Capitolo 38

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La giornata insieme a Will è stata stupenda, nonostante il momento in cui gli ho raccontato di mio padre, il resto del pomeriggio ci siamo divertiti un mondo a scherzare, prenderci in giro a vicenda e il tutto tra un bacio e l'altro.

Ora siamo in macchina e mi sta riaccompagnando a casa. In radio c'è 'Demons' degli Immagin Dragons e Will la sta canticchiando in modo talmente adorabile che mi fa ridere tutto il tempo, con quel sorrisetto impertinente e dolce al tempo stesso, che fa risaltare il verde dei suoi occhi e le fossette. Inoltre mentre canta il suo accento inglese, al quale non faccio mai molta attenzione, ma che mi piace da morire, risulta più marcato del solito.

"Smettila! Sei stonatissimo!" lo prendo in giro tirandogli un cuscino che ho trovato sui sedili posteriori della sua auto e che ho scoperto essere un fantastico poggia testa. Lui ride di cuore e ricomincia a cantare con un tono di voce ancora più alto di prima. In realtà non è poi così stonato, anzi, devo dire che sono rimasta quasi colpita nel sentire la sua voce cantare, non lo immaginavo così bravo, ma comunque mi piace prenderlo in giro.

Passando per la strada che precede di poco da casa mia mi volto verso il finestrino dove c'è la gelateria che amo di più in tutta Los Angeles.

"Qui fanno il gelato più buono del mondo!" esclamo indicandogli il posto.

"Davvero? Credo di non esserci mai stato." dice lui pensieroso.

"Sul serio?!" dico fingendo un espressione sbalordita. "Devi assolutamente provarlo. Andiamo."

"E va bene" sorride.

"Si!" esclamo battendo le mani, se c'è una cosa che amo è il gelato. Potrei vivere di solo gelato per tutta la vita senza mai stancarmene. E dalla risata di Will sono certa che la mia espressione felice rispecchi i miei pensieri. Lui ferma l'auto nel parcheggio di fronte alla gelateria e non appena l'auto si spegne io salto fuori diretta all'entrata.

"Nessuna ragazza prima d'ora mi aveva mai scaricato per un gelato." lo sento dire e sono certa che stia alzando gli occhi al cielo, ma è comunque divertito. Mi volto verso di lui con il sorriso più innocente che sono in grado di fare.

"Ma io non sono come tutte le altre." dico con un espressione di finta superiorità.

"Lo so." sussurra con il sorriso. E ho l'impressione che non si riferisca più soltanto al gelato. Non appena entriamo nella gelateria, però, il suo sorriso sparisce, rimpiazzato da un espressione dura e infastidita.

"Andiamo via. Se vuoi il gelato lo prendiamo da un altra parte, non qui." dice prendendomi per mano e tirandomi verso il parcheggio. Con uno strattone libero la mia mano dalla sua.

Ma che ti prende? esclamo, spostando lo sguardo nella direzione in cui stava guardando, e capisco immediatamente qual è stata la causa del suo cambio improvviso d'umore. In fila davanti alla cassa del locale ci sono Grace, Kyle e Daniel. Nel vedere quest'ultimo il mio cuore fa una capriola, è da quando è venuto a parlarmi di Will che non lo vedo.

Devi stare lontana da lui. . .

Potrebbe farti del male, non è un tipo da relazioni. Usa le ragazze e poi le getta via.

La sua vice mi risuona nella testa, e automaticamente le mie dita corrono attorno al polso, dove la sua mano aveva premuto contro di me fino a lasciare un segno rosso-violaceo.

"Jane andiamo." insiste Will, distraendomi dai miei pensieri. Ma proprio in quel momento Grace si volta verso di noi e ci vede. Sorride e ci salute con un cenno della mano, subito dopo da di gomito a Kyle e Daniel. Così ora l'attenzione di tutti e tre è su di noi.

"Fantastico." buffa Will passandosi le dita tra i capelli spettinati dal vento. "Andiamo via lo stesso." dice.

"Non possiamo andare via così, ormai ci hanno visti." apro la porta del locale e entro seguita da lui che non la smette di sbuffare infastidito.

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