Sessantacinque ~ Voi Mi Appartenete

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Avery

I risvegli improvvisi causati dalla nausea mattutina, incominciano abbastanza presto.
Grazie al cielo, al momento, il mio è un malessere così leggero, che mi basta restare a letto altri dieci minuti perché passi.
Dieci minuti in cui mi accarezzo la pancia, e sorrido come una stupida all'idea di avere un'altra vita che mi cresce dentro dopo diciotto anni.
Un'altra vita che appartiene ancora una volta a Mason.
Sono sicura che, maschio o femmina che sia, verrà fuori un'altra piccola meraviglia.
E questo bambino mi darà finalmente la famiglia che ho sempre voluto, me lo sento.
Devo dirlo a Jade.
Ammetto che un po' la cosa mi preoccupa, ma se conosco mia figlia, sono sicura che sarà felice almeno quanto me e Mason.
E a proposito di Jade, è quasi un giorno intero che non la vedo.
Quando sono certa che la nausea sia passata, passo dalla sua stanza vuota e alla fine scendo in cucina convinta di trovarla lì a fare colazione.
Appena mi rendo conto di essere sola in casa, un campanello d'allarme prende vita nella mia testa.
Provo a contattarla al cellulare, e soltanto dopo la terza chiamata a vuoto mi accorgo del foglietto che mi ha lasciato sul frigo.
Che diavolo ci è andata a fare da Mark?
Quando ignora le mie chiamate anche lui, quel campanello d'allarme si trasforma in una spiacevole sensazione nello stomaco.
Devo andare da Mark, ma l'istinto mi suggerisce di non andarci da sola.
Perciò alla fine avverto Mason, e aspetto che mi raggiunga prima di salire in auto e andare a cercare mia figlia.
Quando lui mi fa spostare sul sedile del passeggero insistendo per guidare, la sensazione di inquietudine alla pancia è arrivata a livelli altissimi.
<<Che storia è, Avery?>> domanda, provando a mascherare -senza riuscirci poi molto- l'ansia che ha preso possesso anche delle sue emozioni.
<<Non lo so. Forse sono soltanto provata da tutto quello che ci sta succedendo, forse è al sicuro. Ma ho preferito chiamarti>>
<<E hai fatto bene ovviamente>> mi tranquillizza, posandomi un bacio fra i capelli e una carezza sulla pancia. <<Intendevo dire, perché Jade dovrebbe sparire così? Le sta succedendo qualcosa?>>
<<Ultimamente non è stata bene, ma chi di noi può dire di stare vivendo un periodo sereno?>> replico, alzando le spalle.
<<Hai ragione. La troveremo>>
Continuo a ripetermi quelle parole come una sorta di mantra per tutto il tragitto.
<<Che posto bizzarro in cui vivere>> commenta Mason, osservando la casa vicino alla quale gli sto indicando di fermarsi.
<<Mark detesta i quartieri affollati. Direi che è un tipo che ha bisogno di pace. Comunque, vado io, d'accordo? Magari non sta succedendo nulla e in quel caso non gli farebbe piacere vedermi con te>>
<<Ce ne importa qualcosa di quello che gli farebbe piacere? Ok, ok. Ma ti do cinque minuti. Poi scendo dall'auto anch'io>>
Annuisco, gli stringo una mano, e mi incammino verso la porta.
Dopo almeno un paio di minuti in cui busso senza sosta, sto quasi per arrendermi all'idea che non ci sia quando finalmente mi apre.
Sobbalzo istintivamente nell'incontrare la sua faccia stravolta.
<<Mark?>> esordisco, presa in contropiede, mentre ancora osservo gli occhi spalancati, i capelli arruffati, le occhiaie e i vestiti spiegazzati.
Questo non è l'uomo composto e sempre in ordine che ho conosciuto io.
Quest'uomo sembra quasi sotto effetto di sostanze illegali.
<<Avery? Avery! Cosa ci fai qui? E non sto dicendo che non mi faccia piacere eh, anzi vieni, entra>>
Smette di farneticare parole a raffica, mi tira in un abbraccio veloce, e poi mi spinge a entrare.
Ho giusto il tempo di osservare il disordine che regna nel suo salotto, prima che le sue mani afferrino senza alcuna delicatezza le mie.
<<Amore. Mi sei mancata tantissimo. Ti sono mancato anche io, vero? Per questo sei qui, per noi>> riprende a vaneggiare.
<<No, Mark. Mi dispiace, ma no. Io sto cercando Jade. Per caso, è qui?>>
Basta che gli ponga quell'ultima domanda perché sul suo viso si dipinga un'espressione inequivocabile.
E le sue mani prendano a tremare in maniera incontrollata.
<<Jade? No, certo che no, cosa te lo fa pensare? Lei mi odia, ricordi? Non verrebbe mai a trovarmi, perché...>>
<<Smettila!>> urlo, nel momento in cui scelgo di fidarmi delle sensazioni, e mi lascio travolgere dagli scenari più assurdi e dalle mille idee che mi stanno affollando la testa.
<<Le hai fatto del male? Perché ti ho lasciato? Tu... sei così ossessionato da me da essertela presa con mia figlia? Sei impazzito?>> lo accuso, guardandolo fisso in quegli occhi spaventati, e ora cattivi.
<<Non sono pazzo!>> ringhia, afferrandomi per le braccia. <<E, ossessionato? Io ti amavo! Tu mi hai illuso! Sei una stronza!>>
Sono paralizzata. Paralizzata perché mi rendo conto che quest'uomo davvero non lo conoscono. Perché mi chiedo chi mi sono messa in casa in tutti questi anni, e come ho fatto a non notarlo mai quanto fosse instabile.
Instabile, sì.
A meno che, non sia uscito di senno per colpa mia.
<<Mark. Non volevo farti del male. Le storie a volte finiscono, è una cosa che capita tutti i giorni. Ma ti prego, se sai dov'è Jade, dimmelo. Mi ha lasciato un biglietto dove diceva che sarebbe passata qui, so che l'hai vista, hai idea di dove sia adesso?>>
Gli parlo come si parlerebbe ad un bambino.
E, man mano che il mio tono torna calmo e dolce, anche i suoi lineamenti si rilassano.
<<Eccola la mia Avery. Quella dolce, quella che mi piace tanto>> sussurra, perso nei suoi stessi deliri.
Poi, prima che me ne accorga, mi ritrovo con la sua bocca che plana sulla mia, e a quel punto scatto di nuovo e gli mollo uno schiaffo.
Non avrei dovuto.
Perché ho riportato a galla la parte oscura che è annidata dentro di lui.
Mark ringhia di nuovo, e poi mi restituisce quello schiaffo con gli interessi.
Il suo è così forte, che vacillo fino a sbattere contro il muro.
Sarei finita per terra se non ci fosse stata la parete a sorreggermi.
E mi starei chiedendo come diamine uscire da questa situazione se non avessi sentito la porta d'ingresso aprirsi, un ringhio molto più animale arrivarmi alle orecchie, e incrociato gli occhi furiosi di Mason che ha assistito alla scena.
Cazzo.
Si sbraneranno a vicenda adesso.
Lotteranno finché non resterà un vincitore, e un vincitore soltanto.

Finché Respiro (Until I Breathe #1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora