Jude
Questa storia che Jade non mi capisca...
Jade, la stessa ragazza che ho definito mia.
La stessa ragazza che se prima era così facile avere accanto, adesso mi sembrava di dover combattere con le unghie e con i denti per tenermela stretta.
Jade, che ha sempre compreso così tanto di me nonostante i miei silenzi
E adesso invece.
Proprio adesso.
Non mi capisce più.
Non lo sopporto.
Mi fa incazzare.
E incazzare di brutto anche.
Non sopporto che lei pensi che io sia un uomo pieno di pregiudizi, che i miei problemi con i Lupi derivino da un mucchio di stereotipi, che li giudichi male soltanto perché qui in città lo fanno tutti.
Non sopporto che pensi che io non sappia farmi delle idee mie, che preferisca seguire la massa come se fossi una stupida pecora.
Oh, le idee che mi sono fatto sono più mie che mai, così mie che ho più diritti di tutti forse per pensare male di quei maledetti bastardi.
Non avrò i loro segni sulla pelle, ma vederli sulla pelle di Summer, li ha di conseguenza provocati al mio cuore.
Perciò, le mie convinzioni e il mio odio sono dettati da tutto meno che da voci di corridoio.
Ma tu invece? Tu che motivi hai per difenderli?
Non mi sorprenderebbe se la sua atipica linea di pensiero, fosse solo l'ennesimo modo per distinguersi.
Però, riconosco che la sua maniera di vedere le cose, le fa onore.
E riconosco che non riusciremo mai a trovare un punto di incontro sulla questione Lupi.
E allora dovrei proprio lasciar perdere, dovrei non dare troppa importanza a questa cosa, anche perché sebbene avessimo litigato, alla fine di questa serata ci siamo ripresi benissimo.
Ma questa storia non la smette di tormentarmi, e io ci tengo a Jade, e tengo a ciò che Jade pensa di me, e accidenti, non sopporto che non mi capisca.
Non sopporto che non mi capisca proprio quando di recente ho scoperto che c'è una parte di lei che capisce me più di quanto di me ne abbia mai capito chiunque altro.
È una realtà importante.
È una realtà che vale un sacco.
Al di là dell'importanza che voglio dare a Jade nella mia vita, quello che condividiamo e che ci lega, significa già tantissimo.
Dopo aver acceso le lanterne ed espresso i nostri desideri, lei torna a casa con la sua famiglia e io torno dalla mia, che per via di Summer quest'anno non ha potuto partecipare alla serata.
Prima di spogliarmi e andare a letto, passo a controllare la mia piccola. Poi cambio idea, e invece di provare a dormire un po', esco di nuovo, sul vialetto, e prendo a passeggiare davanti alla porta.
Avanti e indietro, su e giù per la strada deserta.
Inquieto, pensieroso, indeciso.
Alla fine, risalgo in macchina.
Perché mi è balenata un'idea più che insensata per la testa, e quell'idea decido di portarla avanti fino in fondo.
Mi prenderà per uno squilibrato e si farà un sacco di domande, perché, insomma, chi non se ne farebbe vedendo piombare alle due di notte e sotto alla tua finestra un ragazzo che non è il tuo ragazzo?
Queste sono follie che fanno gli uomini innamorati, sono gesti che iniziano con un messaggio del tipo "sto arrivando da te" e finiscono con baci appassionati e corpi nudi che si rotolano fra coperte logore nel retro di un Pick-up.
Sono follie che fanno battere il cuore a mille per l'amore e per la felicità.
Il mio colpo di testa invece... cos'era?
Stavo correndo da lei per dare spiegazioni, spiegazioni che non mi aveva chiesto, che non ero tenuto a condividere, che non avevo mai dato a nessuno al di fuori della mia famiglia.
Forse, stavo soltanto impazzendo una volta per tutte.
Lo pensavo già ogni volta che guardavo Summer, e magari adesso stava succedendo davvero.
O magari, stavo soltanto impazzendo per lei.Una volta arrivato sotto casa sua, mi rendo conto di sapere poco e niente della sua famiglia.
Be', spero vivamente che nessuno noti la mia auto posteggiata qui fuori, e che da quella porta non esca un padre con una mazza da baseball fra le mani.
Mando un messaggio a Jade dove la informo che sono sul suo vialetto, le chiedo di uscire un attimo, e lei mi risponde con una marea di punti interrogativi.
Aggiungo un "per favore".
Chissà cos'è che le sta passando per la mente in questo momento.
Ripenso al fatto che di norma se un ragazzo si presenta sotto casa di una donna in piena notte è solo perché ha voglia di vederla, e mi domando se anche nella sua testa non stiano fluttuando simili pensieri.
Quando entra in auto avvolta in una vecchia tuta e con la faccia assonnata, la prima cosa che fa è lanciarmi uno sguardo perplesso e sollevare le mani come a sottolineare l'assurdità della situazione.
<<Stavi dormendo?>> bisbiglio, squadrandole i capelli arruffati e il segno del cuscino sulla faccia, e trovandola terribilmente carina.
<<Si, come fanno tutte le persone normali a quest'ora. Piuttosto, perché tu non lo stavi facendo? Perché sei qui?>>
<<Perché non mi piace lasciare le cose in sospeso>> ribatto, volendo arrivare dritto al punto.
<<Non ti seguo>> replica smarrita.
<<Sono qui per spiegare. E ho bisogno che tu sia del tutto sveglia Jade>>
E mi basta pronunciare quelle parole perché i suoi occhi si facciano vigili come lo sono di solito.
Perché il suo corpo si tenda sul sedile e io abbia tutta la sua totale attenzione.
<<Ti ascolto>>
Annuisco, ma poi resto in silenzio.
Poso le mani sul volante, lo stringo, lo lascio andare di nuovo.
Dio, lo sto facendo davvero? Ne sono sicuro?
<<Un attimo>> le chiedo.
E lei aspetta paziente che raccolga tutto il coraggio che mi serve.
Infine, prendo il telefono dai jeans, lo sblocco, e le mostro la foto sullo sfondo.
Una foto dolcissima di me con il viso immerso fra la chioma bionda di Summer, che accenna un timido sorriso.
I suoi occhi si spalancano, e si posano nei miei.
<<Lei è Summer. Mia sorella>>
<<Per un momento, ho creduto che dicessi che era tua figlia>> scherza.
Sbaglio o è sollievo quello che leggo nella sua voce?
<<E quale sarebbe stato il problema scusa?>> sbotto di scatto.
Poi mi rendo conto che è meglio che mi calmi. <<Lascia stare>>
<<Si può sapere che diavolo di problemi hai stanotte Jude Cooper?>> mi urla addosso.
<<Il problema è che tu non capisci...>>
<<Oddio, continui a darmi della stupida? Sei venuto fin sotto casa mia alle due di notte per dirmi ancora che non capisco?>> sibila furiosa.
<<Fammi finire, per favore. Il problema è che tu non capisci me. E io non sopporto che pensi che sia solo un ragazzo pieno di pregiudizi. I Lupi... li detesto tutti, dal primo all'ultimo si, ma solo perché hanno fatto del male a Summer. Hanno fatto del male a mia sorella. L'hanno rapita Jade, hanno rapito una bambina di quattro anni che non aveva mai fatto del male a nessuno. E l'hanno segnata per sempre. E hanno segnato me per sempre. Perché questa cosa non si può cancellare, perché lei da allora non parla più. Si è chiusa in se stessa e non sappiamo come aiutarla. Hanno rovinato la mia famiglia e non ho nemmeno un volto a cui dare la colpa. Ci hanno ridato Summer e ce l'hanno restituita con nient'altro che una firma, la firma del loro branco. Ho dovuto farmela bastare>> concludo a fatica, prima che la voce si spezzi.
E ancora una volta, riesco a far restare Jade senza parole.
Evento più unico che raro direi.
Ma non poteva essere altrimenti. Capisco che non c'è risposta a una storia del genere.
Capisco che questo, è anche troppo.
E non volevo gettarglielo addosso così il mio passato, ma forse al tempo stesso avevo bisogno di gettarlo addosso a qualcuno, di farmi conoscere davvero e fino in fondo da qualcuno.
Chi è che conosceva davvero Jude Cooper?
I mie amici non sapevano di Summer, la mia famiglia non sapeva di me e di cosa provassi e che bisogni avessi.
E poi c'era questa ragazza che a volte sembrava capirmi -sentirmi- pur conoscendomi meno di tutti.
La verità era che ero io che mi nascondevo, lo sapevo.
Mi nascondevo sempre da tutti e poi, adesso, avevo questa inspiegabile voglia di farmi conoscere da lei.
Farmi conoscere davvero, tutto, ogni cosa, non solo in superficie, non solo i pregi e i difetti di cui non mi vergognavo e che sapevo spiegare.
Volevo darle la possibilità di conoscermi in quel modo esclusivo che si concede ad una sola persona, con tutto l'onore e il peso che ne conseguiva certo.
Volevo affidarle quella conoscenza totale che soltanto qualcuno di speciale è in grado di gestire e sopportare.
Quella conoscenza grazie alla quale poi avrebbe sempre potuto prevedere e percepire -ancor di più di quanto già non facesse a volte- i miei pensieri e i miei bisogni.
Era una scelta pericolosa quella che avevo preso?
Si, forse, ma altrettanto necessaria.
Se nessuno al mondo ti conosceva completamente e per tutto quello che eri, esistevi?
Non ero sicuro che la risposta fosse affermativa, per cui, nel dubbio, avrei osato.
Comunque, questo era una sorta di percorso che avevo già intrapreso e che mi sembrava di portare avanti da mesi. A volte consapevolmente, e a volte no.
Era come se mi stessi mettendo nelle sue mani.
Erano anni che la gente me le allungava per offrirmi aiuto, e poi io stavo scegliendo le sue.
Non aveva alcun senso.
E al contempo, ce lo aveva perfettamente.
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Finché Respiro (Until I Breathe #1)
ChickLit#1 La Storia Di Jade e Jude "Se fossi una favola, saresti Alice nel Paese delle Meraviglie. Hai la follia del Cappellaio Matto e il sorriso dello Stregatto." * * * Era iniziato tutto come un gioco fra Jade e Jude. L...