"Mi hai fatto prendere un colpo, cretino!" dico a Will sporgendomi fuori dalla finestra per incontrare i suoi occhi che brillano divertiti.
"Si, ho notato." sghignazza. Gli faccio la linguaccia e lui con una mossa rapita si sposta davanti a me, sul tetto, senza staccare lo sguardo dal mio. Ora a separarci c'è solo questo davanzale.
"Dai vieni, c'è una visuale stupenda da qui." mi dice, porgendomi la mano con il palmo rivolto verso il cielo stellato.
"Cosa?! Sul tetto?! Assolutamente no." rispondo, presa in contropiede. Non soffro di vertigini e le altezze non mi hanno mai fatto nessun effetto prima d'ora, ma l'idea di salire su questo tetto mi spaventa. Oppure ciò che mi spaventa è accorciare le distanze tra me e Will. Mi ricorda il mio subconscio, e molto probabilmente ha ragione.
"Tranquilla, ti aiuto io, vieni." mi sorride avvicinandosi ancora di più a me, e io non riesco proprio a dire di no a quelle due fossette che compaiono sul suo volto ogni volta che sorride.
Dio, è così bello.
Cosa?!
Oh mio Dio, il mio cervello va proprio in tilt quando c'è lui accanto a me. Sospiro, sconfitta. Prendo la sua mano, e una familiare scarica elettrica attraversa ogni fibra di me stessa appena lo sfioro, ma, ciò nonostante, scavalcare questo davanzale risulta essere più difficile del previsto. Mi ritrovo con una gamba da una parte, una dall'altra e i capelli che ricadono sul viso, spettinati dal vento. So perfettamente di essere ridicola e del tutto goffa in questa posizione, ma ne ho la conferma quando sento Will scoppiare a ridere con lo sguardo verso di me e le mie scarse doti atletiche.
Non ridere. lo riprendo stizzita, tentando di fare un ultimo sforzo per uscire da quella situazione imbarazzante.
Scusa. dice portandosi laltra mano, quella che non è occupata a sorreggermi, a coprire il sorriso che ha sulle labbra. Quando finalmente riesco a raggiungere il tetto mi volto verso di lui e lo incenerisco con lo sguardo, lui smette di ridere all'istante, o almeno tenta di farlo. Sbuffo irritate, mentre mi guardo intorno, e appena faccio un passo, immancabilmente, perdo l'equilibrio e rischio di cadere, Ma Will è più svelto e con un braccio mi avvolge la vita sorreggendomi. Ha smesso di ridere e ora i suoi occhi sono concentrati su di me, e mi guarda dalla testa ai piedi come se volesse accertarsi che non manchi niente. E potrei scoppiare a ridere per l'espressione preoccupata che gli leggo sul viso, ma sono troppo distratta dal suo braccio che mi sta ancora stringendo a se, senza esitazione e nessuna intenzione di volermi lasciare andare.
"Tutto okay?" sussurra a pochissimi centimetri dal mio viso.
"S-si." balbetto, doveva suonare come una risposta risoluta, invece sembra più un sospiro.
"Bene." sorride, e prima ancora che io faccia in tempo ad elaborare ciò che sta succedendo, le sue labbra sono già sulle mie. Una parte di me attendeva con ansia questo momento dal nostro ultimo bacio, per questo il mio corpo non perde tempo a ricambiarlo e ad assecondare ogni suo movimento. Si stacca da me e mi guarda sorpreso, come se egli stesso non pensava davvero di farlo.
Jane, io. . . balbetta confuse. Ma senza riflettere, senza rispondere delle mie azioni, lo prendo per il collo della felpa e ricomincio a baciarlo. Non so perché l'ho fatto, ma non mi dispiace per niente, e a giudicare dal lieve gemito che sfugge al suo controllo direi che neanche lui se lo aspettava. Le sue braccia mi stringono più forti di prima, mi tiene una mano fra i capelli e l'altra scivola verso il basso con un movimento lento e delicato che mi ricopre il corpo di brividi e desiderio. Continua il movimento fino a fermarsi alla base della schiena, dove le sue dita calde e ruvide si insinuandosi sotto l'orlo del mio top. Traccia leggeri cerchi con le dita sulla mia pelle, e nonostante l'aria gelida che mi punge sulla pelle nuda, il suo tocco lascia tracce infuocate sulla mia pelle, provocandomi un gemito. Poi lui si stacca nuovamente da me, e per un momento temo che si sia pentito di avermi baciata proprio come l'ultima volta, ma subito dopo le sue labbra si posano sul mio collo lasciandomi una scia di baci che mi toglie il fiato, proprio come lultima volta, ma a differenza di quella, ora non ho alcuna intenzione di fermarlo. Non mi importa se è sbagliato, non mi importa se non mi vuole o se non siamo fatti l'uno per l'altra, in questo momento lui è lunica cosa che voglio.
Jane. geme sulla mia pelle, tra un bacio e laltro. Mi stringe le braccia attorno la vita, portandomi ancora più vicina a lui e sento il suo corpo aderire perfettamente al mio, come due pezzi mancanti di un puzzle perduto che scoprono di appartenersi a vicenda e di incastrarsi alla perfezione. Le sue mani continuano ad esplorare il mio corpo senza sosta, fino a quando inizio a sentirmi il respiro affannoso, allora decido di fare lo stesso. Sposto le mani dal suo collo, dove avevano trovato un appiglio sicuro per non farmi cedere, e inizio a scendere. Gli accarezzo delicatamente il petto, con un movimento lento che lo fa sospirare e gemere al tempo stesso. Raggiungo lorlo della sua felpa e faccio per toccarlo. . . quando uno strano stridore irrompe dalla finestra alle nostre spalle.
Ci stacchiamo allistante luno dallaltro, voltandoci di scatto verso la stanza che abbiamo appena lasciato e subito dopo sentiamo una voce fin troppo familiare, nonostante siamo ancora entrambi troppo distratti per dargli attenzione.
"Jane? William? Siete qui?" domanda mia madre.
Oddio, mia madre!
Mi stacco del tutto da Will, ponendo improvvisa e straziante distanza tra noi, e rientro in fretta dalla finestra, consapevole che lui è proprio dietro di me. Senza voltarmi a controllare, mi affaccio dal soppalco in cui ci troviamo e vedo mia madre spaesata sotto di noi, che si guarda intorno curiosa. Lei ha sempre amato la musica, sono certa che questo posto le piaccia.
Ma non è il momento adatto per mostrarglielo.
"Si mamma, eccoci. Qualcosa non va?"
Chiunque capirebbe solo dalla mia voce che sono allo stesso tempo sia inspiegabilmente felice che agitata da morire. E mia madre, essendo mia madre e avendo già da prima capito, non so proprio come, che tra me e Will cera qualcosa, sorride in modo quasi irritante nel vederci insieme.
"Ma no, tesoro, tutto bene. Volevo solo chiederti se vuoi tornare a casa, sono già le undici e credevo ti stessi annoiando." risponde portandosi una mano all'altezza delle labbra per coprire quel sorriso impertinente. So per certo che quando torneremo a casa mi aspetterà una lunga e irritante chiacchierata con lei. Sento gli occhi di Will su di me e gli lancio un rapido sguardo prima di dire "No mamma, tranquilla, se vuoi restare ancora un po' per me va bene."
"Okay, allora torno disotto. Scendi tu quando vuoi tornare a casa." dice prima di uscire dalla stanza e chiudersi la porta alle spalle.
Mi volto verso Will che è rimasto accanto a me senza dire una parola.
"Se non l'avessi sentita chiamarci sarebbe stata in grado di salire quassù per cercarci e ci avrebbe visto." dico con una risatina nervosa. Non so perché ma l'atmosfera è cambiata precipitosamente, c'è più tensione.
"E allora?" si limita a dire, e quasi sobbalzo per quel tono improvvisamente freddo. Non mi guarda negli occhi, ha lo sguardo rivolto verso il basso e un espressione dura sul volto.
"Be', poi avrei dovuto spiegarle . . ." balbetto, non sapendo cosaltro dire.
Perché si comporta così?
"Spiegarle? E cosa esattamente avresti dovuto spiegarle, Jane?" chiede, guardandomi con un espressione che è un misto tra confusione, rabbia e quella che si direbbe proprio simile a paura, una paura che gli ho già intravisto nello sguardo. Ma perché dovrebbe avere paura?
"Quello che stavamo facendo, che noi . . ." balbetto, ma so perfettamente quello che sta per succedere.
"Non esiste nessun noi." dice, e questa frase mi ferisce più di quanto dovrebbe. Lo sapevo. Sapevo che era così, ma sentirselo dire. . . fa più male di quanto immaginassi.
Non so cosa provo per questo ragazzo che fino a un momento fa mi stringeva fra le sue braccia e ora mi dice tutto ciò che vorrei non dover sentire, ma sono certa che qualcosa provo. Ho tentato di evitarlo in tutti i modi, ma ormai non c'è niente che io possa fare per impedire questo terribile uragano di emozioni che sprigiona dentro di me. E' troppo tardi, e la tormenta è già iniziata.
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Hope
Romance~COMPLETATA~ Semplice, dolce e testarda, Jane è una di quelle ragazze che preferirebbe di gran lunga passare un sabato sera in casa a leggere un buon libro piuttosto che partecipare a qualche festa dove alcool, fumo, droghe e sesso sono all'ordine d...