Quarantuno ~ Ci Proverò Finché Respiro

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"Quando il giorno arriva
ma io ho perso la mia strada
Quando il cielo diventa grigio
e tutto comincia ad urlare
Tu mi dici di tener duro
ma l'innocenza se n'è andata
e quel che è giusto
è diventato sbagliato
Perchè io sto sanguinando
Così sbuccio la mia pelle
e conto i miei peccati
E chiudo i miei occhi
E faccio entrare tutto dentro
E sto sanguinando
Sto sanguinando per te"
-Bleeding Out, Imagine Dragons-

Jude

No.
No.
Quello che sto vedendo, non può essere vero.
Quello che sto vedendo, non ha alcun senso.
Jade.
La mia Jade.
Qui, ora.
In carne ed ossa, vera, tangibile.
In mezzo ai Lupi.
Perfettamente a suo agio ad averli alle spalle, intorno, a calpestare il loro suolo.
Ma in soggezione a guardare me.
Me.
Perché si vergogna.
No, perché ha paura.
Di perdermi.
Ma non si vergogna affatto, non di essere lì in mezzo, non di essere nella fazione opposta alla mia in questa guerra.
Mi guarda, e sono certo che quei suoi occhi che si fanno lucidi stiano cercando di comunicare qualcosa.
Ma in questo frangente, io sono troppo sconvolto per ricordare come si legge.
Per essere in grado di decifrare quelle iridi.
Perciò la guardo di rimando, come se da un istante all'altro potesse sparire, come se potesse rivelarsi solo una proiezione frutto della mia testa e della mia fervida immaginazione.
Ma lei non sparisce, no.
E questo momento diventa eterno, e se tutti qui si sono paralizzati e ci osservano senza più fiatare, vuol dire che anche se stiamo in silenzio qualcosa fra noi sta succedendo davvero.
Terrore, delusione, amore, odio.
Alla fine, è proprio lei a sbloccare la situazione.
Come una regina degna di governare tutto ciò che la circonda, Jade Sloan avanza nella stanza, le gambe che si incrociano, gli stivali che risuonano, un vestito che non le ho mai visto addosso che le fruscia intorno e le da un'aria quasi regale. Cattura l'attenzione di tutti.
E in questo momento sembra davvero la regina del mondo, e qualcosa mi suggerisce che qui un po' lo è sul serio, mentre nel mio di mondo, lo era sicuramente.
E proprio come ogni re che ha distrutto popoli ed eserciti, come ogni sovrano che ha raso al suolo intere speranze e preghiere, neppure lei si accontenta di conquistare un solo regno.
Lei vuole regnare in tutti.
E mentre io mi perdo fra quei pensieri, in quel mio assurdo delirare, Jade mi raggiunge, mi si avvicina, si ferma solo quando le punte dei suoi stivali sbattono contro le mie Nike.
Non ce l'ha il coraggio di toccarmi o dire qualcosa però.
E io sono così sfatto, così confuso, così dolorante -dentro, fuori e ovunque- che quasi non mi accorgo delle lacrime che premono per uscire.
Però ne sento una solcarmi una guancia.
Non qui.
Non qui Jude.
<<Ma chi diavolo sei tu>> le ringhio addosso, prima di scappare fuori.

Non appena mi sbatto la porta del locale alle spalle, non appena vengo investito dall'aria gelida della sera, non appena resto anche se per un solo secondo da solo e sono certo di essere proprio nella realtà -anche se in questa realtà buia, grigia, decadente, con cui mai avrei pensato di fare conoscenza- quelle lacrime vengono fuori, e non serve a nulla premere le dita sugli occhi per frenarle.
L'ultima volta che ho pianto, è stato per via di Summer.
La prima volta che ho pianto, da quando posso considerarmi un uomo, è stato per via Summer.
Credevo che nessun dolore avrebbe mai eguagliato quello che avevo già provato con quella bambina -ed è così dopotutto, questo non è certo lo stesso, no- però brucia e fa male comunque, in uno dei modi peggiori che abbia mai provato.
Prendo a calci una bottiglia di birra che trovo lì per terra, e mi irrigidisco di nuovo non appena sento dei passi alle spalle che mi si avvicinano.
E mi raggiungono.
Più di un paio di passi.
Alcuni apparterranno a lei, e altri sicuramente a Jonas.
<<Jude!>>
C'è un che di estremamente disperato nella sua voce mentre pronuncia il mio nome.
Ti sei resa conto anche tu di aver appena decretato la nostra fine eh?
Mi asciugo gli occhi, e mi volto, per niente pronto a fronteggiarla ma al contempo bisognoso di guardarla negli occhi e di ricevere una spiegazione.
<<Cosa? Cosa Jade? Quali altre meravigliose parole mi butterai addosso adesso? Quali scuse, quali giustificazioni? Perché davvero non riesco neanche a immaginarmelo. Così come non riesco a immaginare come mai potresti rimediare a quello che mi hai fatto. Sempre che te ne importi>> sputo fuori.
Le mie parole sono mare calmo e veleno.
Amarezza e incredulità.
Rassegnazione, e speranza.
Non strepito, non grido, ma nella mia voce risuona chiaramente tanta di quella delusione, che nessun urlo disumano potrebbe eguagliare.
<<Certo che mi importa, Jude non pensare il contrario neanche per scherzo!>> ribatte, quegli occhi che mi implorano di crederle, quegli occhi che stanno già raccogliendo tutte le lacrime che verserà quando me ne sarò andato.
<<Peccato allora. Perché stai per conoscere la sensazione di un cuore che perde un pezzo. Di un cuore che viene preso a pugni. E quanto puoi essere stupida per aver causato tutto questo intenzionalmente? Perché tu lo sapevi che sarebbe finita in questo modo quando io lo avessi scoperto>>
<<Non ti avrei tenuto nascosto niente se avessi potuto parlare con te di tutto! Ma quando entravano in gioco i Lupi diventavi un dannato muro di mattoni e cemento, sapevo che non sarei riuscita a buttarlo giù, e tu mi piacevi troppo per trovare il coraggio di cominciare una discussione che ci avrebbe fatto finire male. Finire e basta. Che scelta ti aspettavi che prendessi davanti a questa prospettiva?>>
Oh, perciò ora è colpa mia?
Io sono solo stato sincero. Io almeno, non ti ho nascosto la verità.
<<Mi aspettavo che non prendessi nessuna scelta Jade! Tanto meno quella di venire qui e fare Dio solo sa cosa! Che diamine ci fai con i Lupi? Davvero la famiglia che hai a Charleston, e i tuoi amici, e io che cazzo, ti facciamo così tanto schifo da spingerti a cercare amore da loro?>>
Non me lo spiego, non me lo spiego, non me lo spiego.
E non me lo voglio spiegare.
Perché che lei li difendesse sempre era un conto, che lei venisse fin qui a stringere amicizia con loro, significava ben altro.
<<Non sai di che parli, non conosci tutta la storia, non conosci la mia storia...>> riparte all'attacco.
La sua storia.
<<Perché tu non mi parlavi, mai! Vaffanculo tu e le tue frasi a metà, tu e i tuoi segreti, tu e le tue premonizioni! Quanto cazzo ti sei divertita a lanciarmi quelle frasi di avvertimento? Ero io fra di noi l'unico illuso che non aveva idea che un giorno questa storia sarebbe finita. Tu lo sapevi. E mi hai comunque trascinato fino a questo punto! Mi baciavi e mi stringevi tra le tue braccia mentre facevi alleanze con gli uomini che mi hanno rovinato la vita!>> urlo, ora incapace di trattenere il mio bisogno di esplodere in qualche modo.
Incapace di non tremare come un coniglietto impaurito.
Incapace di guardare questa ragazza negli occhi e rassegnarmi al fatto che mi abbia tradito.
<<Non sai chi è stato! E qui ci vivono mio padre e mio fratello, qui c'è metà della mia famiglia, e io me li sento dentro, io mi sento...>>
Suo padre, certo.
Adesso me lo spiegavo eccome quel qualcosa di familiare che ci vedevo in quell'uomo.
Suo padre. L'uomo che forse aveva fatto del male a Carter.
<<Ti senti cosa?>> la incalzo, sentendomi un masochista perché la sto spingendo a pronunciare parole che so già mi daranno il voltastomaco.
<<Mi sento una di loro, Jude>> mormora pianissimo, lasciandosela sfuggire lei una lacrima stavolta.
Ecco. Era questo che volevi, stupido?
Non posso impedire al mio volto di assumere un'espressione di disgusto.
Jade la registra, e poi si allontana un momento. Comincia a camminare avanti e indietro con le mani fra i capelli, e lascia me lì, incapace di muovermi. Incapace, per chissà quale ragione, di andarmene.
Maledetta. Hai lasciato che ci costruissi dei ricordi con te, dei ricordi bellissimi, e adesso proprio quelli mi fanno sentire come se avessi i piedi incollati per terra, e adesso per colpa di quelli, aspetto non so bene neanch'io cosa.
Forse che tu mi chieda scusa e venga via con me.
Ma è qualcosa che non accadrà mai, vero?
Jade si ferma, e mi guarda con una nuova espressione devastata in viso. Sembra essersi ricordata all'improvviso di qualcosa.
<<Avresti fatto del male a mio padre, Jude?>> bisbiglia.
Sappiamo entrambi che se provasse a parlare più forte, la sua voce si spezzerebbe.
Avrei fatto del male a suo padre?
No.
Perché sapevo che dopo, lei non me lo avrebbe perdonato mai.
<<Non ero io quello con il coltello fra le mani>> replico soltanto.
E lei nella mia risposta ci legge molto di più, e allora se la fa bastare.
E allora, ritrova l'energia per tornare verso di me, decisa e ostinata.
Mi viene addosso, e stringe la mia felpa nei suoi pugni. Mi si avvicina ancora, finché il suo naso non sfiora il mio, finché la sua bocca non mi parla a un centimetro dalla mia.
<<Ci vogliono incastrare>>
Ci.
Si considera davvero una di loro.
Con la coda dell'occhio, mi accorgo di Jonas che si avvicina alle sue spalle con i pugni tesi, e subito temo per le sue intenzioni.
Stendo una mano, e gli intimo di starne fuori.
Come se avessi bisogno del suo aiuto per difendermi da una ragazza.
Come se Jade potesse mai farmi male fisicamente.
Mi accerto che Jonas si allontani davvero, e poi riporto i miei occhi in quelli di lei.
<<È un'altra delle storie che ti piace raccontarti?>> ribatto cattivo.
E intanto però, chissà perché non me le stacco le sue mani di dosso, chissà perché lascio che mi resti vicina così.
Forse, perché so già che non accadrà ancora.
Ed è un altro colpo al cuore realizzare che questo potrebbe essere l'ultimo tocco che riceverò dalla donna che ho amato nelle ultime settimane.
Nell'ultimo anno.
Perciò, anche incazzato, me lo prendo.
<<La polizia non ha praticamente niente: non trovano il mezzo con cui hanno investito Carter, non hanno testimoni, arrestano gente a caso, la rilasciano, prendono qualcun altro... Come se fossero pedine. Questa è una crociata Jude, apri gli occhi!>> mi prega.
Mi sta davvero chiedendo di darle ragione.
<<Aprili tu gli occhi. Hai giocato col fuoco. Hai giocato con me. E adesso ti sei bruciata e mi hai perso>>
E adesso io ti amavo e ti ho persa.
La sua espressione ostinata, non si lascia scalfire dalla mia sentenza.
<<No che non ti ho perso. Sei tu lo stupido adesso se pensi che ti lascerò andare così>>
<<Non c'è più niente che puoi recuperare Jade. E io, oggi ti odio>>
Ride.
Mi deride.
Perché non ci crede.
E mi sa che fa bene.
<<Ah si? Allora odiami pure oggi, ho tempo per farti cambiare idea>>
<<È questo il tuo piano? Il tempo? Be', sai cosa penso? Che con la gente con cui ti sei invischiata, non hai neppure quello>>
E intanto chissà com'è che bruciano più a me che a lei quelle parole.
L'idea che possa accaderle qualcosa...
Mentre io resto terrorizzato dalla mia stessa conclusione, lei si fa solo più caparbia, tenace, insistente.
Mi si avvicina ancora, porta le sue labbra al mio orecchio, e bisbiglia la sua promessa.
<<Allora finché respiro. Ci proverò finché respiro Jude>>

Finché respiro.
Era una promessa forte, era una promessa importante, e non riuscivo a evitare che andasse a marchiarsi da qualche parte dentro di me.
Come se così non potessi più dimenticarla, come se così ogni giorno dovessi aspettare che venisse a mantenerla. Come se potesse portarmi speranza e con quella speranza potessi ammazzarci la delusione, l'amarezza.
Dopo quelle poche sillabe che mi gelano, me la tolgo di dosso, la allontano come se mi avesse dato la scossa, e mi incammino verso le nostre auto dove Jonas e i ragazzi mi stanno aspettando.
Cinque minuti dopo, la tensione che c'è nell'abitacolo mi fa scoppiare la testa, so che Jonas mi sta osservando con la coda dell'occhio e so che si sta silenziosamente chiedendo che storia è questa.
Aspetta che parli.
Ma io davvero non saprei che dire.
<<Da che parte stai Jude?>> mi chiede serio, alla fine.
<<Dalla vostra! E mi sembra anche evidente!>>
<<Visto il modo con cui parlavi a quella ragazza, e visto quanto sembravi conoscerla bene, io non direi>> insiste sardonico.
<<Visto come l'ho trattata, io invece direi che dovresti crederci eccome>>
Idiota.
Sarai anche ferito per Carter, ma sei proprio un idiota.
<<Faccio fatica Jude, e sai perché? Perché sembrava tanto la tua donna>>
La mia donna.
Già.
<<Non sapevo che avesse a che fare con loro... cazzo, lo hai visto quanto ero sconvolto, lo hai visto che non ne sapevo niente e non me lo aspettavo>>
<<Si, ma poi ho anche visto che non hai saputo lasciarla andare tanto facilmente. Ho visto quanto ci tieni>>
<<Ci tenevo>> preciso. <<Guarda cosa mi ha fatto, guarda che menzogna che mi ha raccontato. Oggi è venuta fuori la peggiore verità che potesse mai tenermi nascosta>>
Jonas si ferma a un semaforo, e si volta per guardarmi negli occhi.
<<Che vuoi ancora? Nessuno mi ha costretto a far parte della tua banda, non sarei venuto sennò>> gli faccio notare.
<<Lo so. Ma so anche che un uomo innamorato può smarrire la strada. E immagino che d'ora in avanti, sarà difficile vedere come il nemico la donna che hai amato>>
<<O magari, proprio per il male che mi ha fatto, è già di conseguenza il mio nemico più grande>>
Cazzate, stavo sparando solo una marea di cazzate.
<<Bene. Perché non ho intenzione di fare del male ad una donna, ma se dovesse mettersi in mezzo... be', non permetterò a nessuno di ostacolarmi la strada. Non di nuovo. Affronterò chiunque possa intralciarmi>>
Quella mi sembrava tanto una minaccia rivolta a lei, e la cosa mi faceva venire voglia di tirargli un pugno.
Jade aveva mentito, ma di sicuro era innocente e non aveva fatto del male a nessuno.
L'avevo avvisata che in mezzo ai Lupi sarebbe stata in pericolo, eppure ora che Jonas me lo stava confermando, tutto quello che riuscivo a pensare era che, nonostante tutto, lui avrebbe dovuto passare sul mio cadavere prima di torcerle un solo capello.

L'avevo avvisata che in mezzo ai Lupi sarebbe stata in pericolo, eppure ora che Jonas me lo stava confermando, tutto quello che riuscivo a pensare era che, nonostante tutto, lui avrebbe dovuto passare sul mio cadavere prima di torcerle un solo cap...

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Finché Respiro (Until I Breathe #1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora