Capitolo 32

2.7K 75 3
                                    

E' la mattina di Natale, mi ero ripromessa di mettere una sveglia per evitare di svegliarmi tardi pure oggi, ma ovviamente me ne sono dimenticata e sono le undici passate. Sbuffo, alzandomi a sedere sul letto sfatto, in mezzo ad un groviglio di lenzuola, stropicciandomi il viso ancora assonnato. Poi sospiro, concedendomi un attimo di silenzio, in attesa di sentire quella gioia pura e familiare che solo la mattina di Natale può scaturire.

Ma lunica cosa che sento è un vuoto nel petto e un angoscia atroce allidea che tra poco dovrò affrontare lennesimo pranzo, con le stesse persone e lo stesso sorriso finto di sempre, fingendo che vada tutto bene. Quando in realtà non è affatto così.

La mia mente è un uragano di pensieri. Il dispiacere per lassenza di mia sorella il giorno di Natale è uno di questi. Non abbiamo mai passato una sola festa separate e questa sarà la prima volta. . . inutile dire che vorrei con tutta me stessa che lei fosse qui. Ma questo non è tutto, alla tristezza per la sua mancanza si aggiungono anche i miei pensieri e sentimenti per Will, al quale non ho fatto altro che pensare per due lunghi e incessanti giorni.

Cosa provo per lui? O meglio, cosa posso concedermi di provare per lui? E Will? Prova lo stesso per me?

Quella sera, davanti al fuoco del camino acceso, con solo me e lui a colmare il vuoto, mi era sembrato di si. Mi ero illusa che quella scintilla che gli divampava nello sguardo quando mi guardava fosse per merito mio e per quello che prova per me. Ma è sapevo che non era possibile. E me ne ha dato la conferma qualche ora dopo, quando se ne andato senza dire niente, lasciandomi sola in quel letto vuoto e il suo profumo ancora sulle lenzuola.

Lunica cosa che mi domando è: cosa sarebbe accaduto se quando mi ha chiesto se era una relazione ciò che volevo avessi detto di si, invece che scappare e allontanarlo da me come mio solito.

Sarebbe rimasto?

Ma non ha senso ormai rimuginare su cose passate. Non ha senso pensare a cosa sarebbe potuto essere, perché se avrebbe potuto, allora, molto probabilmente lo sarebbe stato.

E non è così che è andata.

Mi riscuoto in fretta da quei pensieri e mi preparo velocemente, afferrando i vestiti che ho preparato ieri sera con tanta cura, una gonna nera, con un paio di calze ricamate in pizzo e un maglione rosso che aderisce perfettamente al mio corpo, ma senza essere volgare.

Ed esco da camera mia, sforzandomi di non rimuginare oltre, ma come raggiungo il salotto mi blocco sul posto allistante.

Una figura magra, alta, con capelli lunghi e castani, un castano leggermente più chiaro del mio, un vestito blu scuro e un trucco impeccabile, mi guarda a pochi passi da me con un sorriso raggiante sul viso.

"Ah, finalmente hai deciso di alzarti da un letto. Buon Natale sorellina!" esclama allargando le braccia.

"Kathy!" strillo gettandomi tra le braccia si mia sorella, che ridacchia e mi stringe a se.

"Avevi detto che non saresti venuta . . ." dico staccandomi da lei.

"Già, volevo farti una sorpresa." sorride.

"Ehi, Janny! A me non lo dai un abbraccio?" dice ridendo una voce familiare. Mi volto di scatto e vedo Josh, il ragazzo di mia sorella, appoggiato allo stipite della porta che da sulla cucina.

"Ci sei anche tu!" corro ad abbracciare anche lui che ricambia e mi da una strofinata ai capelli spettinandoli completamente, un gesto che, pur sapendo quanto mi infastidisce, continua a fare da quando ci conosciamo. Gli do una pacca scherzosa sul braccio facendolo ridere. Ormai è molto che mia sorella e Josh stanno insieme, e ricordo che la prima volta che lo avevo visto avevo subito pensato che una ragazza bella e intelligente come Kathy potesse trovare un ragazzo più carino di lui, ma a guardarlo ora devo ammettere che con il tempo si è fatto proprio bello. I muscoli delle braccia sono più solidi e I lineamenti del volto più scolpiti, ma la cosa che mi è sempre piaciuta di più del suo aspetto esteriore sono gli occhi, due perle azzurre che racchiudono in esse il colore del mare. Un colore che a contrasto della chioma color cenere lo rende bello da morire. Se non lo reputassi ormai praticamente un fratello, potrei anche farci un pensiero, ma la sola idea mi fa ridere. Perché è così, ormai voglio bene a questo ragazzo quanto ad un fratello, ha cinque anni in più di me, ma andiamo comunque particolarmente d'accordo. Mi volto verso mia madre che si è limitata a guardarci con un sorriso orgoglioso stampato in faccia per tutto il tempo.

Hope  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora