mi ritrovo a un palmo dal naso una volta essermi svegliata, mia madre accanto a lui, che sembrava persino più scossa di me.
Jude.
Jude che sembra ogni giorno più perfetto anche mentre è preoccupato da morire per Carter, Jude che ho respinto con delle stupide scuse perché negli ultimi giorni sono stata qui, Jude che è ignaro di tutto ciò che sto facendo alle sue spalle.
In queste ore, i miei sensi di colpa crescono al punto da farmi del male.
Ho un costante peso al petto e una brutta sensazione che mi aleggia sulle spalle, e quelle che mi sono ripetuta con convinzione fino ad ora, mi sembrano solo stupide scuse.
Non sto più bene con me stessa a nascondergli questa parte così grande di me.
E, ho perso la testa a tal punto, che adesso più di tutto ho paura che possa lasciarmi davvero.
E oggi questa possibilità la sento più reale che mai, più vicina di quanto non lo fosse stata ieri.
<<Cavolo, non l'ho mai neppure baciato. Lo stuzzicavo, gli giravo attorno, aspettavo che azzardasse lui con la prima mossa... e invece Evan non ha mai fatto nulla>>
Le lamentele di Carol mi distolgono dai miei pensieri.
Ci siamo nascoste nella sua stanza a guardare una vecchia serie tv che nessuno di noi sta seguendo, lei mi ha chiesto di farle un po' di compagnia e io ho accettato di buon grado.
Insomma, è la prima volta da tanto tempo che posso dire di avere una sorta di amica. Io e Carol siamo entrate sin da subito in sintonia, e stranamente pur essendo parecchio diverse, troviamo sempre qualcosa di cui parlare -anche se il suo oggetto di argomento preferito è tre volte su quattro mio fratello.
È proprio andata, e non oso immaginare come anche lei debba sentirsi adesso.
<<Fagli una sorpresa, prova ad andarlo a trovare e poi, una volta lì, bacialo>>
<<Ci puoi giurare che vado a trovarlo, ma per il bacio aspetterò. Lui uscirà>> dice fiduciosa.
E questo è quello che ci ripetiamo tutti, qui.
Due secondi dopo, prima che possa piombare di nuovo nel vortice dei pensieri oscuri, il cellulare che squilla mi fa sobbalzare.
Il nome di Jude lampeggia sul display, e Carol abbassa all'istante il volume della tv e mi garantisce che starà in silenzio.
Carol sa di lui, mi sono confidata con lei una settimana fa, ed è stato bello trovare qualcuno che mi ascoltasse senza giudicare.
Tra l'altro, con i suoi diciannove anni, la trovo una ragazza molto matura.
<<Lo so, lo so, ti manco davvero un casino>> esordisco nel rispondere, cercando di fare la solita Jade scherzosa sebbene mi venga difficile.
Ma non far trapelare nulla e sembrare quella di sempre, è il minimo che possa fare per non destare altri sospetti. 
<<In effetti, si. Non ti vedo da tre giorni>> replica Jude, e il suo tono è tranquillo, la sua non suona come un'accusa ma come un dato di fatto.
Mi sento la peggiore ragazza del mondo.
Con la scusa di avere problemi a scuola e in famiglia, gli ho già dato buca parecchie volte.
<<Mi farò perdonare>> prometto, nonostante io per prima non abbia idea del modo.
<<Attenta alle promesse che fai, la mia mente ha una fervida immaginazione lo sai? Comunque, sai che mi basta vederti. Anzi, ho bisogno di vederti. Cazzo Jade, voglio baciarti. Voglio toccarti. Non me ne importa di dire cosa stupide, mi ci hai ridotto tu così, e adesso ho bisogno di questo>>
Le sue parole mi fanno battere il cuore.
Mi fanno felice.
Forse la solita Jade avrebbe fatto la preziosa in questo momento, avrebbe scherzato ancora un po', ma lui si meritava di più. Proprio adesso, mentre gli mentivo, lui si meritava di più.
<<Sono ridotta allo stesso modo Jude. Presto>> sussurro, la voce che mi si rompe un po' per l'emozione e un po' per la paura.
E un po' per il bisogno improvviso che mi colpisce, il bisogno di averlo fra le mani proprio in questo istante.
<<Ci conto>> sospira.
Ed è come se quel respiro mi investisse la pelle: se chiudo gli occhi posso davvero sentirlo che si scontra e si frantuma sulla mia gola.
<<Che stai facendo?>>
<<Ho fatto addormentare Summer, le ho letto una storia e le ho rimboccato le coperte. Stavo andando a dormire anch'io, ma prima volevo almeno sentire la tua voce>>
Per me, che forse di tutto quel mondo da innamorati, prima di Jude non ne avevo mai avuto neppure un assaggio, quelle erano parole importanti. Erano dichiarazioni in piena regola.
Ma lui le sputava fuori con una semplicità che mi disarmava.
E quello, mi suggeriva quanto dovessero essere sincere, mi dava la precisa idea di quanto dovesse essere profondo e vero ciò che provava.
Mentre lo sento camminare per casa e forse tornare nella sua stanza, me lo immagino prendersi cura di sua sorella e mi si stringe lo stomaco.
Se pensavo sapesse essere estremamente dolce con me, vederlo con lei mi faceva sciogliere il cuore.
E chissà perché, un uomo grande e grosso che diventa un orsacchiotto accanto ad una bambina, è sempre la cosa più irresistibile che si possa vedere.
Più o meno,  mi correggo quando ripenso all'immagine di Jude in divisa in palestra.
<<Volevo sentirti anch'io>> ammetto.
E poi, è il mio turno di inventare una scusa su cosa sto facendo.
E poi una scusa su come ho passato la giornata.
Detesto mentirgli, e quella parte di conversazione mi fa stare male un'altra volta.
E ho l'impressione che quel male lui lo percepisca benissimo, perché poco dopo decide di chiudere la chiamata.
<<Mi sa che sei esausta eh? Devo lasciarti riposare, domani hai scuola>>
<<Eh già>> sussurro, cercando di mascherare il nodo in gola.
Oh Jude. Non è stanchezza, niente affatto.
<<Buonanotte Jade. Mi devi un bacio>> mi ricorda, e mentre lo dice mi immagino chiaramente il sorriso che deve avere dipinto sul viso.
<<Te ne devo molti di più>> replico, prima di mettere giù.
E giuro che non vedo l'ora di darteli.
<<Cavolo, sei schifosamente dolce. Chi lo avrebbe mai detto>> mi prende bonariamente in giro Carol.
È rimasta per tutto il tempo con gli occhi puntati su di me, non si è persa una sola parola.
<<Un tempo non ero così>> ci tengo a specificare, prima di nascondermi il viso fra le mani.
Carol si precipita ad abbracciarmi.
<<Su col morale, si risolverà tutto>>
Volevo credere alle sue parole più di ogni altra cosa.

Finché Respiro (Until I Breathe #1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora