Capitolo 58

2.3K 55 8
                                    

Will si sitema sul letto con le spalle contro il poggiatesta in metallo. E mi fa accomodare sulle sue gionocchia con la faccia sulla sua spalla.
"Raccontami di quel periodo . . . Cosa è successo dopo?" domando. Una parte di me attende con ansia e consapevolezza l'istante in cui si sentirà troppo oppresso e deciderà di richiudersi in se stesso, allontanandomi da lui. Per un momento penso che stia per farlo. La sua espressione è cosi distante e vuota. Probabilmente ora starà pensando a qualcosa di crudele da dire per ferirmi e deviare il discorso da se stesso, mi suggerisce il subconscio. Invece, con mia grande sorpresa, ricomincia a parlare. Mi dice che gli anni delle elementari li ha passati così, chiuso in se stesso, senza mai parlare con nessuno per molto tempo. Quando ha ricominciato a comunicare con gli altri, aveva circa dieci anni. Ma comunque non parlava molto, solo lo stretto necessario. Gli zii hanno provato a fargli vedere degli psicologi, ma con loro evitava del tutto di aprore bocca. Si sedeva sul lettino e guardava il soffitto. Una volta, costretto ad andarci, si è nascosto un libro sotto la maglietta e si è messo a leggerlo lì mentre lo psicologo spazientito cercava di parlare con lui. Io rido all'immagine di quel ragazzino ostinato e ribelle. Poi mi parla delle medie, in quel periodo iniziò a uscire. Conobbe dei ragazzi, ma erano tutti piu grandi di lui di 2/3 anni, Clare e Poule non erano contenti che stesse sempre con loro, ma non potevano impedirglielo. Temevano che sarebbe tornato a isolarsi in casa. Così usciva tutti i giorni. Aveva solo tredici anni quando provó l'alcool per la prima volta. E da lì sono state tante le volte un cui tornava a casa ubriaco. Ha iniziato a sedici anni, di nascosto dai suoi zii, che ovviamente non gliel avrebbero mai lasciato fare. Mi dice che per un periodo ha anche iniziato a fumare, i suoi amici essendo più grandi riuscivano a farsi dare le sigarette e poi ne davano un pacchetto anche a lui. All'inizio delle superiori, provó anche a fumare l'erba, gli faceva schifo, ma come con l'alcool, grazie ad essa non pensava al passato, cosi per un periodo si fece coinvolgere nel giro. Quando vede che mi rabbuio su questo argomento, mi rassicura dicendomi che ormai è passato tanto tempo dall'ultima volta che ha fumato una canna. Quando si è trasferito in America ha trovato subito dei nuovi amici, gli stessi con cui esce ancora, e anche con loro faceva le stesse cose. O "stronzate" come le definisce lui. L'America non l'ha mai fatto impazzire, preferirebbe tornare in inghliterra, ma almeno con loro si è sempre trovato bene perchè nessuno ha mai invaso il suo spazio, pur essendo sempre molto chiuso, nessuno di loro si è mai preso la briga di fargli domande sul suo passato o sul perchè non parlasse così tanto. A loro bastava aver trovato uno apparentemente come loro, feste, tantuaggi, alcool, fumo, una ragazza diversa ogni sera e a volte erba. La sua espressione è continuamente vuota e buia, mai una volta ha accennato ad un sorriso. So che per lui non è facile aprirsi con qualcuno, e per questo sono estremamente felice che lo abbia fatto con me. Quando finisce il racconto ha la mascella testa e lo sguardo lontano. Non ha accennato affatto ai suoi genitori, a cosa gli fosse successo, o al perchè si fosse comportato cosi. Ma per il momento è già tanto quello che è riuscito a fare. Gli do un rapido bacio sulla guancia.
"Grazie." dico sorridendo. Lui mi guarda, ancora accigliato.
"Di cosa?" mi domanda.
"Di esserti fidato abbastanza di me da raccontarmi queste cose. Per me è davvero importante." sorrido. E la sua espressione si rilassa un pó, ma resta comunque dubbioso.
"Jane . . . Questa è solo una parte della storia." dice.
"Lo so. Ma per ora può bastare. Sono felice che tu mi abbia confidato questa parte della storia, per quanto piccola che sia."
"No, Jane, tu non capisci. Ci sono tante cose che ancora non sai. E non dovresti mai saperle." afferma con durezza.
"Perchè no?"
"Perchè non mi guarderesti piu come mi stai guardando ora." dice abbassando lo sguardo. Gli poso una mano sotto al mento e gli alzo il viso in modo che i suoi occhi tornino nei miei.
"Nulla mi impedirà mai di guardarti come ti sto guardando adesso." affermo seria. È la verità. Niente sarebbe in grado di cambiare quello che provo per lui. Niente.
"Lo prometti?" sussurra a pochi millimetri dalle mie labbra.
"Lo prometto." sorrido e poso le mie labbra sulle sue.
All'inizio è un bacio dolce, lento. Ma poi una scintilla prende vita dentro di me e i movimenti delle nostre labbra aumentano. La sua lingua accarezza il mio labbro inferiore chiedendomi il permesso per accedere. Un permesso che acconsento volentieri. La mia lingua si scontra con la sua in un bacio appassionato. Mi afferra per i fianchi e mi posiziona a cavalcioni sopra di lui. Mi tira delicatamente per i capelli facendomi alzare il viso, cosicché lui puó riempirmi di baci il collo fino a raggiungere la scollatura della mia maglia. Lascia la presa dai miei capelli e inizia a giocherellare con l'orlo della mia maglietta. Prima che me ne renda conto la sta gia sfilando. Resto in reggiseno davanti al suo sguardo acceso di desiderio. Non ho mai precato tempo a comprare biancheria particolare, tanto nessuno la vedeva mai. Ma in questo momento vorrei davvero averlo fatto. Invece porto un semplice reggiseno bianco. Si volta all'improvviso schiacciandomi con la schiena contro il letto, lui è sopra di me e continua a rimpirmi di baci, la bocca, il collo, il seno, la pancia . . . Gli infilo le mani sotto la maglietta e gliela sfilo. Il mio sguardo passa in rassegna tutti i suoi tatuaggi, dagli occelli sul petto, alla farfalla sull'addome. Sull'avambraccio c'è il disegno di una sirena e un fiore dai contorni indefiniti, credo sia una rosa ma non me sono certa. Poi i miei occhi si posano sul suo addome scolpito, i muscoli guizzano e mettono in risalto i due rami tatuati ai lati. E sul fianco, la cicatrice sembra brillare. Uno spazio di pelle talmente bianco che crea un contrasto perfatto accanto a quei disegni scuri e la sua pelle liscia. Non dovrebbe piacermi cosi tanto, non dovrei trovarla addirittura. . . sexy? Ma è cosi, che ci posso fare? Lui si accorge del mio sguardo. E con la fronte corrucciata mi osserva mentre passo le mani sopra ai suoi tatuaggi e raggiungo la sua cucatrice, ma prima che possa anche solo sfiorarla, lui mi afferra il polso.
"Preferirei che non la toccassi." dice in tono brusco.
"Va bene." sussurro. Vorrei così tanto sapere come se l'è procurata. Ma dalla sua espressione deduco che sia meglio non chiedere. Non adesso almeno. Glielo chiederó piu avanti. Devo sapere. Ma per ora decido di godermi il momento e basta. Le sue labbra tornano sulla mia pelle e riprende a baciarmi. La sua mano si posa sul bottone dei miei jeans e chiedendomi il pemesso con gli occhi li slaccia e li abbassa fino a metà coscia lasciandomi scoperta è vulnerabile davanti a lui che continua ad osservare ogni centimetro della mia pelle con uno sguardo carico d'amore e diesiderio. E per un momento, come ormai succede sempre quando sono con lui, ogni cosa pare sparire, ci siamo solo io e lui. Io e lui che ci perdiamo l'uno nell'altro in un vortice d'amore, desiderio e passione. Per un momento mi fa dimenticare di tutto, il litigio tra me e mia sorella, il suo racconto sul passato, le mie insicurezze e persino mia madre . . .
Ora la mia mente, i miei pensieri e il mio cuore sono solo per lui.

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Hey! ❤️
Sono stra fielice di condividere questo capitolo con voi. È uno dei miei preferiti, Will riesce finalmente a confidarsi un pó con Jane.
Siete sorpresi dal suo racconto? Ve lo aspettavate? Cos'altro nasconde Will sul suo passato?
Se avete qualche idea fatemelo sapere nei commenti!
Sono curiosaaa❤️

Hope  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora