Sessantanove ~ Voglio Baciarti

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Jude

Non avevo mai fatto caso a quante coppie di fidanzati si aggirassero per le strade la sera, o si rintanassero dentro ai locali per bere e sbaciucchiarsi.
Ero uscito per prendermi una birra in tutta tranquillità, e invece alla fine non facevo che trovarmi davanti gente che si teneva per mano, si abbracciava, e si baciava, in un modo che avrebbe dovuto essere vietato in un luogo pubblico.
Mi mancavano tutte quelle effusioni.
Mi mancava darle, e mi mancava riceverle.
E mi mancava fare tutto questo con Jade.
Jade, che mi aveva pregato di fare presto a risolvere i problemi che avevo con me stesso.
Jade, che aspettava che trovassi il coraggio di comportarmi da uomo.
Quanto la vorrei qui adesso.
Quanto avrei bisogno anche soltanto di accarezzarle una guancia o stringerle la mano.
Perfettamente in linea con i miei pensieri, la porta del pub si apre per l'ennesima volta. Solo che ora, quella soglia la varca proprio lei.
Un po' più truccata del solito, un vestitino aderente che le sta da Dio, affiancata da un ragazzo e una ragazza che so per certo sono due Lupi, non fa in tempo a guardasi intorno che i suoi occhi finiscono subito su di me.
Per chi ti sei vestita così stasera, eh?
Dimmi che è per me. Dimmi che sei venuta a cercarmi ancora.
Dimmi che non ho troppi complessi perché tu possa sopportarli tutti.
In quel momento, mi rendo conto di una cosa.
Forse non devo allontanare lei finché non torno a stare bene. Forse, durante il mio percorso di guarigione, devo comunque tenermela stretta e cercare di farmi perdonare ogni giorno.
Mostrarle le parti di me che so apprezza, per non farla scappare altrove.
Jade non ha ancora staccato gli occhi da me, né io ho sviato lo sguardo.
Rubo tutta la sua attenzione, e prego che mi raggiunga.
Deve averlo capito che è questo che voglio, in caso contrario avrei già interrotto il contatto visivo.
E infatti, dopo un cenno impercettibile del capo che somiglia ad un "d'accordo, arrivo", dice qualcosa ai suoi amici che si allontanano nella direzione opposta mentre lei si incammina verso di me.
Stavo esprimendo questo esatto desiderio, lo sai?
Allora ogni tanto si avverano.
<<Cavolo. Quante probabilità c'erano che fossi qui anche tu con tutti i locali che ci sono in città? Giuro che non ti ho pedinato stavolta>> esordisce, un po' imbarazzata.
<<Peccato>>
Il suo sopracciglio si inarca, incuriosito.
<<A quanto pare, lo vuole il destino>> aggiungo, prendendole una mano.
Perché devo toccarla. Proprio adesso. Almeno un po'. Non resisto più.
<<Io voglio... ho bisogno, che lo voglia tu>> chiarisce.
Oh, piccola.
<<Lo voglio. Ti voglio. Non è questo il punto, lo sai benissimo>>
Annuisce, e poi si fa triste.
La sto confondendo, lo so.
<<Ti va di andare fuori?>> le chiedo, spostandole una ciocca di capelli dal viso.
I suoi occhi si illuminano di nuovo mentre scrolla le spalle.
Io stringo la presa sulla sua mano, e la trascino tra la folla fino al parcheggio disabitato.
Poi trovo il coraggio di affrontare per l'ultima volta questa discussione.
<<Jade. Ho bisogno di sapere che il tuo amore è uguale a prima. Lo so che non lo merito e che è persino impossibile, visto come ti ho attaccata e ferita. Però voglio essere la stessa persona per te. Voglio che quell'amore resti intatto, voglio che non cambi di una virgola. Voglio che non sia rovinato. Ne devo essere sicuro>>
Sono un egoista.
Ma quello che abbiamo avuto, anche se per poco, era comunque così perfetto che non sopporterei resti contaminato per sempre.
Stavolta, è lei che cerca il contatto: mi si avvicina, mi posa le mani sul petto, e mi posa un bacio sulle labbra prima di rispondere.
<<Non è rovinato. Ed è ancora la cosa più bella che abbia mai conosciuto in questa vita, perciò, ti sarei grata se non me la portassi via>> afferma risoluta.
<<Non volevo portartelo via. Hai idea di come mi sentissi? Non riuscivo nemmeno a guardarti in faccia, mi sentivo in colpa, mi sentivo... sbagliato>>
E, ovviamente, un po' è ancora così.
<<Jude! Commettere degli errori non significa essere sbagliati. O lo saremmo tutti, no? Che ti ho detto una volta? Gli angeli non vivono su questa terra>>
Me lo ricordo.
Me lo ricordo come se fosse ieri il nostro appuntamento.
Voglio regalartene degli altri.
<<Sì, solo... è come se non ne facessi una giusta. E sbaglio sempre con le persone a cui tengo di più. Quello che ho fatto con Summer, e adesso quello che ho fatto con te... Mi tormenterà a vita. Perché non si tratta di semplici errori se ferisco le persone che amo>>
<<Ma io ti perdono>> insiste.
<<Ma come fai? Guarda cosa ti ho fatto>>
Però ti giuro che i miei non erano stupidi capricci.
Mi sono sentito tradito.
E ho sofferto almeno tanto quanto ho fatto soffrire te.
<<Sarò sincera, ok? Se fossi stato un altro, magari avrei davvero già chiuso con te. Ma sei tu. E io non ti voglio perdere. Forse è solo egoismo il mio, non sono così buona. Ma resta il fatto che ti voglio ancora. Perché tanto lo so, lo sento, che non si cancella quello che provo. Quindi, tanto vale viverlo>>
So che dovrei dirle ancora un casino di cose, e ricoprirla di scuse, e provare a spiegare fino in fondo ciò che abita la mia testa.
Ma sono anche così stanco di parlare.
Voglio vivere questa serata. Voglio vivermi Jade.
E voglio smettere di ferirla. E, visto che i suoi occhi non hanno mai smesso di ricordarmi i sentimenti che lei ha alimentato e conservato per me, so che allontanarla ancora equivale a ferirla ancora.
<<Hai sentito che ho detto?>> mi incalza, le dita che stringono la stoffa della maglietta per farsi più vicine.
<<Ho sentito. Voglio baciarti>> sussurro avvicinandomi, ma senza posare le labbra sulle sue.
Un angolo della sua bocca fa per sollevarsi, ma lei tiene quel sorriso a bada.
<<Chiedi il permesso adesso? Mi piacevi di più quando ti prendevi quello che volevi senza fare tante storie e...>>
Visto che la mette così, non la lascio neppure finire di parlare.
Perché la sto già baciando.
E se non fossimo nel bel mezzo di un parcheggio, so per certo che questo bacio ci starebbe già portando oltre.
Tipo a quel livello in cui siamo senza vestiti, ci tocchiamo ovunque, e spegniamo completamente la ragione.
<<Così va meglio>> mi prende in giro Jade, quando si stacca per riprendere fiato.
<<Guarda che questo è niente. Guarda che dopo, mi prenderò molto di più>> le bisbiglio persuasivo all'orecchio.
<<Per me non è un problema>>
Perfetto. Fantastico.
<<Adesso che intenzioni hai invece?>> aggiunge.
<<Adesso ci faremo una banalissima passeggiata, e poi ti offrirò uno di quei milk-shake che ti piacciono tanto. Devo metterti in forze prima di sfiancarti, stanotte>>
<<Mmh. Questa cosa fa tanto Hansel e Gretel>> commenta, facendomi ridere.
Mi erano mancate le sue strane uscite.
Quelle che non penserebbe nessun altro, quelle più stupide, quelle che mi rammentano quanto Jade sia speciale e unica, e che è proprio per questo che ho perso la testa per lei.
Mentre intreccio le dita alle sue come non facevo da tempo, nel modo più intimo che c'è, la conduco verso le vie del centro sentendomi immensamente fortunato.
Non importa quanta forza interiore ci voglia, riparare le cose che si sono rotte fa bene all'anima.
E se lo avevo intuito con Summer, adesso ne ho la certezza con Jade
Ha ragione quando dice che tutti commettiamo errori, che è normale.
Ma forse trovare il coraggio di rimediare e non affogare nei sensi di colpa, è la via giusta da intraprendere per chi vuole redimersi.
Voglio essere quel tipo di persona che prende gli errori commessi come lezioni di vita.
Voglio essere una persona felice, voglio conoscere tutte le esatte sfumature della pace e della serenità.
Voglio continuare a crescere e a migliorarmi, voglio essere più forte delle tenebre che non vedono l'ora di annebbiarmi la mente.
Voglio una bella vita, voglio arrivare a ottant'anni con la certezza di aver fatto il meglio che ho potuto.
E non mi arrenderò finché non avrò spuntato di rosso ogni singola voce della lista.

Finché Respiro (Until I Breathe #1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora