Capitolo 12

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La sveglia suona puntualmente come ogni mattina, e la mia voglia di alzarmi così presto per affrontare un altra giornata di scuola è pari a zero. E' una settimana che non vedo i miei amici, a parte Emily che frequenta i miei stessi corsi. Sono stata chiusa in casa per un intera settimana. Sarei dovuta andare ad un altra delle feste di Michael, ma sinceramente non ne ho avuto molta voglia. Così ho passato la settimana a leggere i miei amati romanzi, mi sono concentrata di più sullo studio e ho avuto più tempo libero per parlare al telefono o su Skype con mia sorella, Kathy, che mi manca da morire. Inoltre, domenica pomeriggio ha richiamato papà, ma la mamma gli ha riattaccato in faccia senza neanche dargli il tempo di dire nulla. Ormai le cose vanno così, ci sono abituata. Un padre chissà dove e una madre che tenta di proteggermi come meglio ritiene. E per me va bene così. . . più o meno.

Mi vesto in fretta, arriccio un po' i capelli e mi trucco leggermente. Poi scendo di corsa le scale per raggiungere mia madre che mi sta spettando per accompagnarmi a scuola.

"Buongiorno, Jane." dice sorridendo con la borsa appoggiata ordinatamente al braccio e la tazza di caffè sull'altra mano. Come fa ad essere così bella ed elegante anche di prima mattina e con un camice dospedale addosso?

" 'Giorno, mamma." rispondo.

Prima o poi riuscirò a comprarmi un auto tutta mia, la patente già ce l'ho, ma lauto . . . bè, ci devo lavorare. Se avessi una macchina tutta mia sarei libera di andare dove voglio, quando voglio, senza dover chiedere sempre a qualcuno di darmi un passaggio. Salgo in macchina subito dopo di lei e partiamo.

Quando arriviamo a scuola saluto mia madre e scendo alla svelta, questa mattina fa freddo, larrivo di dicembre si fa sentire.

Vedo Emily che mi aspetta all'entrata come tutte le mattine, ma lei non mi nota mentre mi avvicino, è impegnata a digitare qualcosa sul suo cellulare, mentre sorride guardando lo schermo. E quando finalmente alza il viso e si accorge della mia presenza mi abbraccia e mi mostra un sorriso raggiante.

"Ciao, Emy. A cosa è dovuta tutta questa felicità di prima mattina?" domando, ma credo di conoscere già la risposta. Infatti non mi stupisco affatto quando fa il nome di Michael.

Inizia il suo racconto dicendomi che sabato, alla festa, è stato sempre con lei, hanno parlato moltissimo e che da quasi tre settimane non hanno mai smesso di sentirsi per telefono.

. . .e poi, quando mi ha raccompagnata a casa . . . continua a dire imbarazzata.

E poi cosa? Che è successo? chiedo curiosa.

Ci siamo baciati! esclama con un po troppa enfasi, tanto da far voltare verso di noi almeno quattro paia di occhi diversi. E lei arrossisce allistante.

"Oh, mio Dio! Non ci credo!" esclamo, anche se in realtà me laspettavo eccome. "Sono felicissima per te Emy!"

"Pure io, Jane, sono al settimo cielo! Non lo credevo possibile. E invece mi ha chiesto di uscire, da soli. Un vero appuntamento, capisci?!" ha un sorriso a trecentosessanta gradi stampato in faccia. Sono davvero contenta che la mia amica sia felice, spero solo che Michael non faccia lo stronzo. Perché se le fa del male se la vedrà con me.

Entriamo in classe quasi nello stesso momento in cui sta per entrare il professore, che ci lancia uno sguardo di rimprovero per il quasi ritardo, ma ci tiene aperta la porta dell'aula per entrare. Mi siedo sullunico banco libero, in prima fila, e il professore ricomincia a spiegare lo stesso argomento sul quale siamo bloccati da ormai due settimane, e la cosa inizia a diventare noiosa. Tra laltro questa mattinata sembra non passare mai. E quando finalmente arriva l'ultima ora io ed Emy ci sediamo ai nostri soliti posti, il professore di letteratura inizia la sua lezione e seguo attentamente ogni sua parola. Ma per mia delusione non fa alcun riferimento al compito su Cime Tempestose che abbiamo consegnato la scorsa volta. E uno dei miei libri preferiti e ho lavorato molto duramente a quel saggio a riguardo, ci tengo veramente a sapere come sia andato. Al suono della campanella usciamo dall'aula e attraversiamo il corridoio per andare verso l'uscita principale visto che le lezioni sono ormai terminate. Ma non appena mettiamo piede fuori da scuola ci imbattiamo in un numeroso capannello di persone che fanno un gran fracasso, intente a guardare qualcosa.

Hope  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora