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"Mamma sei pronta? Dobbiamo partire ora se vogliamo arrivare in orario dagli zii" domando bussando alla sua porta.

"Si, arrivo, tranquilla, anzi meglio se arriviamo con un po' di ritardo, li facciamo disperare un po"

Ho appena capito da chi ho preso ma in qualunque caso non avrei avuto dubbi.

Durante il viaggio in macchina, non ha smesso nemmeno per un secondo di parlare, mi ha raccontato un sacco di storie sullo zio e sulla loro infanzia.

Alla fine anche lei è felice di rivederlo, di poter tornare a condividere del tempo con lui.

"Hai risposto a Nicolò?" domanda ancora.

"No, ma credo di aver deciso, insomma mi hai detto di vivere no, beh, io voglio farlo con lui, anche se non voglio mentirti, ero convinta dal momento in cui ho capito quello che stava succedendo"

"Allora stai facendo la cosa giusta, però qualche volta venite a farmi visita, una cena alla settimana a casa?"

"Andata, convincerò anche Nicolò, tranquilla"

"Non ho dubbi, non deludi mai" sorride girandosi verso il finestrino.

"Mamma però sul serio resterai da sola a casa alla fine e non so se sei pronta a farlo" domando abbassando il volume della musica.

"Sofia senti, io non sarò mai pronta a vederti andare via di casa, per me e anche per tuo padre che ci guarda da lassù, sarai sempre la piccolina, la bimba da proteggere, ma sappiamo tutti quanti quanto tu sia cresciuta soprattutto in questi mesi e sono fiera che tu stia scrivendo la tua storia in maniera straordinaria, sono fiera di te ora e credo che lo sarò per sempre, quindi di me non devi preoccuparti per nulla al mondo, devi essere tu a decidere e so che farai la scelta giusta"

Dopo quasi 10 minuti il navigatore ci dice che la destinazione si trova sulla sinistra.

"Vedi vedi, lì c'è un parcheggio" urla lei, indicando con il dito un posto libero.

La manovra mi esce quasi perfetta e mi congratulo con me stessa ad alta voce.

"E amore sbagliando si impara" ride riportando alla mente tutte le figuracce fatte a causa dei miei parcheggi orribili e soprattutto quante code create a causa loro.

Le faccio un sorriso falsissimo e scendo dalla macchina.

Appena davanti alla loro porta, la mamma mi sorride e poi suona.

La camminata di Carla si riconoscerebbe anche a chilometri di distanza perché ha una leggerezza che un ippopotamo riderebbe di lei. Cammina sbattendo i talloni e sembra che da un momento all'altro il pavimento cederà.

"Siete arrivate finalmente, la mamma non smetteva di parlare" urla facendoci segno di entrare.

La casa è proprio come la ricordavo, sempre così accogliente, spaziosa e soprattutto così personale, le pareti del lungo corridoio che porta al salone, urlano i nomi dei miei zii, piene di foto di Carla e Luca da piccolini.

"Hei, benvenute, siamo tanto felici che voi siate qui" ci accoglie con un gran sorriso la zia Giulia, abbracciandomi subito dopo.

"Anche noi siamo felici di essere qui, era il momento di fare una grande riunione di famiglia" dico io stringendola tra le mie braccia.

"Sei cresciuta tantissimo Sofia, però sarai sempre la piccola che rincorreva le lucertole alla villa al mare del nonno" mi confessa lo zio in silenzio quando abbraccio anche lui.

Oddio, lo ricordo come fosse ieri. Ero l'unica tra le bambine che non avesse paure di quei piccoli animaletti e il nonno mi mandava sempre a catturarle perché le riteneva sudice.

"Ah che bei ricordi" gli rispondo con la mia voce teatrale, facendolo sorridere.

Quando mi giro verso la mamma, la zia l'ha già rapita e la vedo sorridere quasi forzatamente.

Sapevo che non sarebbe stato facile per lei, ma la tanta forza che ha, mi rende così orgogliosa di lei, è sempre stata un punto di riferimento, ma ora lo è ancora di più. Riallacciare i rapporti con qualcuno che ti ha voltato le spalle per molto tempo non è qualcosa da tutti. Non sempre le persone sono disposte a mettere una pietra sopra al passato per vivere al meglio il presente.

"Tua mamma non sembra tanto felice di essere qui" afferma Luca poggiandomi una mano sulla spalla.

"Lo è, fidati, deve solo lasciarsi andare"

"Qui la nostra cuginetta, deve dirci tantissime cose e noi siamo pronti ad ascoltarle" se la ride sotto i baffi Carla guardando suo fratello.

La mamma le avrà detto anche di Nicolò e della sua proposta, sto cominciando ad essere gelosa. Parla più con lei che con me.

"Come siete pettegole tu e la mamma"

"Cosa gli hai detto alla fine? Andrai a vivere con lui?" chiede saltellando lei mentre Luca spalanca gli occhi che per poco non gli escono dalle orbite.

"Ok, devo dire la verità, non me lo aspettavo, pensavo fosse una sciocchezza, una delle sue" confessa indicando sua sorella ancora un po scioccato.

"Non gli ho ancora risposto in realtà, è stato lui a dirmi che potevo prendermi il tempo che mi serviva, per parlare con la mamma e per decidere"

"Ma questo non vuol dire che aspetterà in eterno, mi sembra che tu abbia deciso, perché non glielo dici? Ma poi dimmi della casa, è bella? È grande? È luminosa?" tutte queste domande non fanno altre che aumentare la mia voglia di dirgli di si.

"La casa è meravigliosa Carla, non enorme, insomma grande al punto giusto, ha delle finestre enormi nel salone che permettono al sole della mattina di illuminare tutta la casa e poi ha anche una palestra" le rivelo ripensando alla fantastica mattinata passata con Nicolò.

"Quindi andrai a vivere con il calciatore della Roma, quello con cui non volevi più avere a che fare?" mi prende in giro Luca facendo una faccia tra il malizioso e il divertito.

"Direi di si" sorrido a 32 denti

"Allora che aspetti a scrivergli?" urla Carla buttandosi sul divano.

"Ora gli scrivo, sta tranquilla"

Ed è così che faccio, mi siedo accanto a lei e prendo il cellulare.

Nico, che stai facendo?

La sua risposta non tarda ad arrivare e mi lascia un po' sorpresa.

Stavo pensando a quanto devi essere stronza.

"Io lo sapevo, vedi? Sta aspettando una tua risposta, non lo lasciare ancora sulle spine, diglielo cazzo"

"Carla, sta calma, lasciale il suo spazio" la rimprovera suo fratello che ci lascia sole, uscendo dalla camera.

Si.

"Cosa si, dai Sofia, cazzo"

Mi sta mettendo ansia, e non riesco a ragionare se mi sta con il fiato sul collo.

Cosa si, santarellina.

"Che carino, avete anche dei nomignoli?"

"Carla smettila" dico ancora con lo sguardo sul cellulare.

Si, voglio venire a vivere con te. Si, voglio svegliarmi con te tutte le mattine. E si, se vorrai mi allenerò con te tutti i pomeriggi.

"E così si fa sorella" alza la mano pronta a battermi il cinque.

Si, vuol dire si? Vuol dire che domani posso venire a casa tua e poi portarti a casa NOSTRA?

"Io non so come tu faccia a non sorridere a questi messaggi così smielati" mi chiede Carla

"Semplicemente lo faccio dentro, da quando lo frequento ho imparato a farlo, sai che figura se dovesse capitare in pubblico"

"Tu sei pazza. Rispondigli però, non lo fare aspettare"

Si vuol dire si.

La luce nell'oscuritàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora