Capitolo 62

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"Jane!" stilla Emily venendomi incontro all'entrata del locale. L'abbraccio e insieme raggiungiamo gli altri seduti al tavolo poco distante. Daniel e Grace mi abbracciano uno dopo l'altro. Dopo tutte le cose che sono successe è bello rivedere i miei amici . . .
"Come stai, Jane? Abbiamo saputo di tua madre, ci dispiace tanto . . ." dice Grace.
"Sto bene." dico prima ancora di rifletterci. Ma a giudicare dalle loro espressioni dubito che mi credano. Se mi guardassi allo specchio ora vedrei una scappata di casa, incasinata e con la testa piena di pensieri indesiderati. So di avere i capelli crespi e gonfi per la pioggia e il mascara che ho messo come arma di difesa tra me e il modo deve essere un disastro. Per non parlare dei miei jeans strappati e la felpa. Avrei dovuto cambiarmi prima di uscire, ma non mi andava di farlo. Non mentre ero in pensiero per Will. Il quale a proposito potrebbe arrivare da un momento all'altro.
Ma quando mi volto per la decima volta al suono della porta d'ingresso che si apre, non è Will quello che vedo.
È Kyle.
"Che ci fa lui qui?" chiedo sorpresa di vederlo.
"Bè, Jane, fa parte del gruppo anche lui." ridacchia Grace. Will aveva scritto nel suo messaggio che era con lui, mi ha mentito? Perché? È per questo che sta arrivando? Perché sapeva che anche Kyle sarebbe venuto sul serio?
Lui lascia vagare lo sguardo per la stanza e appena ci vede ci raggiunge.
"Hey ragazzi, come va?" Chiede sedendosi al nostro tavolo, accanto a me, con un sorriso caloroso. Ma ha qualcosa di strano, forse gli occhi sono un po' arrossati, ma non vi presto molta attenzione. D'altronde, i miei lo saranno altrettanto.
"Era ora che arrivavi! Sei in ritardo!" lo rimprovera scherzando Grace. Emily ride di gusto mentre lei si sporge sul tavolo per dargli una manata sulla spalla. Vorrei poter fare altrettanto, una risata sincera, ma non riesco. Mi limito ad un sorriso tirato.
"Jane, è un po' che non ci vediamo, ti vedo bene." sorride Kyle. So che non è vero, sono un disastro, ma lui è sempre così gentile. Al contrario di Will, lui non è uno stronzo. Gli sorrido di rimando e lo ringrazio.
"Dov'è Will? Non viene?" domanda poi. Il mio cuore manca un battito. Avevo ragione, non erano insieme.
"Non eri con lui?" domando, tantando di non risultare troppo disperata.
"Ehm, no . . . Avrei dovuto?" chide con un mezzo sorriso confuso, alzando un sopracciglio.
"No è solo che . . . Si bè, mi ha detto che era con te, ma ovviamente non è così." sbuffo.
"No, infatti. Non lo vedo dall'ultima volta che ho visto anche te." dice. Annuisco, probabilmente perché se parlassi scoppierei a piangere, ed è l'ultima cosa che voglio.
"Vado a prendere una boccata d'aria." dico alzandomi.
"Ti accompagno." propone subito Kyle alzandosi anche lui. Sto per dirgli che non ce ne bisogno, che posso cavarmela da sola, ma sinceramente non mi va. Così gli sorrido e usciamo insieme nel parcheggio davanti al locale.
Mi siedo su uno dei gradini davanti all'entrata e lui fa lo stesso, infila una mano nella tasca della sua giacca di pelle ed estrae un pacchetto di sigarette. Ne porta una alla bocca e con un cenno me le offre silenziosamente, scuoto la testa e lui fa per rimetterle a posto. Poi un idea assurda invade i miei pensieri offuscando la ragione, e prima che possa fermarmi afferro il braccio di Kyle, fermandolo e sfilo una sigaretta dal pacchetto. La sorpresa è più che evidente sul suo volto, mi guarda come se non mi avesse mai vista prima.
"Che c'è? Sei stato tu ad offrirmela, no?" chiedo cercando di simulare indifferenza.
"Si, ma non immaginavo che . . ." inizia a dire, ma l'interrompo, se finisse quella frase potrei cambiare idea. E ora ho bisogno di questo. Ho bisogno di essere l'adolescente che sono, ho bisogno di commettere errori, di sbagliare e pentirmene. Ho bisogno di distrarmi dal pensiero costante che è William.
"Invece voglio provare." dico stupendomi io stessa della convinzione che trapela dalla mia voce. Lui mi guarda in silenzio per qualche istante prima di annuire leggermente e sporgersi verso di me. Sfila la sigaretta dalla mia mano e per un momento ho la convizione che stia per buttarla, dicendomi che questo non é da me. Invece afferra un accendino e dopo averla accesa me la porge di nuovo. La riprendo e ma la porto alle labbra, sensa saper bene cosa fare. Inspiro e una boccata di sfumo mi riempie la gola, i polmoni, sento un piacevole bruciore che pervade il mio corpo per qualche istante. Poi il bruciore si intensifica e non riesco ad evitare di tossire. E lo faccio, tossisco così tanto da sentire la lacrime a gli occhi per lo sforzo.
"Hey, è tutto okay?" domanda Kyle accarezzandomi la schiena con una mano. Annuisco, senza guardarlo. Devo sembrargli proprio patetica . . .
"Tranquilla, capita a tutti la prima volta." dice sorridendo, come se potesse leggermi nel pensiero.
"Ne dubito, ma grazie per essere così gentile." sorrido, non appena riesco a smettere di tossire.
"Voglio riprovare." dico con convinzione.
"Io non credo che . . ." dice, ma poi si interrompe. Vediamo nello stesso momento l'auto nera arrivare a tutto gas nel parcheggio. Ed entrambi ci alziamo in piedi di scatto quando la portiera sbatte, facendo emergere Will nel fiore della sua rabbia. Lascio scivolare tra le dita la sigaretta ancora accesa, dimenticandola nell'istante stesso in cui i miei occhi incontrano i suoi.
Ma il suo sguardo si sppsta velocemente al trove. Ora sta fissando Kyle in cagnesco, il quale ricambia l'occhiata con fare annoiato e la sigaretta ancora stretta tra le labbra. Prima che possa fare qualcosa per impedirlo, Will afferra Kyle per il colletto della sua felpa e lo sbatte al muro. Sobbalzo per la sorpresa. Che cavolo sta facendo?
"Pezzo di merda! Lo avevi promesso! Avevi promesso che gli saresti stato lontano!" grida Will davanti alla faccia di Kyle. E so cosa sta per succedere.
"Levami le mani di dosso coglione!" sbotta sottraendosi dalla sua presa.
"Sai un bugiardo del cazzo!" sbraita Will fiondandosi verso di lui e tirandogli un pugno in faccia.
"Will!" grido senza fiato. Ma lui non mi ascolta, ovviamente. Sono stanca di assistere a scene come questa. Vado verso di loro, che non si accorgono minimamente della mia presenza. Continuano a tirarsi pugni a vicenda. Poi afferro Will per un braccio e lo strattono, ma non potevo fare niente di più sbagliato. Will si volta di scatto verso di me con il pugno alzato, facendomi arretrare precipitosamente. Appena si accorge che sono io abbassa il braccio e spalanca gli occhi terrorizzato.
"Jane . . ." dice in preda alla confusione. Io continuo ad arretrare, non sapendo cos'altro fare.
"Jane, ti prego. Non sapevo che fossi tu . . . Non ti farei mai del male. Mai." dice avvicinandosi. "Lo sai, vero?" dice con il terrore che trapela dalla voce. Si, vorrei rispondergli. Si, lo so che non lo faresti. Ma un immagine si impossessa dei miei pensieri, l'immagine di un uomo con folti capelli corvini e occhi iniettati di sangue, che mi afferra per un braccio e mi scaraventa giù per le scale, contro una credenza, la sua mano che si schianta contro il mio viso. Il sague che mi bagna la guancia, i lividi violacei, le urla che tormentano i miei sogni. . . E prima che possa ragionare sto già scappando. Corro, corro così veloce senza avere la minima idea di dove andare. Sono consapevole che lui è qui, so che mi sta seguendo, lo so e improvvisamente mi rendo conto di una cosa. Lui mi sta seguendo, mi sta correndo dietro e io non ho alcuna paura. Non ho paura di lui. Non ho paura di Will, perché lui non è mio padre. Mi fermo all'istante. Che diavolo sto facendo?

Hope  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora