Undici ~ Immune Alla Razionalità

3.9K 272 280
                                    

"Che questo è un viaggio che
nessuno prima d'ora ha fatto
Alice, le sue meraviglie
e il cappellaio matto"
-Maneskin, Torna A Casa-

Jude

Bene, adesso non c'era più alcun dubbio in proposito: nel mio cervello c'era sicuramente qualcosa che non funzionava nel modo giusto.
Qualche neurone bruciato, qualche sinapsi che non connetteva come avrebbe dovuto.
Ma che accidenti andavo farneticando in giro?
Mia?
Davvero Jude?
Adesso ce ne andiamo a spasso per la città ad attaccare etichette sulla gente?
Parlavo e scherzavo per qualche mese con una ragazza, e allora potevo rivendicarne i diritti?
Mi sentivo capito, sentivo -come aveva detto Jade stessa- che una parte di lei era simile a una parte di me che nessun altro conosceva, e di conseguenza potevo definirla mia?
Oh, non funzionava così.
Tenevo Jade con me ma la tenevo anche a distanza da me.
Ed ero sempre stato attento a non varcare una certa linea di confine.
Ok, non sempre, ultimamente vacillavo spesso.
Ma in tutto questo tempo, avevo comunque cercato di non illuderla e di non illudermi.
Dalle parole che mi erano appena uscite di bocca, sembrava che io inconsciamente mi fossi illuso eccome invece.
E non nel senso che avevo permesso che lei illudesse me.
Nel senso di me stesso che illudo me stesso.
Penso che sia la trappola più stupida in cui si possa cadere.
O la trappola più comune in cui si possa cadere.
Ricordo ancora come se fosse ieri la sera al Saloon, ricordo di come per una volta, non mi fossi soltanto limitato a rispondere alle sue sfide, ma lo avessi mosso proprio io un passo verso di lei.
Un passo verso di lei, e un passo in avanti rispetto a questa strana relazione che stagnava da mesi.
Era bastato un istante perché Jade ne muovesse rapida uno indietro.
Era un ballo senza fine il nostro. Avevamo aperto le danze da un sacco di tempo ormai, e le cose si svolgevano sempre allo stesso modo: c'era qualcuno che guidava, e c'era qualcuno che stava al passo.
E non si cambiava mai direzione, non si arrivava mai da nessuna parte.
Eppure, avevo visto certe cose nei suoi occhi, ne avevo sentite altre sulla pelle...
Be', non bastano Jude.
E tu non puoi rivendicare nessun diritto su qualcuno che è libero come l'aria.
E tu non puoi condividere le catene che ti legano a questo tipo di vita con qualcuno che non ha fatto nulla per meritarsele.
Al contrario di te.

~🐺~🐺~🐺~
~🐺~🐺~🐺~

Stasera dentro di me succede una cosa strana.
Stasera, per una volta, voglio stare da solo.
E lo so che è una cosa che di norma mi terrorizza, e già quasi li sento i pensieri appostati in un angolo della mia testa che non aspettano altro che questo, che me ne resti per conto mio per assalirmi.
È che davvero non sono in vena di sopportare nessun altro che non sia il sottoscritto.
Il sottoscritto, e forse una certa ragazzina.
E magari, in realtà è proprio per questo che ho rifiutato qualsiasi compagnia: perché spero che lei mi trovi ancora una volta a vagare per il centro di Charleston, perché spero che lei mi trovi mentre cerco di confondermi fra la gente con una bottiglia di birra in mano.
Una bottiglia che presto diventa la seconda e presto diventa la quarta.
Almeno, tutto quell'alcool che mi gira in corpo -e che, ci tengo a precisare, reggo benissimo- mi da il coraggio di mandarle un messaggio.
Ci siamo scambiati i numeri molto tempo fa io e Jade, ma non li abbiamo mai usati.
Era come se nessuno avesse il coraggio di compiere quel passo, era come se potesse significare troppo, e noi fossimo meno di quel troppo.
Cosa che ho sempre pensato, anche se non ho ancora capito cosa siamo di preciso.

[Quando ti vorrei qui
non ti trovo mai]
[22.08]

L'ho già inviato quando mi rendo conto di quanto suoni carico di sentimento.
Di come quel passo che ho appena fatto, sia stato un passo più lungo della gamba.
Nella successiva mezz'ora, non faccio che chiedermi a cosa avrà pensato nel leggerlo.
Nella successiva mezz'ora, Jade non mi risponde e io vorrei che questo marciapiede si aprisse e mi inghiottisse vivo tanto mi sento stupido adesso.
Sto per pentirmi di averle scritto quando tra la marea di volti, all'improvviso sbuca fuori dal nulla proprio il suo.
Sbatto le palpebre un paio di volte per accertarmi che non si tratti di un'allucinazione.
Ma, Dio, è così bella in quel vestito in cui si è infilata, che non ho più dubbi sul fatto che solo l'originale potrebbe abbagliarmi così.
Abbagliarmi in piena notte.
Abbagliarmi senza un briciolo di sole.
Abbagliarmi alla luce della luna.
Ha risposto al mio messaggio nella maniera più bella che potesse esistere.
Si è precipitata a cercarmi.
E mi ha anche trovato.
E dire che sono sorpreso, sarebbe davvero riduttivo.
<<Qualcuno ha bisogno di un cavaliere per essere salvato?>> esordisce, quel sorriso sincero che per poco non mi ammazza, e due occhi che intanto mi passano attraverso come per capire quanto sia grave la situazione.
Perché se ho inviato quel messaggio, lo sappiamo entrambi che c'è sotto molto di più di quanto potrei mai dare a vedere o ammettere.
Ci metto un po' a rispondere, e ci metto un po' perché c'è una qualche emozione che mi serpeggia su per la gola e mi fa venire voglia di fare cose assurde come stringermela al petto e affondare il viso fra i suoi capelli o sul suo collo, o ovunque ci sia la sua pelle o il suo profumo.
<<Ho bisogno di essere salvato dalla noia, si>> minimizzo, schiarendomi la voce.
<<Ehi, non ti avrò mica contagiato con questa storia della noia?>> replica, fingendosi preoccupata.
<<Accidenti, potrebbe essere sai?>>
<<Quindi, adesso almeno un pochino mi capisci>>
Adesso almeno un pochino ti capisco.
Ma capirti solo un po', non mi basta affatto.
<<Ti capisco, ma come vedi non vado comunque a fare pazzie in giro>>
<<Questo non è ancora detto>> canticchia.
Non so se mi sta prendendo in giro, o se davvero un'idea folle le stia attraversando la mente proprio in questo preciso momento.
Non credo che quell'idea la rifiuterei oggi.
E dopotutto, se sto con lei è proprio per sperimentare quel pizzico di follia che non saprei trovare in nient'altro e in nessun altro.
Se credevo che praticare arti marziali fosse il mio colpo di testa, mi sbagliavo di grosso, perché quello sport per me era tutto il contrario: mi serviva per restare calmo.
E l'unico colpo di testa che mi piaceva concedermi davvero, alla fine era sempre lei.
<<Ho una proposta>> continua, girandomi intorno e scrutandomi da sotto le ciglia.
E quel sorriso adorabile che mi ha ammaliato poco prima, si trasforma in un'espressione pensierosa che dovrebbe mettermi paura.
Dovrebbe.
Ma mi sa che stasera sono immune alla razionalità.
<<Se fossi una favola, saresti Alice nel Paese delle Meraviglie. Hai la follia del Cappellaio Matto e il sorriso dello Stregatto>>
Non so perché me ne esco con quella frase, ma giurerei che in segreto Jade la apprezza.
Dopo avermi lanciato un'occhiata perplessa, alza le spalle e concorda.
<<È la mia favola preferita>> mi svela. <<Non cambiare discorso però. Vuoi sentirla o no questa proposta?>>
Oh, nonostante un po' la temo la tua proposta, allo stesso tempo muoio dalla voglia di ascoltarla.
Alzo gli occhi al cielo cercando di non mostrarmi troppo curioso, e la invito a proseguire.
<<Allora, cerchiamo su internet una lista di cose pazze da fare prima di morire, e poi ne scegliamo una>> annuncia, evidentemente fiera della sua idea della giornata.
Gesù, è proprio fuori di testa.
Ma quello che è in grado di partorire la sua mente, è come sempre geniale.
E come sempre finisce per stuzzicare quel Jude che ho smesso di essere ma che lei non fa che riportare a galla.
Anni e anni passati a cercare di affogarlo, e poi Jade Sloan finisce per salvarlo anche dopo tutto questo tempo.
O io non ho mai avuto il coraggio di ammazzarlo davvero, o questa donna lo ha appena resuscitato.
<<Questa cosa che dovremmo fare, quanto sarà pazza esattamente?>> domando, leggermente preoccupato.
Perché va bene che stasera mi va di osare, ma con lei non si sa mai fino a che punto possa spingersi.
Per tutta risposta, scrolla le spalle distratta, e continua a digitare qualcosa sul suo cellulare.
<<Ecco qui! Bungee jumping?>> inizia ad elencare.
<<Scontato>>
<<Assaggiare qualcosa di schifoso?>>
<<Evitiamo di finire in ospedale e di provare l'ebbrezza di una lavanda gastrica eh?>>
Insomma, non è che nella vita si debba provare proprio tutto tutto.
<<Andare nel ristorante più costoso della città e fingere di chiedere pubblicamente ad un'amica di sposarti per vedere se vi offrono la cena>>
Sul serio?
<<Questa te la sei inventata>>
Mi mostra la lista sul cellulare e scopro che no, non l'ha inventata.
<<È deciso!>> esclama emozionata.
<<No, non è deciso proprio un bel... Ehi, ma dove vai?>>
È chiaro che su questa storia non ho più voce in capitolo.
Mi rassegno a seguirla mentre si dirige verso una fila di bancarelle, e la osservo semi-scioccato quando compra perfino un anello con una pietra verde sopra.
<<Così potrai dire che lo hai scelto perché somiglia al colore dei miei occhi>> mi spiega divertita.
<<Perciò sei seria?>>
<<Si! Ora andremo nella pasticceria più buona e più cara di Charleston, ordineremo almeno due piatti a testa, e dopodiché tu mi chiederai di sposarti!>>
Caspita, sprizza proprio gioia da tutti i pori.
<<E se non dovessero offrirci proprio un bel niente?>>
<<Proibito pensare in negativo!>> ribatte, bacchettandomi con l'indice.
Mi infila l'anello nella tasca dei jeans e mi trascina via verso una destinazione ignota.
"Proibito pensare in negativo".
Se ragionassi ogni giorno come ragiona la sua testa, sul mio viso ci sarebbero molti più sorrisi e molte meno mascelle serrate.
Deve essere proprio bello essere Jade.
Peccato che non si possa vivere una vita diversa da quella che ci è stata assegnata.
L'unica cosa che ci è concessa, è scegliere di quali altre vite circondarci.
E io, ho scelto la sua.

Finché Respiro (Until I Breathe #1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora