Capitolo 26

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Will esce dall'auto e viene ad aprirmi lo sportello, un gesto da parte sua che, se non fossi ancora mezza addormentata, mi stupirebbe moltissimo. Scendendo dalla sua macchina vediamo la BMV bianca dei Moore già parcheggiata nel grande garage in cui ci troviamo. Dunque presumo che Clare, Poule e mia madre ci stiano aspettando all'interno della villa.

Una volta recuperati i bagagli insieme a Will, che non voleva lasciarmeli portare e si è offerto di prendere la mia valigia più pesante lasciandomi la più piccola, entriamo in soggiorno e mi concedo qualche secondo per riprendermi dal viaggio e dal sonno che ancora mi trascino dietro.

"Wow." dice Will guardandosi intorno.

Ha ragione, la casa è enorme, ben ordinata e pulita, l'arredamento è elegante e il contrasto tra le parti in legno e quelle in pietra rendono il tutto molto accogliente. Ho passato qui altre vacanze in passato; quando io e mia sorella Kathy eravamo piccole era un abitudine passare il natale in questo luogo, eppure la maestosità e la bellezza di questo posto mi stupiscono come se fosse la prima volta che lo vedo.

Una donna di mezza età con un vestito bordeaux, i capelli tirati ordinatamente in uno chignon e il trucco impeccabile, ci viene in contro sorridendo tendo in mano un vassoio con due tazze di tè fumante.

"Ben arrivati, ragazzi! Desiderate una tazza di tè?" domanda con il sorriso che le illumina il viso scolorito dal tempo, ma pur sempre curato.

"Ehm, no grazie." rispondo educatamente, mentre Will si limita come di suo solito a stare in silenzio.

"Oh, ma come sono maleducata! Perdonatemi, non mi sono nemmeno presentata. Io sono Margot. Tu devi essere Jane, la figlia di Evelyn e Mark." sorride raggiante. "E tu sei Wilbert, giusto? Il nipote dei Moore." dice, ma il suo sorriso vacilla, questa donna da l'impressione di conoscere il ragazzo che ho accanto anche se cerca di non darlo a vedere sbagliando addirittura il suo nome.

"William. Il mio nome è William, non Wilbert." Will è irritato dal piccolo errore commosso da questa strana signora che ci guarda come se venissimo da un altro pianeta, contempla i nostri visi come se dovesse studiare una specie aliena approdata sulla terra. La cosa mi irrita, e suppongo sia lo stesso anche per Will. Ma ciò nonostante faccio un bello sforzo per non scoppiare a ridere per la faccia che ha lui nel sentire quel nome che non gli appartiene. E mi becco un occhiata di traverse da parte sua, appena se ne accorge.

"Ah, si si. È quello che ho detto, no?" dice lei con un gesto della mano, un gesto di non curanza che sono abbastanza certa sia falso, ma non capisco il motivo.

Mentre Will borbotta imbronciato quello che interpreterei come un: Non esattamente.

In quel momento sentiamo delle risate provenire dalle scale e pochi secondi dopo mia madre e i Moore ci raggiungono in salotto tutti e tre sorridenti.

"Hey, siete arrivati finalmente! Vedo che avete già conosciuto la signora Margot, è lei che si è presa cura di questo posto da quando zia Marika è morta." dice mia madre raggiante, ma comunque pensierosa, probabilmente per aver rievocato alcuni ricordi con tanta nonchalance come se non gli recasse nessun bruciore al petto. Proprio come succede a me, nonostante siano passati anni.

"Il pranzo sarà servito tra un ora e mezza." annuncia Margot prima di congedarsi in cucina.

"Venite, vi faccio vedere le vostre camere." dice mia madre dirigendosi verso le scale. Io e Will la seguiamo al piano di sopra e lungo il corridoio illuminato da una serie di finestre che si affacciano sulla distesa di neve e montagne all'esterno, la cui vista mi ricorda il motivo per cui da bambina amavo venire qui. La tranquillità, la pace e la bellezza delle serate passate davanti al camino o i pomeriggi all'esterno a giocare con la neve. Amavo tutto ciò . . . ma poi, con il tempo, le cose non sono cambiate e quella pace ha lasciato le nostre vite rimpiazzata da ricordi tormentati e dolorosi di quello che è accaduto in seguito.

Mia madre mostra a Will la sua stanza e mi indica quella in cui dormirò io, a quanto pare le nostre camere sono vicine. Sarà stata sicuramente un'idea di mia madre, nonostante le abbia detto che io e lui non andiamo particolarmente d'amore e d'accordo, tenta di avvicinarci il più possibile, lei ha veramente un buon rapporto con i Moore e sta facendo tutto il necessario per fare in modo che sia lo stesso anche tra me e Will. Ma io dubito fortemente che arriverà il giorno in cui io e lui andremo d'accordo e ci staremo veramente simpatici, e se anche quel giorno dovesse arrivare, sarà sicuramente in un altra vita.

Ma nonostante questo, durante il viaggio, abbiamo riso e scherzato molto insieme e spero che il nostro rapporto continui così per l'intera vacanza.

"Che c'è di tanto divertente? Stai sorridendo." dice Will interrompendo le mie riflessioni.

"Eh? Nulla." dico di getto. E bene si, mi ha proprio colta in fragrante mentre stavo pensando a lui con un sorriso ebete stampato sul viso, e ora non posso fare a meno di arrossire. Tento di deviare la conversazione, ringraziandolo per avermi aiutata con i bagagli e, con le guance che mi vanno a fuoco, filo nella stanza che sarà mia per i prossimi giorni. La quale ovviamente, come tutto il resto della casa, è grande sicuramente il doppio della mia camera a Los Angeles. Adagio le valigie sul letto e sistemo i vestiti nella piccola cabina armadio cosicché non si sgualciscano. In fine faccio una doccia veloce e vado al piano disotto per il pranzo che spero sia ormai pronto, il viaggio e l'agitazione mi hanno fatto venire una certa fame. Mentre sto scendendo le scale sento il mio cellulare vibrare dentro la tasca posteriore dei miei jeans, lo prendo e vedo che è un messaggio da parte di Kathy.

Spero di arrivare in tempo per il pranzo di Natale, New York è piena di neve e i voli al momento non sono disponibili.

Divertitevi in vacanza. Ti voglio bene.

C'era un periodo in cui avrei tanto voluto trasferirmi a New York con lei, in questo periodo dell'anno è stupendo. Grattacieli imbiancati dalla neve, negozi aperti ventiquattro ore su ventiquattro, persone di ogni tipo che corrono da una parte all'altra per affrettarsi a comprare i regali di Natale all'ultimo minuto. E capitato alcune volte che io e mia madre andassimo a trovare mia sorella a New York, ma non ci siamo mai fermate troppo a lungo. E quando si tratta di riunire la famiglia per le festività solitamente sono sempre lei e il suo ragazzo, Josh, a venire da noi a Los Angeles.

Quindi, in realtà, non ho mai visto New York durante questo periodo dellanno, anche se lo vorrei tanto. Perciò so queste cose solo grazie ai libri o ai film che mi è capitato di vedere, ma non sarà poi così diverso, no?

Mentre mi dirigo in sala da pranzo digito una risposta a mia sorella dicendole di farmi sapere se trova il volo in tempo, ma vado a sbattere contro qualcosa di solido e decisamente più alto di me.

"Cazzo, guarda dove vai, Jane!" sbotta Will staccandosi da me e salendo di fretta le scale senza neanche darmi il tempo di chiedergli scusa.

Ma che problema ha adesso?! Sbuffo.

Siamo andati d'accordo fino a pochi minuti fa e adesso mi risponde così?! Questo ragazzo non smetterà mai di irritarmi.

Hope  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora