C'è chi dice che quando si hanno troppa confusione in testa una doccia calda e della buona musica sono di grande aiuto per schiarirsi i pensieri. Ma ovviamente non è affatto così. Le ho provate tutte, ho fatto la doccia, ho ascoltato della musica, ho provato a leggere qualcosa, ho addirittura guardato un film, ma non ha funzionato nemmeno quello per interrompere il trambusto di pensieri che ho in testa. Non riesco a smettere di pensare a Will e alle sua labbra sulle mie, al modo in cui mi ha baciata e al fatto che questa volta non ha detto nulla di crudele o stupido per offendermi subito dopo. Non si è semplicemente tirato indietro e pentito di quello che aveva fatto, come succede di solito, ma invece mi ha baciata ancora. Sicuramente quello è stato solo l'ennesimo bacio privo di ogni significato, eppure il mio cuore non la pensa così. Dopo il nostro bacio di oggi pomeriggio, abbiamo trascorso la giornata con le nostre famiglie in giro per i negozi del paese come se niente fosse accaduto. A volte ho sorpreso i suoi occhi su di me, ma come i nostri sguardi si incrociavano entrambi distoglievamo lo sguardo. Anche quando siamo stati tutti insieme a cena in un piccolo ristorante italiano per mangiare della pizza io e lui abbiamo avuto un comportamento totalmente indifferente a quanto era accaduto in precedenza. Al ritorno sono salita in macchina con lui, c'è stato a malapena uno scambio di parole casuali sul tempo e i negozi visitati, tutto qui, poi siamo piombati in uno strano silenzio impacciato per tutto il resto del breve viaggio dal ristorante alla casa. E dunque ora sono qui, in questa camera alle due di notte, più confusa che mai. Mi rigiro tra le mani il libro di 'Romeo e Giulietta' del quale tra l'altro so la maggior parte delle battute a memoria. I miei occhi scorrono tra le parole di una delle storie d'amore più belle mai scritte al mondo, ma la mia testa, i miei pensieri, sono completamente altrove. Perciò quando ormai l'orologio segna le due e mezza, decido di alzarmi dal letto e di andare in cucina a bere una cioccolata calda. Si, quasi sicuramente sono l'unica persona al mondo che desidera bere una tazza di cioccolata alle due e mezza di notte. Quando scendo le scale e raggiungo il salotto trovo il camino acceso, probabilmente Margot cerca di essere una buona padrona di casa. Preparo velocemente la mia cioccolata calda e vado a sedermi sul comodo divano in pelle accanto al grande camino e mi lascio travolgere dalla marea di pensieri che assillano la mia mente.
Una volta qualcuno di cui non ricordo il nome ha detto che sin dallinizio dei tempi vi è una guerra perenne allinterno dellessere umano stesso. Una guerra che attanaglia e vede coinvolti la mente e il cuore. Una guerra che è stata maledetta per non avere mai fine. Che sia questo il problema principale di ogni cosa? Che sia questo che impedisce alluomo di non essere mai pienamente soddisfatto? Che non fa mai raggiungere la fonte amata e tanto desiderata del più profondo desiderio? E questa la causa maggiore di struggimento e dolore?
Perché è questo che io sento dentro. Una guerra tra la ragione e i sentimenti. Tra ciò che so dovei fare e ciò che so mi renderebbe felice come mai prima dora. Ma la domanda, che pone scompiglio a tale guerra, è: A quale delle due fazioni dovrei dare retta?
Chi vince la Guerra?
I buoni, quelli felici e che sanno ciò che fanno e ciò che più li rende felici o i giusti, che sanno cosa è giusto da fare e si impegnano a farlo nonostante tutto?
E proprio quando tento di dare una risposta ai miei pensieri, sento un lieve rumore provenire da in cima alle scale seguito da un sussurro che somiglia molto ad un'imprecazione e pochi secondi dopo aver sentito alcuni, due occhi verdi illuminati dalla luce intensa del camino acceso, mi osservano dallalto verso il basso, sorpresi di vedermi. Mi alzo di scatto dal divano rischiando di rovesciare a terra la tazza e il suo contenuto.
"Ti ho svegliato?" gli domando, colta da una strana agitazione.
"Bè, per svegliare una persona si presume che quella stesse dormendo, e non è il mio caso. Non sono riuscito a chiudere occhio." sospira passandosi la mano tra i capelli, un gesto che fa quando è infastidito o nervoso. "Tu perché sei qui?" mi domanda, alzando un sopracciglio.
"Nemmeno io riuscivo a dormire." rispondo risedendomi, e per evitare di guardarlo mi porto la tazza colma di cioccolata alla bocca.
"Stai veramente bevendo della cioccolata calda a quest'ora?" sorride.
"Si, mi andava. Se vuoi ne è avanzata un po' in cucina." gli dico.
"Va bene." dice scrollando le spalle, poi sparisce in cucina, e quando torna ha in mano anche lui una tazza fumante e colma di cioccolata. Quando mi raggiunge davanti al camino, mi osserva per qualche istante e poi sghignazza mentre si siede accanto a me. Accidenti, non avevo previsto di incontrare Will a notte fonda. Sono completamente struccata, i capelli sono legati in una crocchia disordinata, indosso un pigiama con dei pantaloni di flanella e una maglia rossa, con il disegno di un orsacchiotto che fa una piroetta con tanto di tutù e la scritta 'vuoi ballare con me?'
Will continua a ridacchiare a bassa voce.
"Smettila di ridere, so di essere impresentabile." gli dico sorridendo e coprendomi il viso con una mano. Subito dopo la sua mano prende la mia e la sposta da mio viso, lo guardo e non ride più, ma mi osserva un uno sguardo profondo e una scintilla negli occhi.
"Io di certo non ridevo di te, ma dell'orsacchiotto sul tuo pigiama." dice e l'accenno di un sorriso torna ad illuminare il suo volto, ma poi torna serio e prosegue. "Per favore Jane, smettila di dubitare di te stessa. A parere mio sei molto meglio così che con il trucco, i capelli ben pettinati e un bel vestito. Così vedo la vera te, e mi piace ciò che vedo." afferma sincere. E queste semplici parole bastano per far accendere quel familiare fuoco dentro di me. Quel fuoco che solo lui sa far divampare.
"Secondo me, l'aria di montagna ti ha dato alla testa. E' già la seconda volta in un giorno che mi fai un complimento del genere. Sei sicuro di stare bene?" gli dico sorridendo. Lui ride e abbassa lo sguardo verso il pavimento. Sembra quasi in imbarazzo. Ma poi rialza lo sguardo e mi guarda negli occhi, avvicinandosi a me con il viso.
"Mi dispiace deluderti, ma questi non sono complimenti, ma semplici constatazioni. Un complimento equivale a pronunciare un certo tipo di parole, vere oppure no, per far felice qualcuno. Una constatazione invece è un qualcosa di reale e fondato su prove ben evidenti." sussurra, e le sua labbra ormai sfiorano le mie pronunciando queste parole. Appoggia la sua mano sulla mia guancia e mi da un casto bacio sulle labbra. Poi si stacca da me e si appoggia allo schienale del divano riprendendo la sua tazza di cioccolata ormai quasi finita. Come se ciò che ha appena fatto fosse totalmente normale. Come se non mi avesse lasciata con le labbra socchiuse, il cuore a mille il respiro affannoso.
Non può sempre fare come accidenti gli pare con me! Mi sono stufata del suo assurdo comportamento infantile. Mi alzo dal divano in fretta e appoggio la tazza sul mobile accanto al camino, per poi girarmi verso de lui.
"Ma almeno ti rendi conto di quello che fai o sei completamente idiota?!" sbotto, cercando di non alzare troppo la voce per non svegliare tutti gli altri. Lui mi guarda totalmente spiazzato.
"Piombi nella mia vita a caso da un momento all'altro e non fai altro che illudermi. Continui a starmi intorno, a baciarmi e non so nemmeno se dietro ai tuoi gesti ci sia traccia di qualche sentimento nei miei confronti. Will, io non posso leggerti se continui a richiuderti in te stesso. Non posso sapere cosa pensi ne tanto meno che cosa provi. E questo mi fa impazzire." dico, e lui si alza in piedi difronte a me e passandosi una mano tra i capelli.
"Hai ragione. Non puoi leggermi, non lo può fare nessuno, e di conseguenza non conosci le ragioni dei miei gesti. Jane, io non ho la più pallida idea di cosa sia questo." dice indicando prima me poi lui. "Ma non voglio che finisca. Quando in macchina mi hai chiesto cosa amo fare di più al mondo . . . la mia risposta non era del tutto sincera. La cosa che amo fare di più al mondo è stare con te. Ridere insieme, scherzare, baciarci all'improvviso senza una motivazione razionale, mi piace persino quando ti incazzi a morte con me, perché mi fa capire che tu sei realmente qui e provi qualcosa di concreto e forte nei miei confronti, anche se magari è solo rabbia o fastidio. Ma è comunque qualcosa. Non mi era mai successo prima d'ora Jane, non avevo mai voluto nulla del genere, ma adesso è tutto diverso. Adesso ci sei tu." conclude cosi, guardandomi negli occhi, mentre le protezioni del mio cuore cedono del tutto, irreversibilmente.
"Ho sempre impedito a me stessa di provate qualsiasi tipo di emozione che potrebbe farmi del male, e un giorno se ne sarò in grado ti spiegherò il perché. Ma al momento ti basta sapere che pur avendo passato anni a costruire barriere tra me e un certo tipo di sentimenti incontrollabili, è bastato un tuo sguardo per far crollare tutto. Non so cosa ci sia tra noi, Will, ma ormai non posso fare a meno di provare quello che provo per te." sussurro.
E so che è questo. Questo è linizio della fine.
STAI LEGGENDO
Hope
Romance~COMPLETATA~ Semplice, dolce e testarda, Jane è una di quelle ragazze che preferirebbe di gran lunga passare un sabato sera in casa a leggere un buon libro piuttosto che partecipare a qualche festa dove alcool, fumo, droghe e sesso sono all'ordine d...