Diciassette ~ Ho Proprio Voglia Di Esagerare Stasera

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Jade

Io detesto i compleanni.
Mi riferisco a quelli degli altri, ovvio.
Mi riferisco a quelli dei miei compagni di classe che mi invitano a feste per i miei gusti super noiose, dove mi tocca acconciarmi come non sono affatto solita fare, e dove sono costretta a partecipare a insopportabili discorsi intrisi di gossip che di norma evito come la peste.
Be', stasera ci sono proprio finita dentro con tutte le scarpe e non posso scappare per almeno altre due ore.
Se sono venuta, è soltanto perché si tratta di Simon, un ragazzo con cui ogni tanto ho combinato qualche casino, e una delle persone che frequento di più anche fuori dal contesto scolastico. Soprattutto quando mi serve una scusa per uscire e raggiungere Jude.
Simon mi è stato così d'aiuto -anche se a sua insaputa- che mi sarei sentita in colpa a rifiutare il suo invito quando mi ha detto che gli avrebbe fatto piacere che ci fossi stata.
Insomma, non voglio piacere agli altri ma nemmeno dare l'impressione di essere una stronza snob.
Né un'asociale.
Perciò, eccomi qui.
Gesù, com'è difficile evitare le etichette in questo mondo.
<<Ehi Jade, facciamoci una foto!>>
Sapete cos'altro detesto?
Già. Indovinato. Le foto.
Il festeggiato mi si avvicina con un'espressione raggiante e le braccia aperte già pronte a stringermi, e io forzo un sorriso finché il flash della Canon non mi acceca.
Avrei potuto declinare l'offerta ma credo che se osassi dire di no al protagonista indiscusso della serata, mi beccherei una decina di occhiatacce, e in primis dai genitori che dalle otto si danno da fare perché la festa del loro figlio preferito sia perfetta.
Non appena Simon mi toglie il braccio dalle spalle e l'obbiettivo della macchina fotografica si sposta altrove, i miei occhi cominciano a spaziare per il resto del locale, oltre la nostra sala, e individuano un certo faccino d'angelo accanto alla porta d'ingresso.
Un faccino d'angelo e due occhi azzurri che mi squadrano come se non fossero sicuri che questa ragazza che si è messa in tiro e che sta tentando di socializzare con altri essere umani, sia io.
Come dargli torto, sono infilata in un tubino nero neanche fossi un insaccato, e barcollo su dei tacchi vertiginosi come una donna in dolce attesa di almeno sei bambini che potrebbero essere sfornati da un momento all'altro.
Ricambio l'occhiata finché non abbozza un sorriso e alza una mano.
Ricambio anche il saluto, e continuo a non perderlo di vista mentre si dirige ad un tavolino sul lato bar del locale con il suo solito gruppo di amici.
Fra cui non poteva certo mancare Alicya.
Fantastico, mi toccherà saperli insieme e non poterli raggiungere per il resto della serata.
A quel punto, sebbene fino a quel momento mi sia tenuta lontana dai drink alcolici sul tavolino, afferro anch'io un bicchiere a caso che mando giù tutto d'un fiato prima di tornare a mimetizzarmi con gli altri.
Adesso però, me ne sto seduta in silenzio senza né partecipare e senza neppure fingere di ascoltare le loro chiacchiere futili.
La mia testa dopotutto, è decisamente altrove.
Per la precisione, si trova più o meno un dieci metri più in là.
Fin troppo spesso nel girarmi verso Jude noto Alicya intercettare i miei sguardi e avvicinarsi a lui, sfiorarlo, ridergli addosso, parlargli all'orecchio.
E non mi basta che lui non reagisca, la mia mente gli da dell'idiota perché glielo sta permettendo.
Anche se lo so che lei non gli piace.
Anche se forse, questi strani sentimenti che hanno preso ad agitarsi nella mia pancia, non ha senso che io li provi visto come ho messo in stand-by la nostra storia.
Lo considero mio ma non voglio prendermelo.
È un pensiero ragionevole questo?
No, certo che no stupida.
Quando finalmente si allontana dai suoi amici per dirigersi verso il bancone del bar per ordinarsi una birra, non perdo tempo a raggiungerlo.
Mi accomodo sullo sgabello accanto al suo, e subito ottengo la sua totale attenzione.
<<Non mi saluti nemmeno?>> esordisco, fingendomi offesa.
<<A dire il vero, non ero neppure certo che fossi tu. È un vestito quello? E stai indossando dei tacchi?>> mi prende bonariamente in giro.
Lo fulmino con gli occhi e lo colpisco sul braccio.
Però, devi proprio nascondere dei bei muscoli sotto a quella camicia.
<<Lo so, lo so, sto molto meglio in jeans e scarpe da ginnastica>>
<<Io non l'ho detto questo>> ribatte.
La sua testa fa un cenno di dissenso, e i suoi occhi mi percorrono tutta ancora una volta.
Ora, io non sono certo un'esperta in questo campo, ma se dovessi fidarmi delle mie sensazioni, giurerei che quello che sta guardando gli piace. Giurerei che il mio insolito abbigliamento, lo ha piacevolmente sorpreso.
E giurerei che le mie gambe nude gli siano mancate, così come le mie forme accentuate dalla stoffa aderente.
E giurerei che questi tacchi lo stiano facendo viaggiare con la mente, e giurerei che, stasera, se sotto questo vestito e sopra queste scarpe non ci fossi stata io, Jude avrebbe come minimo flirtato con me e poi tentato di portarmi a letto.
Anche se non è da lui, anche se gli avessi concesso soltanto una notte.
I tuoi occhi parlano tesoro.
E io non mi sto perdendo una sola parola.
Per la prima volta quella sera, comincio a vedere i risultati dei tanti sforzi fatti per preparami: prima sotto la doccia con quel maledetto scrub alla mela che ho passato sulle gambe, poi con il ferro per arricciare i capelli, poi per infilarmi nell'outfit più scomodo della mia vita e infine per truccarmi così.
Nonostante io non sia esattamente il tipo che si mette in ghingheri per attirare l'attenzione di un uomo, mentirei se dicessi che quelle esatte attenzioni che mi sta dedicando Jude non mi stiano dando leggermente alla testa.
Ad ogni modo, so che presto mi riprenderò e tornerò della mia idea, ossia che nessun corpo vale mai abbastanza se non è corredato da una bella testolina.
<<Allora>> cambio discorso. <<Io salvo te da loro, e tu salvi me da questa festa di cui non mi importa nulla>>
<<Mi dispiace ma non posso già andar via, un mio amico sta festeggiando una promozione al lavoro>>
<<Questa cosa dei salvataggi a senso unico non mi piace>> lo avverto, fingendo di mettere il broncio.
Le iridi di Jude si spostano subito sulle mie labbra e si incantano un'altra volta.
O questo rossetto ha i poteri magici, o la mia bocca ha sempre avuto questo effetto su di lui e io non ci ho mai fatto caso.
<<Ok, ok, concedimi almeno mezz'ora e verrò a prenderti>> ritratta. <<Capisco che per te deve essere un sacrificio enorme stare in mezzo a così tanta gente>>
<<Non ne hai idea. Be', non che a te debba andarti meglio con Alicya attaccata al collo. Ti sta tenendo d'occhio come se fosse Crudelia De Mon e tu uno dei suoi cuccioli di dalmata. C'è il rischio che ti veda con un guinzaglio addosso a breve?>> lo stuzzico, guadagnandomela io un'occhiataccia stavolta.
<<Oh, sei sempre così divertente Jade. Adesso torno di là, passerò più tardi a salvarvi vostra altezza>>
<<Aspetta>> lo fermo, facendolo insospettire con il sorrisetto diabolico che sento mi è già spuntato sul viso.
Infilo una mano nella borsetta, trovo il rossetto scuro, e me lo ripasso sulle labbra sotto lo sguardo perplesso ma interessato di Jude. Poi mi sporgo verso di lui, e gli schiocco un bacio sulla guancia, vicino alla sua bocca, lasciandogli il segno di un bel paio di labbra rosse.
Direi che l'ho scioccato abbastanza.
<<Non togliertelo. Tienilo finché sei con Alicya, e dopo, ti concedo una richiesta. Qualsiasi cosa Jude>>
E il lampo di lussuria che gli vedo negli occhi...
Mi hai confessato che c'è una parte di te che viene fuori solo con me, una parte di te a cui piace osare, rischiare, divertirsi.
Bene, mostramela Jude.
Gli faccio l'occhiolino, lo spingo verso il suo tavolo, e intanto io torno al mio.
Per il resto della serata controllo che non si tolga il mio segno di dosso, e in effetti non lo fa, al contrario sembra anche aver gestito molto bene le prese in giro dei suoi amici e di Alicya.
Che si è finalmente data una calmata.
Sono molto soddisfatta di me stessa.
E forse non avrò mai il coraggio di ammetterlo, ma anche lui tira fuori una certa inedita parte di me.
Non dico che senza quella io non sia già abbastanza o che non mi vada bene.
Ma insieme siamo di più.
Da soli siamo solo fiamme che bruciano, ma insieme siamo capaci di far scoppiare un incendio.
Chissà se saremo proprio noi i primi a restarne bruciati.

Finché Respiro (Until I Breathe #1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora