Il tragitto da scuola a casa mia a piedi mi è sembrato infinito. Non ho fatto altro che pensare e ripensare alle parole di Daniel. Ha detto che Will non ha mai guardato nessun'altra nello stesso modo in cui guarda me, ma lui non può saperlo . . . Will è una delle persone più chiuse e riservate che io abbia mai conosciuto, si tiene per se ogni cosa e fa molta attenzione a non mostrare a gli altri più di quanto è disposto a mostrare di se.
Anche se Daniel su una cosa ha ragione, Will non ci ha mai provato spudoratamente con me, anzi, ha ribadito più volte il concetto che non gli piaccio affatto in quel senso. Si, ci siamo baciati un paio di volte, ma non ha significato assolutamente niente. Tanto meno per lui. Ogni volta che uno dei nostri baci giungeva al termine diventava freddo e scostante, come se, con le mie labbra posate sulle sue, si fosse trovato in una posizione di totale vulnerabilità e non appena tutto finiva si affrettava a tirare su il più in fretta e bruscamente possibile quelle barriere protettive e invarcabili che lo circondano.
Varco la soglia di casa dicendo a mia madre che sono tornata, ma la trovo in sala da pranzo intenta in una conversazione al telefono che a quanto vedo la fa sorridere moltissimo. Notando la mia presenza mi sorride facendomi un cenno di saluto e mi fa segno con la mano di aspettare che finisca la conversazione. Così mi dirigo in corridoio e appendo il cappotto all'appendi abiti, poi salgo al piano di sopra per sistemare la roba di scuola nell'armadio in camera mia, e dopo di che torno di sotto dove mia madre sta ancora parlando al telefono con un sorriso a trecentosessanta gradi. Ma con chi starà parlando? Magari luomo misterioso di una delle nostre ultime conversazioni? Resto ad osservarla appoggiata al bancone della cucina mentre prendo una bottiglia d'acqua fresca dal frigo e riempio un bicchiere.
" . . .Fantastico, allora a domani. Si. Ma certo. Anche tu. Ciao." dice mia madre concludendo la telefonata che le ha trasmesso così tanto buon umore.
"Ma chi era?" domando portandomi il bicchiere colmo d'acqua alle labbra e bevendo un lungo sorso.
"Era Clare. Ti saluta. " Risponde sorridendo. "Ho una buona e una cattiva notizia." dice, ma il suo sorriso non vacilla, anzi, la sua gioia pare aumentare ulteriormente, se possibile.
"Ehm, okay . . . inizia con la cattiva. Così poi posso addolcirmi con la buona." dico guardandola circospetta.
"La cattiva è che questa mattina ha chiamato tua sorella e ha detto che non riesce ad arrivare prima della vigilia di Natale." dice.
"Oh . . ." sussurro sorpresa. Che strano, ho sentito Kathy ieri sera e mi ha detto che invece sarebbe tornata prima quest'anno, ma non importa, avrà le sue buone ragioni, il suo stage richiede tempo. O almeno così racconta lei.
"E invece la buona?" domando, tentando di mascherare la delusione. Speravo seriamente di riuscire a passare un po' più di tempo con mia sorella questa volta. Da quando è partita ci vediamo sempre troppo di sfuggita.
"Ti ricordi la casa la zia Marika? Quella specie di baita in montagna nella quale passavamo il Natale quando tu e tua sorella eravate più piccole? domanda sorridendo.
"Ehm, si. La ricordo. Perché?"
"Beh, domani partiamo per andare lì per qualche giorno." annuncia cogliendomi alla sprovvista.
"Domani?!" domando spiazzata.
"E non è tutto. Insieme a noi verranno anche Clare e Poul!" esclama battendo le mani eccitata, come una bambina quando gli si promette di comprarle un nuovo giocattolo che voleva da troppo tempo.
Ricordo perfettamente quella casa, la zia Marika morì l'anno dopo la mia nascita e la casa fu ereditata a mia madre, ci andavamo in vacanza ogni anno insieme a mio padre, ho sempre amato quel posto, ma I ricordi che contiene un po' meno . . .
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Hope
Romance~COMPLETATA~ Semplice, dolce e testarda, Jane è una di quelle ragazze che preferirebbe di gran lunga passare un sabato sera in casa a leggere un buon libro piuttosto che partecipare a qualche festa dove alcool, fumo, droghe e sesso sono all'ordine d...