Non appena io e Will scendiamo in salotto troviamo mia madre, Poule e Clare seduti comodamente sul divano in pelle difronte al camino acceso, a sfogliare un grande volume rivestito in cuoio, con una fetta di torta ciascuno. Mia madre sta ridendo e indica con la mano qualcosa, che però io da questa distanza non riesco a identificare.
"Jane, tesoro, devi assolutamente vedere questa foto! Eravamo così buffi!" esclama, per poi girare ciò che ha in mano verso di me. Mi avvicino e mi rendo conto che si tratta di un vecchio raccoglitore di foto di quando andavano al college. Osservando la foto per la quale mia madre sta ancora ridendo, vedo tre ragazzi, tra cui riconosco lei da giovane e suppongo che gli altri due siano gli zii di Will. Stavano facendo tutti e tre una faccia molto stupida, ma che riesce a strappare una risata anche a me. E quando mi giro verso Will mi accorgo che sorride anche lui, ma non sta guardando la foto, sta guardando me. E appena si accorge che l'ho notato distoglie velocemente lo sguardo.
Dopodiché si siede sul tappeto difronte al divano, che è occupato da gli altri, e mi fa cenno di raggiungerlo. Mi siedo accanto a lui e insieme sfogliamo il grande album ricco di ricordi.
Lui non fa altro che commentare a bassa voce ogni foto che vediamo, e io non posso fare a meno di ridere per tutto il tempo.
"Ma vi ricordate quella volta in cui noi e alcuni dei nostri amici siamo entrati di nascosto in quella vecchia casa abbandonata? Voi due eravate terrorizzate all'idea." Poule ride di cuore al ricordo di un vecchio aneddoto dei bei tempi passati al college, ma io non lo sto più ascoltando, sono immersa tra i miei pensieri. Sfogliando questo album ho trovato una fotografia che avrei preferito non vedere. Credo che fossero ad una festa, mia madre, Poule, Clare, altri due volti che non conosco e mio padre. E andando avanti, pagina dopo pagina, sono sempre di più le foto in cui è presente anche quest'uomo, che dovrei considerare mio padre, ma che io reputo soltanto un estraneo ormai. Eppure non riesco a spostare lo sguardo da la sua immagine. Sembravano tutti così felici. E un altra foto accanto a questa raffigura un tavolo al quale sono seduti tutti insieme e lui, sta guardando la mamma con uno sguardo ricco di quello che, se non conoscessi la realtà, chiamerei amore. Com'è possibile che tutto ciò sia sfumato nel nulla? Dov'è finito quest'uomo che la guardava con tale ammirazione? Perché mio padre non è potuto restare così? E se questo è davvero ciò che significa amore . . . come potrei volerlo?
Le lacrime minacciano di scendere e rigarmi il volto. Chiudo l'album di fotografie di colpo e lo lascio sul tappeto del salotto, mentre io mi affretto a raggiungere il bagno, pur sapendo che gli sguardi dei presenti sono tutti rivolti verso di me, incapaci di comprendere il motivo del mio improvviso cambio d'umore. Fino ad un minuto fa stavo ridendo insieme a Will, e ora sto per crollare, di nuovo. Quando trovo la porta giusta mi fiondo dentro e mi appoggio alla parete e mi lascio scivolare a terra, stringendomi le braccia attorno al corpo, come se rischiassi di frantumarmi in mille pezzi da un momento all'altro, ma non è così. L'ho superata. Non penso più a lui, a quello che ha fatto, da anni orami. Per quanto siano brutti, ho imparato a convivere con quei ricordi. Però rivedere quello sguardo amorevole per mia madre, uno sguardo che io non ho conosciuto affatto, mi fa ancora male.
E mentre due grandi lacrime stanno bagnando il mio volto, la porta del bagno si spalanca e Will fa il suo ingresso guardandomi dall'alto verso il basso con un espressione perplessa.
"Jane, che succede? Perché piangi?" domanda confuso e preoccupato.
"Sto bene. Non preoccuparti." dico con voce tremante.
"No non è vero. Cosa c'è che non va?"
"Will, io non. . ." singhiozzo "Non mi va di tornare disotto."
"Non avevo neanche intenzione di chiedertelo." sussurra avvicinandosi.
Distolgo lo sguardo imbarazzata. Non mi faccio mai vedere da nessuno in questo stato, e il fatto che sia proprio lui a vedermi così mi innervosisce.
"Però, non passeremo nemmeno la nostra serata chiusi in un bagno. Vieni con me, hai bisogno di una boccata d'aria fresca." dice porgendomi la mano. Lo guardo aspettandomi di vedere la solita espressione che fanno le persone quando sono in situazioni simili a questa, uno sguardo triste e quasi in pena per me. Odio fare pena alle persone. E odio ancora di più farmi vedere mentre crollo così, nessuno mi vede mai piangere. Ma lui, ovviamente, è diverso. Mi sta sorridendo e mi invita a seguirlo non so dove, ma al momento qualsiasi posto andrebbe benissimo, soprattutto se in quel posto posso continuare a vedere questo splendido sorriso.
Gli stringo la mano e quella luce strana, che avevo già visto nei suoi occhi, gli illumina il volto, facendo emergere quelle due adorabili fossette. Mi asciugo le lacrime e lo seguo nel corridoio, finche non raggiungiamo l'ultima porta infondo, è diversa dalle altre, più massiccia e decorata in uno stile antico che non riconosco, ma che mi piace parecchio. Lui la tiene aperta e mi fa passare per prima, poi mi segue e chiudendosi la porta alle spalle. In situazioni diverse mi avrebbe di certo innervosito molto lidea di stare chiusa in una stanza da sola con un ragazzo, ma visto che si tratta di Will sono più che tranquilla e forse so perché, ma non voglio ancora pensarci.
Mi guardo intorno, siamo in una stanza con un pavimento in parquet scuro, mogano forse? Con adagiato su un lato un bellissimo pianoforte, una delle pareti è quasi interamente rivestita di specchi, ci sono delle casse per la musica, vari dischi impilati accanto ad un giradischi e alcuni divani e poltrone di colori rosso e nero sono posti in diversi punti della stanza, è tutto un po' in stile vintage, mi piace. Cè addirittura un vecchio jobox, in un angolo e la cosa mi sorpresa e affascina al tempo stesso. E a metà della stanza, è posizionata una scala in ferro che porta su un piccolo soppalco in legno, abbastanza grande, chissà cosa ci sarà lì sopra. E' proprio un bel posto, mi incute subito un senso di pace.
"Benvenuta nel mio piccolo rifugio segreto." dice sorridendomi.
"E' tutta roba tua?" chiedo stupefatta.
"Si." annuisce. "Quando Clare e Poule si sono trasferiti qui dallInghilterra qualche anno fa hanno deciso di prendere questo posto, che per quanto ne so era una vecchia scuola di musica e lhanno riadattata come una casa. Ci sono molte stanze con le quali entrambi I miei zii si sono divertiti a sistemarle in modi diversi, studi, camera per gli ospiti e così via. Ma per quanto riguarda questa sala, non sapevano cosa farci, così mi hanno permesso di gestirla a modo mio ed è diventata ciò che vedi. Non è niente di che, però a volte è utile un momento di distacco dal resto del mondo e questo posto è perfetto per un po' di privacy. E poi, amo la musica, è un buon modo per esprimere indirettamente ciò che si prova. " dice guardandosi intorno.
"Così hai deciso di tenere qualcosa della vecchia scuola di musica." aggiungo guardandomi intorno, e non posso biasimarlo per averlo fatto.
"Si, qualcosa del genere."
"E' bellissima." dico.
"Be', se questo di piace, allora devi vedere un'altra cosa." dice e mi trascina verso le scale in ferro che portano al soppalco. Quando saliamo trovo una grande scrivania in legno di ciliegio, con sopra una macchina da scrivere, un computer e un porta penne strapieno. Alle pareti ci sono alcuni scaffali pieni di libri dai titoli familiari, per lo più classici inglesi, che catturano molto volentieri la mia attenzione.
"Wow." sussurro. E lui mi guarda, come se niente di quella stanza potesse cogliere il suo sguardo più della mia espressione. Sicuramente solo perché è abituato a vedere quegli oggetti splendidi ogni giorno.
"Ti piace?" dice, e sembra quasi vagamente nervoso.
"Si, l'adoro."
"Non ci avevo mai portato nessuno qui. A parte Clare e Poule, ovviamente." fa una lieve risata.
"Mai?!" sono sorpresa. Grace mi aveva detto che lui era un tipo a cui piaceva variare con le ragazze e che non ha mai voluto storie serie, quindi stento a credere che sono la prima ragazza che porta qui per incantare.
Anche se, devo ammettere che c'è riuscito.
"Mai. Sei la prima a vedere questa stanza." sorride " Ma il tour non è ancora finito." dice e si volta di scatto verso la parete alle nostre spalle e apre una grande finestra che fino ad ora non avevo notato.
Poi, con un balzo, la sorpassa, facendomi venire letteralmente un colpo al cuore.
"Will!" strillo. Ma lo sento ridere, e quando mi affaccio alla finestra sorreggendomi sul davanzale in marmo, lo trovo seduto sul tetto in una comoda posizione. E ride, mentre mi guarda, ride di gusto, e non posso fare a meno di notare, ancora una volta, quanto sia splendido l'effetto che fa la luce lunare sul suo viso già di per sé perfetto.
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Hope
Romance~COMPLETATA~ Semplice, dolce e testarda, Jane è una di quelle ragazze che preferirebbe di gran lunga passare un sabato sera in casa a leggere un buon libro piuttosto che partecipare a qualche festa dove alcool, fumo, droghe e sesso sono all'ordine d...