Capitolo 27

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Mentre attraverso il salotto dirigendomi in cucina scocciata dal comportamento infantile di Will, sento le voci di mia madre, Clare, Poule e Margot parlare in modo concitato tra loro. Non stanno facendo battute e ridendo come capita di recente, ma non stanno nemmeno discutendo o litigando. Sembra piuttosto che si stiano confrontando su qualcosa che li agita in maniera incomprensibile. Mi avvicino senza farmi sentire e le voci diventano più nitide.

"Lui non lo sa. E non deve saperlo. Lo sconvolgerebbe troppo."

"Lo capisco Clare, ma non potete nascondergli una cosa cosi grande. Gli avete mentito per troppo tempo. Secondo me William deve sapere." la voce di mia madre sembra in ansia, ma non capisco per quale ragione. Cos'è che Will non sa?

"Il solo parlare dei suoi genitori fa in modo che il suo umore cambi radicalmente, non posso farlo. William non è una persona facile, lo abbiamo cresciuto come fosse figlio nostro, eppure se lo conoscessi meglio capiresti anche tu che gli manca qualcosa nella sua vita, qualcosa che noi nonostante abbiamo fatto tutto il possibile, non siamo mai riusciti a dargli. Non capisci che se gli dicessi adesso una cosa del genere gli causerebbe un dolore immenso?"

Non posso più ascoltare, queste cose non mi riguardano. Anche se la curiosità mi sta divorando, il bisogno inspiegabile che ho di scoprire di più sul conto di Will è sempre più forte . . .

Ma non posso.

Entro in cucina e improvvisamente le voci dei presenti tacciono.

"Ho interrotto qualcosa?" domando con voce vaga, alzando le sopracciglia con aria innocente.

"No, tesoro. Siediti, il pranzo è pronto. Stavamo giusto aspettando te e William per iniziare a mangiare." dice mia madre, e nel pronunciare il nome di Will i suoi occhi vagano verso i Moore in un gesto che dovrebbe risultarmi indifferente, ma che a quanto pare non lo è. Non dopo averli sentiti parlare in quel modo. Chissà a cosa si riferivano. Possibile che il passato di questo ragazzo sia davvero così tormentato come sembra?

Non è una persona facile ha detto prima Clare. No, non lo è affatto, anzi, oserei dire che è la persona più complessa che abbia mai conosciuto. In un primo momento è simpatico, poi freddo e stronzo, ma poi torna ad essere dolce e gentile. Cambia umore così velocemente da far venire l'emicrania.

Ma allora come accidenti è possibile che ti stia seriamente innamorando lui?! Esclama una voce concitata nella mia testa.

Cosa?!

No. No, no.

Non è possibile.

Non posso essere innamorata di lui.

Ma quei occhi verdi . . . l'effetto che mi fanno quando si posano sui miei . . .

No. Non è possibile.

"Eccomi, scusate se vi ho fatto aspettare." dice Will entrando in cucina con un gran sorriso sul volto, facendomi sobbalzare per la sorpresa. Indossa una felpa grigia, jeans scuri e converse nere. Ha i capelli bagnati e spettinati, ma è comunque bellissimo anche così. Accidenti, ma che mi prende?

Si passa una mano tra i capelli bagnati cercando di rimediare a quella chioma scompigliata. Probabilmente anche lui, come me, ha sentito il bisogno di farsi una doccia dopo il viaggio. Ci sediamo tutti al grande tavolo ben apparecchiato. Poule a capo tavola , Clare e mia madre su un lato, io e Will sull'altro. Lui posa il suo sguardo su di me, mi squadra dalla testa ai piedi con un sorrisetto. Probabilmente mi sta sfottendo mentalmente per il modo in cui sono vestita. Magari non gli sta bene nemmeno come mi vesto. La cosa non mi stupirebbe.

Continua a mandarmi strane occhiate, ma io mi sforzo di non ricambiarle e guardo il mio piatto mentre Margot ci serve un arrosto squisito.

"Il viaggio è andato bene ragazzi?" ci domanda Poule, suppongo per interrompere il silenzio che stranamente si è creato.

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