"Jane, lascia faccio io." dice Will prendendomi il borsone pieno delle mie cose dalle mani. Il viaggio, di più di cinque ore, è passato più in fretta di quanto pensassi. Ho passato la maggior parte del tempo a dormire, recuperando le ore di sonno perdute. Ma ogni volta che chiudevo gli occhi mi appariva in testa l'immagine di Will in mezzo ad una strada che camminava dandomi le spalle e più i secondi passavano piu lui si allontanava da me.
Cosi sono stata costretta a risvegliarmi dal mio sonno tormentato più volte, ma non appena aprivo gli occhi lui era li che guardava la strada concentrato e quando si accorgeva del mio sguardo sorrideva e faceva qualche stupida battuta.
"Grazie." dico seguendolo verso l'entrata di quello che in realtà dovrebbe essere un hotel, ma che a me sembra una pura visione. Non posso credere che alloggeremo al Plaza. È uno dei più prestigiosi hotel di lusso di Las Vegas, bè, del mondo. All'esterno è un enorme grattacielo americano, ma all' interno gran parte è in stile romano. Non appena Will e gli altri hanno parcheggiato davanti a questo immenso palazzo la prima cosa che ho pensato guardandomi intorno è stata : Ma che cavolo ci fanno un gruppo di ragazzini davanti ad un hotel del genere a Las Vegas?!
Poi Emily mi ha spiegato:
"Il direttore di questa favola è un amico di famiglia di Michael! Quindi alloggeremo qui per qualche notte senza dover pagare un singolo dollaro." ha detto lei agitando le mani e saltellando entusiasta. Sono rimasta senza parole e stordita per qualche minuto a fissare questo splendore. Sembra un sogno. Siamo arrivati da meno di dieci minuti e questo posto mi piace molto più del previsto. Dopo minuti interi trascorsi a fissare quello che sarà il nostro hotel per i prossimi quattro giorni, mi riscuoto e mi affretto a raggiungere gli altri davanti all'entrata del palazzo.
Grace, Lily e Kyle che ridacchiano sotto i baffi tra loro. Daniel e Emily che si scambiano occhiate meravigliate. Will che osserva il tutto con apparente indifferenza appoggiato alla sua jeep nera, in disparte, poco lontano da tutti gli altri, come al solito, ma che a differenza del solito ora io sono accanto a lui.
Come se fosse riuscito a percepire il mio sguardo su di se, posa i suoi occhi nei miei e mi sorride stampandomi un bacio sulle labbra. Dopo di che la nostra attenzione si sposta su Michael che nel frattempo si sta avvicinando ad un uomo di mezz'età, vestito in modo elegante e dal portamento invidiabile che si trova davanti all'ingresso dell'albergo.
"Salve, signor Mitchell. Io sono Edgar, mi manda il direttore dell'hotel, il signor Mendoza. Lei e i suoi amici sono invitati a lasciare le chiavi delle auto a me, mi occuperò io stesso di sistemarle nel parcheggio privato dell'hotel. I bagagli li troverete disposti ordinatamente nelle vostre stanze che vi saranno assegnate alla reception subito dopo il vostro ingresso." dice l'uomo rivolto a Michael.
"Sono lieto di darvi il benvenuto al Plaza. Vi auguro un buon soggiorno." conclude sorridendo, indicandoci l'entrata dell'hotel con un elegante movimento del braccio.
"Ti ringrazio, Edgar." risponde educatamente Michael. Un po' perplessi sia per il lungo viaggio in macchina sia per il discorso di Edgar, entriamo nella grande porta dell'hotel. E resto nuovamente senza fiato. La grande sala che ho davanti da l'idea di trovarsi all'interno della casa di un imperatore romano. Il soffitto a volte è riccamente e accuratamente affrescato in colori vivaci, con scene che ritraggono angeli guerrieri e cherubini, e il tutto è sostenuto da colonne di marmo color panna e applicazioni in oro. Poi minuti dopo Will è di nuovo al mio fianco, che muove un elegante chiave davanti al mio viso. . .
"La chiave della nostra camera. Sono rimasto sorpreso nel vedere che in questo hotel di lusso abbiano ancora le chiavi invece delle card per aprire le porta, ma la ragazza alla reception mi ha spiegato che servono per 'rendere l'atmosfera del romanico ancora più realistica.' Come se tutto ciò non fosse sufficiente." dice alzando gli occhi al cielo con espressione divertita.
Il mio cuore fa una capriola.
Condividerò una stanza con Will. Io e lui soltanto.
Abbiamo già dormito insieme nello stesso letto, ma è stato solo per poche ore, lui la mattina seguente se ne era andato lasciandomi sola senza una spiegazione e. . . Non eravamo a Las Vegas, la città famosa per essere il luogo dove tutto può succedere.
"Hei, va tutto bene? Se non ti va posso chiede a Grace di . . ."
"No no, è perfetto cosi." mi affretto a tranquillizzarlo. Gli sorrido e lui mi prende per mano e mi conduce verso l'ascensore insieme a gli altri. Devo ancora abituarmi a questi spontanei gesti daffetto in pubblico, ma devo dire che la cosa non mi dispiace affatto.
La camera che ospiterò insieme a Will risulta essere stupenda, ma a questo punto non mi stupisco più, dopo aver visto il resto dell'hotel mi aspettavo una cosa del genere. La stanza è grande il doppio della mia camera a Los Angeles. Addossato ad una parete c'è un grande letto matrimoniale, con lenzuola candide, cuscini ricoperti di seta rossa e il tutto sormontato da delle colonne riccamente ricamate dalle quali scendono dei drappeggi dello stesso colore dei cuscini. C'è una lunga scrivania di legno laccata in nero con due lampade e un vaso di fiori freschi e dal profumo inebriante. E oltre alla cabina armadio e al bagno, la stanza è divisa in due parti: una parte è occupata dal letto e nell'altra c'è un tavolo rotondo circondato da quattro sedie con le sedute di color oro e il tutto si affaccia sul panorama della città, visibile grazie all'ampia ed elegante finestra che occupa quasi un intera parete.
Tutto ciò è letteralmente il paradiso, non mi sembra possibile di trovarmi qui.
"A questo punto sono piuttosto certo che il direttore dell'hotel sia un tipo davvero eccentrico." dice Will guardandosi intorno.
"Io lo trovo fantastico." dico.
"Il direttore dell'hotel? Davvero? Secondo me è un tipo grassoccio, con la cravatta e la puzza di fumo che si sente da un chilometro. Ma se questo è il tipo di uomo che ti piace . . ." dice con una finta espressione offesa.
"Idiota" inizio a ridere. "Intendevo dire che a me piace l'arredamento della stanza, non lo trovo esagerato." Lui mi tira a se cingendomi la vita con le braccia.
"A si? Quindi nessun interessa per tipi grassi e ricchi, con tanto di cravatta?" mi domanda con un mezzo sorriso e un espressione guardinga.
"Bè, forse la cravatta . . . A te non andrebbe di metterne una?" Sussurro a pochi centimetri da lui.
"Beh, piccola, dipende a quale scopo." dice con un sorrisetto furbo. Gli do uno schiaffetto scherzoso sulla spalla, ma non posso fare a meno di scoppiare a ridere. Lui mi imita, ma quelle risate si trasformano molto rapidamente in baci dolci e teneri. Il suo tocco si sposta dai miei capelli alla schiena e mi accarezza delicatamente il resto del corpo. In meno di due minuti ci ritroviamo sdraiati sul letto luno sull'altro in un intrico di baci e carezze.
Le sue mani che mi accarezzano la schiena e assecondano i miei movimenti quando mi metto a cavalcioni sopra di lui. Le mie dita tra I suoi capelli spettinati, che li stringono con foga. Le sue labbra che prendono possesso del mio collo, del petto e di ogni angolo della mia pelle.
E non posso fare a meno di domandarmi per quale motivo non gli abbia confidato prima i sentimenti che provo per lui, cos'era che mi tratteneva cosi tanto da tutto ciò?
Ma almeno adesso una cosa lho capita.
Non ha importanza ciò che accadrà dopo, cosa siamo o perché lo siamo. Adesso nei miei pensieri c'è solo lui. Lui e nessun altro.
Cosa mai potrebbe farmi tutto questo se non causarmi un travolgente senso di felicità?
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Hope
Romance~COMPLETATA~ Semplice, dolce e testarda, Jane è una di quelle ragazze che preferirebbe di gran lunga passare un sabato sera in casa a leggere un buon libro piuttosto che partecipare a qualche festa dove alcool, fumo, droghe e sesso sono all'ordine d...