Capitolo 66

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"Dici sul serio?" chiedo confusa. Tra tutte le cose che mi stavano passando per la mente, questa era l'ultima cosa che mi aspettavo di sentire.
"Si. Bè, se per te è un problema non . . ."
"No, no. Non è questo. È solo che . . . Sono sorpresa, non me l'aspettavo." sorrido.
"Perciò . . . Per te andrebbe bene?" chiede.
"Ma si, certo! È che non capisco come mai ora, di punto un bianco tu voglia cambiare scuola. Poi ti manca un altro anno e avrai finito il liceo, non è meglio aspettare?" sorrido. Io e Will nella stessa scuola . . .  Non mi era mai passato neanche per la testa.
"Non mi vuoi lì?" chiede e la vulnerabilità che leggo nei suoi occhi mi spiazza.
"Si, certo che tu voglio lì. Semplicemente non capisco il perche di questa decisione improvvisa."
"Deve esserci per forza un perché? Non è una buona risposta il fatto che io voglia passare più tempo con te? Andremmo a scuola insieme tutte le mattine, ti accompagnerei e ti riporterei a casa io. Niente più autobus. E potremmo passare il cambio dell'ora o il pranzo insieme." sorride mettendo in mostra quelle due fossette che adoro.
"Si, in effetti l'idea di non prendere più l'autobus non mi dispiace." rido.
"Quindi sei d'accordo?" chiede ancora una volta.
"Certo." sorrido.
"Bene. Perché ho già fatto richiesta una settimana fa, sarò li da lunedì." dice con nonchance.
"Aspetta, cosa?" chiedo sorpresa. "Una settimana? È da una settimana che hai fatto domanda per cambiare scuola e me lo dici solo adesso?"
"Già, te l'avrei detto prima, ma volevo esserene sicuro e oggi mi hanno dato la conferma che da lunedì sono iscritto alla tua scuola." dice.
"Oh." dico, non sapendo cos'altro aggiungere. Non me l'aspettavo, questo è poco ma sicuro. Ma l'idea di avere Will nella mia scuola mi piace più di quanto voglia ammettere.
Per il resto della cena parliamo un pó del più e del meno. Will mi racconta di aver incontrato un tipo, ieri mentre tornava da casa di Michael, che gli ha chiesto strane indicazioni stradali, allora Will, essendo Will, lo ha mandato dalla parte opposta della città, dandogli tutt'altre indicazioni. E io non la smetto di ridere soprattutto quando inzia a fare battute su quel poveretto che ha effettivamente preso la via sbagliata indicatagli da Will.
Per tutta la durata della cena non faccio altro che ridere con Will e le sue stupide battute. Mentre usciamo dal piccolo bistró sto ancora ridendo. Poi il cellulare di Will inizia a squillare. E lasciandovi cadere losguardo noto che sul display lampeggia un nome. Samantha.
Will segue il mio sguardo e appena si accorge della chiamata la ignora e infila il telefono in tasca, impedendomi di sbirciare.
"Chi è Samantha?" domando senza resistere.
"Nessuno." si affretta a rispondere. Poi, probabilmente perché devo avere un espressione scocciata, sbuffa e continua: "È una compagnadi scuola. Una che rompe sempre per chiedermi gli appunti di qualche materia. Nulla di cui dovrò più preoccuparmi visto che da lunedì verrò nella tua scuola." dice con un mezzo sorriso.
"Come faccio a essere certa che dici la verità?" chiedo insicura.
"Cavolo, ci risiamo Jane? Non ti fidi di me?" dice frustrato, passandosi le dita tra i capelli.
"Si, certo che mi fido è che . . ."
"E allora qual è il problema? Chissà con quanti ragazzi parli tu a scuola." dice distogliendo lo sguardo. Ma che . . .?
"Cosa? Perché dici questo?"
"Bè, è solo che non sono lì per vederlo. Potresti anche tradirmi e io non lo saprei mai, no?"
"Will, stai scherzando vero?" rido. Ma lui non mi imita, resta serio e io cesso di ridere all'istante. Non può dire sul serio. Come può pensare una cosa del genere ? E se . . .
"Oh mio Dio. È per questo che ti trasferisci? Per controllare che io non parli con nessun'altro!?" dico non sapendo bene se mettermi di nuovo a ridere o no.
"Cosa? No! No . . . " dice voltando di scatto la testa verso di me.
"Will, se è per questo . . ."
"Cazzo, Jane, no! Non è per questo! Voglio solo passare più tempo con te, okay? Tutto qui!" dice agitandosi.
"Will . . ."
"Te l'ho detto se non mi vuoi lì, basta dirlo . . ." dice.
"Smettila. Certo che ti voglio lì e mi fido di te." dico sorridendo.
"Sicura?" domanda, è così insicuro e sembra talmente vulnerabile.
"Certo." sorrido. Si, mi fido di lui. Almeno credo . . .
"Vieni qui." dice aprendo le braccia. Mi avvicino e lui mi stringe al petto. Quando mi stacco continua a guardarmi negli occhi, accarezzandomi la guancia con la mano. Poi avvicina le sue labbra alle mie, e nel giro di qualche istante ci stiamo baciando, lì, sotto quel familiare manto di stelle riflesse sulle onde del mare che fa da sfondo alla nostra storia.

Quando finalmente arriviamo nel vialetto di casa sono quasi le undici passate. Per strada ci siamo fermati ad un frozen yogurt dove abbiamo mangiato dei milkshake davvero fantastici. Anche se Will non la smetteva di prendermi in giro perché quando si tratta di yogurt o gelato mi piace mischiare i gusti più assurdi. Mentre Will accosta la macchina e spegne il motore, il suo cellulare ricomincia a vibrare sul cruscotto. Mi impedisco di guardare chi sia a chiamarlo, non sono affari miei, e Will ha ragione, devo fidarmi di lui. Afferra il telefono prima di scendere dall'auto e avviarsi verso l'entrata con il ricevitore all'orecchio. Mi affretto a scendere a mia volta, l'aria fresca di Los Angeles mi scompiglia i capelli.
"Ti avevo detto di non chiamarmi." ringhia Will al telefono. "Non me ne frega un cazzo. Sta sera non posso." dice nervoso. "Cazzo. E va bene." sbuffa, richiudendo la chiamata e infilandosi il telefono nella tasca posteriore dei jeans.
"Hey, che succede?" chiedo avvicinandomi.
"Nulla di cui tu debba preoccuparti." dice passandosi una mano tra i capelli spettinati dal vento. Non so bene cosa rispondere . . . So che non sopporta quando si sente oppresso da troppe domande e non é questo che voglio. Ma ho bisogno di sapere cosa lo tormenta, perché lo so, sono certa che qualcosa c'è e che lui non voglia dirmelo. Ma perché ? Vorrei poter fare qualcosa per aiutarlo, ma come si fa ad aiutare qualcuno che non vuole essere aiutato?
"Devo andare." sussurra dopo qualche istante di silenzio.
"Cosa? Dove?"
"Mi dispiace Jane, doveva essere una serata tranquilla, la nostra serata. Ma devo proprio andare . . ." dice guardandomi con uno sguardo pieno di sofferenza, dopodiché mi volta le spalle e si dirige verso la jeep nera ancora parcheggiata nel vialetto. Gli vado dietro, cercando inutilmente di stare al suo passo.
"Will, ma che succede? Dove devi andare?" chiedo e mi sento così stupida . . . Una povera ragazzina che corre dietro al ragazzo che ama mentre quest'ultimo si allontana di gran fretta da lei. Patetica, ecco cosa sono.
"Mi dispiace, piccola. Tornerò presto." dice di fretta. E io resto paralizzata nel vialetto di casa sua, con il vento gelido che mi abbraccia, lo sguardo puntato su Will, che sale in macchina, mette in moto e sparisce dalla mia vista in meno di qualche minuto.

Non so per quanto tempo resto lì fuori al freddo, aspettando di vedere due fanali di un auto a me familiare. Di vedere lui. Che ovviamente non è ancora tornato.
Quando finalmente mi decido a rientrare, ancora infreddolita e con la testa in subbuglio, la casa è silenziosa e buia. Probabilmente Clare e Poule sono già andati a dormire. In punta di piedi, e tentando di non fare troppo rumore salgo le scale e raggiungo la stanza che mi è stata affidata in questa casa. Non riesco ancora a capire cosa diavolo é successo. Io e Will abbiamo passato una serata così bella . . . Perché se n'è dovuto andare? E soprattutto, dove? È buio da un pezzo ormai, non può sparire così tardi senza dire niente.
Dopo minuti che sembrano infiniti, passati a fissare ossessivamente il soffitto e a scervellarmi per capire cosa cavolo passa nella testa di William, finalmente mi addormento.

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Heyyy!❤️
Come state?
E bene, si, Will nasconde qualcosa. E la fine della storia è ormai alle porte. Non mi perderò in chiacchiere questa volta, volevo solo scambiare qualche parola con voi e ribadire che qualsiasi pensiero vogliate esprimere su questa storia, siete liberi di farlo, a me fa solo piacere.
Detto questo, un bacio. ❤️

Hope  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora