Capitolo 34

2.7K 74 0
                                    

"Will . . ." sussurro avvicinandomi a lui di pochi passi. La luce del sole che tramonta dietro l'oceano alle mie spalle, si riflette alla perfezione sul suo viso e il verde dei suoi occhi appare ancora più brillante di prima.

"Ora se vuoi puoi aprire il pacchetto che ti ho dato." dice in tono gentile guardandomi negli occhi con un espressione indecifrabile. Abbasso lo sguardo verso il pacchetto rettangolare e ben incartato che tengo tra le mani, sciolgo il fiocco e inizio a strappare la carta tentando di non apparire troppo impaziente di scoprire cosa contiene. E quando finalmente capisco cos'è, il mio cuore si riempie di gioia.

Si tratta di un libro, ma non un libro qualunque, la copertina blu scuro, sul davanti vi è un disegno intricato di rose rosse, e la scritta 'Shakespeare, i sonetti' in caratteri gotici, grandi, oro e arzigogolati, cattura la mia attenzione.

Sul mio viso prende vita un sorriso spontaneo.

Adoro Shakespeare, ho letto la maggior parte delle sue opere, ma nessuno prima d'ora mi aveva mai regalato qualcosa di suo, tanto meno i suoi Sonetti.

"Quando l'ho visto ho pensato che ti sarebbe piaciuto, ma se non è così non importa . . . anzi se vuoi lo puoi cambiare, ti ci porto io quando vuoi, non è un problema, e poi . . ." inizia a dire, ma prima che mi renda conto delle mie azioni, mi avvicino a lui e mi getto tra le sue braccia.

"Will, è il regalo più bello che potessi farmi." dico. Lui si stacca delicatamente da me, per potermi guardare negli occhi, ma senza togliere le sue mani dalla mia vita. Mi osserva con espressione sorpresa e dubbiosa.

"Ti piace davvero ?" sussurra e per un istante il movimento delle sue labbra a una distanza così ravvicinata dalle mie sono una distrazione troppo grande. Ma mi costringo ad alzare lo sguardo verso i suoi occhi.

"Si, lo adoro." affermo.

Sorride, un sorriso che ormai conosco così bene che fa sorridere anche me. Gli appoggio la mano sulla guancia e con il pollice gli accarezzo quelle fossette che amo, facendolo sospirare.

Poi, con un gesto ormai del tutto naturale per entrambi, ci baciamo. E' assurdo pensare che fino a pochi minuti fa desideravo che non fosse presente il giorno di Natale, ed è ancora più assurdo che ora io lo stia baciando di nuovo.

Eppure che c'è di male nel baciare qualcuno? Non lo fanno tutti? Al giorno d'oggi trovi persone che si baciano con il primo tizio che gli passa davanti a ogni angolo nella strada, è una cosa normale, no? Ma lui non sarà mai più un tizio qualunque per me. Mi rammenta una vocina dentro alla testa.

Cavolo, ma finirà mai tutto questo scompiglio che ho in testa?

Will, sin dalla prima volta che l'ho visto, con l'aria misteriosa e maleducata, non ha fatto altro che mandarmi completamente in confusione. E non voglio tutto questo, voglio poter stare tranquilla senza farmi mille pensieri per lui, per quello che pensa di noi o per ciò che facciamo. Ma se ci rifletto meglio, nonostante il caos che ho in testa, l'ultima cosa che voglio è che quello che c'è tra noi finisca. No, non voglio che tutto ciò abbia una fine. Anche se, la cosa che più di tutte mi tormenta, è il non sapere affatto cosa siamo noi due. L'idea di una relazione mi fa venire i brividi, letteralmente. Ma neanche lui non è affatto il tipo che ama avere una storia fissa, lo ha detto lui stesso più volte.

Ma allora cosa accidenti stiamo facendo?!

Forse se ne parlassimo senza litigare o sparire dopo poco riusciremmo a giungere a una conclusione. . .

"Will, io non ci capisco più niente . . ." dico staccandomi da lui.

"Che vuoi dire?" mi guarda confuso e stordito dopo il nostro bacio che ho interrotto in modo così brusco.

"Non ho la più pallida idea di quello che stiamo facendo o di ciò che siamo . . ."

"Nemmeno io, Jane. Ma non possiamo continuare a negare l'evidenza. Qualcosa c'è, non so cosa sia, ma c'è. E l'unica cosa di cui ho la certezza in questo momento, è che non posso e non voglio starti lontano." dice guardandomi negli occhi con un intensità tale da far male.

Tento di mantenere un espressione neutra nonostante la valanga di emozioni che queste semplici parole sprigionano dentro di me. Ma le mie labbra mi tradiscono e un sorriso compare sul mio volto.

"A quanto pare è lo stesso anche per me. Per quanto tenti di starti lontana, per quanto cerchi di evitare ciò che provo, non posso fare a meno di volerti accanto me. Ma cosa siamo? Ti ho già detto come la penso sull'avere una relazione, ma quando sono con te è diverso. . ." tento di dire ma lui mi interrompe. La sua espressione si è un po' indurita mentre dicevo quest'ultima frase.

"Nessuno ci obbliga a darci una stupida etichetta, non c'è nessun bisogno di chiamare quello che c'è tra noi con il nome di 'relazione'. Potremmo semplicemente continuare ad essere i soliti Will e Jane. Potremmo uscire, divertirci, andare al cinema, e fare le cose normali che fanno tutti. Saremmo liberi di stare insieme e basta. E poi potrei baciarti quando mi pare." dice con un sorrisetto furbo. "In pratica continueremmo a fare quello che facciamo adesso, ma consapevoli di farlo. Potrebbe rimanere tra noi, non c'è bisogno di dirlo a tutti." conclude.

In parte sono attratta da ciò che mi chiede, potremmo baciarci ogni volta che vogliamo, e ciò che voglio in questo momento è stare con lui. Eppure, qualcosa mi dice che tutto ciò è totalmente sbagliato . . . Però al momento non ho alcun interesse nell'ascoltare questo pensiero.

"Dunque quando siamo insieme saremmo liberi di fare ciò che vogliamo, ma quando siamo con gli altri faremo finta di niente . . . giusto?" chiedo dubbiosa.

"Bè, non penso che sia necessario dirlo subito a tutti . . ." dice, e una strana emozione compare di sfuggita sul suo volto, ma non faccio nemmeno in tempo a interpretarla che se n'è già andata . . .

"D'accordo. Ci sto." dico sorridendo.

"Cosa? Cioè, davvero?" la sua espressione è un misto di stupore, divertimento e gioia.

"Si." confermo e il suo sorriso si allarga.

"Vieni qui." dice allargando le braccia. Lo raggiungo, circondandogli il collo e ci baciamo di nuovo, un bacio che a differenza dei precedenti, non vacilla per l'insicurezza di ciò che potrebbe accadere dopo. Non abbiamo idea di ciò che accadrà d'ora in poi, come si svilupperà tutto e se si svilupperà mai. Ma sono troppo distratta da tutte le sensazioni che lui e il nostro bacio mi fanno provare per pensarci. Non è il momento di pensare a cosa accadrà domani, cosa faremo o che diremo, ora la mia mente, il mio cuore e ogni mio pensiero sono solo ed esclusivamente per lui. Per William.

Hope  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora