Settanta ~ La Pentola Magica Alla Fine Dell'Arcobaleno

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Mason

In molti, direbbero che l'autunno non è la stagione giusta per sposarsi.
Per via della pioggia che comincia a manifestarsi in maniera sempre più frequente, e delle nuvole che oscurano il cielo, e dell'aria che si fa fredda, e della malinconia che ci accompagna per la fine dell'estate.
Io ed Avery abbiamo sempre amato l'autunno invece.
Ci siamo conosciuti in autunno.
Ci abbiamo passato i pomeriggi nascosti nel mio letto mentre fuori iniziava a rinfrescare.
E poi la cioccolata calda, le sfumature meravigliose che acquistavano le foglie sugli alberi, i primi addobbi per Natale che si vedevano in giro per le case.
L'autunno era la nostra stagione.
E credevo fermamente che io e lei dovessimo sposarci in un primo pomeriggio di fine Ottobre.
Nei boschi che avevano visto crescere noi, e i nostri sentimenti.
Con la presenza delle sole poche persone che facevano da sempre il tifo per quei due ragazzini troppo diversi, e troppo innamorati.
Avevo già organizzato tutto.
Io, sì.
Perché lei non ne aveva idea.
Ma sapevo per certo che non desiderava altro.
Desiderava questo da vent'anni, cazzo.
Era arrivato il momento di avverare il suo ultimo sogno.
E io avevo voluto farlo avverare così.
Niente proposte, niente preavvisi.
Una cosa inaspettata. Una sorpresa che le avrebbe tolto il fiato.
Avrei dovuto temere che non apprezzasse.
Ma sapevo perfettamente che l'avrebbe adorato.

~🐺~🐺~🐺~

Non sono neanche le tre del pomeriggio quando passo a prendere Avery dall'ospedale, con la mia moto.
Lei non si aspetta di trovarmi lì, ma il suo saluto caloroso con tanto di bacio sulla bocca e mano che mi si infila sotto al giubbotto, mi suggerisce che approva.
<<Lascia la macchina qui, torniamo a prenderla più tardi. Devo portarti in un posto>> le comunico, porgendole il casco.
I suoi occhi mi osservano inquisitori mentre lo prende.
<<Mason, che succede? Sei strano>>
<<Strano in che senso?>> replico vago, sapendo però benissimo che l'emozione che mi sta scorrendo nelle vene non sto riuscendo a mascherarla completamente.
<<Sembri su di giri>>
<<Ah si? Be', tu fidati di me e basta. Puoi?>>
Avery scuote la testa divertita, mi posa un bacio sul collo, e finalmente sale dietro di me senza fare storie.
Mentre percorro le strade che ci porteranno verso quella che è stata casa mia per la metà dei miei anni, sono sicuro che lei abbia intuito che ho preparato un sorpresa per lei, per noi.
Al contempo comunque, sono più che certo che questo tipo di sorpresa non potrebbe immaginarla mai.
Quando lascio la moto davanti a quella che è la mia vecchia abitazione, l'emozione raggiunge livelli fin troppo elevati, e mentre prendo per mano la donna che sto per sposare, tremo visibilmente.
<<Mason? Non devo preoccuparmi, vero?>> mi chiede, avendo notato la mia trepidazione che straripa.
<<Tutt'altro, amore mio>> mi sforzo di rassicurarla, intanto che la porto nella camera da letto e la faccio fermare davanti ad una scatola enorme.
<<Aprila>> la invito, gli occhi puntati sul suo viso con l'attenzione di un falco, e pronti a non perdersi la sua reazione.
<<Perché ho paura?>> bisbiglia, saettando lo sguardo da me alla scatola.
Le sorrido, le faccio un cenno col capo, e lei obbedisce sollevando piano il coperchio.
Resta a fissare l'abito da sposa per qualcosa come venti secondi prima di capire che si tratta davvero di ciò che sembra.
Poi dai suoi bellissimi occhi, prendono a scendere lacrime silenziose.
Non se le asciuga neanche quando torna a guardare me.
<<Mio Dio... Mason. Tu... Cos'è, il tuo modo di chiedermi di sposarti?>>
Mi siedo sul letto, e la prendo tra le braccia prima di risponderle.
Adesso è lei quella che trema come se stesse morendo di freddo.
<<Non ti sto chiedendo di sposarmi, Avery. Spero di non peccare di presunzione dicendo che credo di conoscere già la risposta a quella domanda>>
<<La conosci>> sussurra, mentre si sforza di seguire il filo del mio discorso.
<<In verità, ti sto chiedendo di indossare questo abito, di finire di prepararti con l'aiuto della sorella di Thomas, e poi di venire fuori da questa casa e promettermi che sarai mia per il resto dei tuoi giorni. Voglio sposarti oggi, Avery. Adesso. Se anche tu lo vuoi>>
Faccio una fatica immensa a finire quel discorso senza che mi si rompa la voce.
Avery invece, piange sempre di più e tenta invano di fermare le lacrime.
Ora però, insieme alle lacrime ride anche.
Non riuscendo a pronunciare una parola, mi si getta addosso e mi stringe fortissimo, prima che le sue labbra cerchino le mie per baciarmi in un modo che, se non avessimo un impegno da rispettare e degli invitati che ci aspettano tra poco più di mezz'ora, lascerei ci portasse ben oltre.
<<Non mi hai ancora risposto, sai?>> le faccio notare dopo un po', non appena si riassesta.
<<Ti serve davvero una risposta? Ti sposo Mason, certo che ti sposo. Anche adesso, anche se non mi hai dato un minimo di preavviso e mi hai praticamente teso una trappola>> ribatte felice, ridendo ancora.
<<Non ti ho teso una trappola, ho realizzato il tuo ultimo desiderio>> la correggo, non riuscendo a smettere di accarezzarle i capelli, le labbra, il collo, le guance bagnate.
<<L'ho hai realizzato, sì. Ma Jade? Ed Evan? Lo sanno? E chi ci sposerà? E...>>
<<Ehi, ehi, non iperventilare, d'accordo? Certo che lo sanno, lo sapevano tutti tranne te a dire il vero. Per ovvie ragioni. Ci sposerà Thomas, ha preso la licenza apposta. E saranno presenti soltanto le persone che amiamo di più, soltanto la nostra famiglia. Penso che questo momento debba essere solo nostro. Però ti prometto che da domani, potrai cominciare a organizzare la nostra festa di matrimonio, scegliere il locale più costoso che ti viene in mente, e invitare tutte le persone che vuoi>>
Mi sembrava un buon compromesso questo, anche se, conoscendola, sapevo che non le importava davvero della festa.
<<Hai pensato proprio a tutto>>
<<Che dici, ho fatto un buon lavoro?>> ammicco.
<<Non avresti potuto fare meglio>>
<<Bene allora. Ti lascio vestire. E truccarti. E fare tutte quelle cose che fate voi donne. E devo vestirmi anch'io, ovviamente. Ti aspetto fuori. April ti porterà da me quando sarai pronta, ok? Non metterci troppo. Ho aspettato già diciotto anni>> le ricordo, prima di uscire dalla porta.
Dio, ha detto sì.
Sta per succedere.
Non l'ho persa.
E non la perderò mai più.

Finché Respiro (Until I Breathe #1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora