Sinossi:
Girton è un apprendista assassino, è giovane e ha ancora molto da imparare dal suo maestro, il migliore del regno. L'arte di togliere la vita è complessa e richiede anni di studio e dedizione, ma la missione che questa volta è stato chiamato a svolgere sembra ancora più complicata. Girton e il suo maestro, infatti, sono stati assoldati dalla regina del regno per salvare una vita, quella del giovane principe ereditario che qualcuno vuole assolutamente vedere morto.
E chi meglio di un assassino può fermare un altro assassino?
Recensione:
Buonasera, lettori! Sono contenta di essere finalmente qui a pubblicare questa recensione, dato che attendevo questo momento dall'istante esatto in cui ho preso in mano questo libro.
L'età degli assassini è il primo volume di una saga dark fantasy a cura di R.J. Barker, e tra l'altro anche suo esordio. Era da mesi che ne vedevo copie su copie impilate in libreria, senza mai poterlo acquistare, e ora che l'ho letto posso dire di non esserne per nulla rimasta delusa.La trama è di per sé abbastanza basilare: Girton è un apprendista assassino, che con la sua padrona – Merela Karn, una degli assassini più temuti della Cerchia – viaggia per le Terre Spossate tentando di sopravvivere al meglio e cercando nuovi ingaggi. Il libro inizia proprio quando i due, chiamati dalla regina alla corte di Maniyadoc, vengono attirati in una trappola dalla stessa, che con un ricatto chiede loro di scoprire chi voglia suo figlio morto. Da qui seguono intrighi di palazzo, morti varie, stregoni e un'arte estremamente affascinante: quella dell'assassino. Sì, perché Barker è stato capace di rendere questo aspetto davvero intrigante, inserendo passaggi che fanno intuire il modo in cui si muove un assassino, e denominandoli Iterazioni, spiegando anche man mano cosa esse siano e come funzionino.
Il genere da questo punto di vista non è chiarissimo. È un po' dark fantasy, un po' mistery, ma tutto verte molto sullo sviluppo del protagonista, sulla sua scoperta dell'amore e dell'amicizia, prima di allora a lui vietati sia per mano della sua padrona che a causa della sua natura di assassino. Sotto questo punto di vista, si può dire che sia un romanzo di formazione, ma ciò non risulta affatto forzato, in quanto Girton si trova nelle condizioni di vivere queste situazioni. Lui ha quindici anni, non è mai stato un ragazzino normale, e tutto d'un tratto si trova in una corte, fra gli scudieri, a impersonare un beato che non sa niente del mondo, ingenuo e facilmente manipolabile, impossibilitato spesso a difendersi contro i soprusi per non smascherare la propria copertura e far rischiare la vita a Merela.
Per tale ragione, lo sviluppo tipico del teen è perfetto, perché vediamo sbocciare il suo primo amore, e vediamo instaurarsi un'amicizia che piano piano si tramuta in qualcosa di più profondo, come una fratellanza che ci viene data l'informazione sarà fondamentale nei prossimi libri.L'ambientazione tuttavia è un po' confusa. Si percepisce di essere in un futuro distopico dove la magia ha fatto il suo corso, indizio dato dai vari occhiolini lanciati a un passato simile al nostro e alla disfatta degli dei, che secondo la leggenda hanno rilasciato con la propria morte la magia che in precedenza trattenevano. Le informazioni a nostra disposizione però terminano qui.
Al contempo non abbiamo un grande tratteggio delle cosiddette Terre Spossate, divenute desertiche e malate a causa della stessa magia – motivo per cui vi è la caccia agli stregoni, considerati malvagi e meritevoli di morte –, né dello stesso castello di Maniyadoc, dove Girton viene assoldato.
Le caratteristiche che ci giungono sono poche, ma in grado di rendere un'immagine chiara e forte nella mente del lettore, soprattutto grazie al racconto del re. Le Terre Spossate le immagino come una caldissima e arida distesa rossa e gialla, dove la vita è quasi impossibile e dove sangue innocente viene versato per mano dei terribili Landsman, i cacciatori di stregoni. Sotto questo punto di vista, l'atmosfera che l'autore voleva rendere credo sia stata raggiunta in pieno, perciò mi sento di dire tanto di cappello, perché non è facile caratterizzare un'ambientazione in modo tanto preciso senza dilungarsi in descrizioni.
In contemporanea, la corte ha un costante alone d'oscurità, questo senso di claustrofobia causato dai pericoli e dagli intrighi, che caratterizzano la società in cui Girton è cresciuto, suddivisa in tre categorie: gli schiavi, i grati – il popolino – e i beati – i ricchi. E in cui gli assassini vengono assoldati continuamente, senza tuttavia essere accettati bensì cacciati alla stregua degli stregoni.
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Le Recensioni di Rose (CHIUSO PER SEMPRE ❌)
RandomLISTA CHIUSA. REGOLAMENTO NEL PRIMO CAPITOLO. Le recensioni saranno quanto più oggettive e critiche possibile, in modo da andare a toccare ogni punto fondamentale dell'opera. Ricordo che io non sono infallibile, quindi chiedere anche ad altri serviz...