"Mamma dai, stiamo aspettando solo te" urla Benedetta sedendosi nei sedili posteriori dell'auto di Nicolò.
"Cogliona, cosa urli!" risponde lui sgridandola
"Rilassati campione, Sofia é qui davanti a te" lo prende in giro.
Starei ore e ore guardandoli litigare, sono adorabili anche se si urlano contro.
"Ma perché siete così scemi? Non abbiamo nessun treno da prendere, non serve mettere fretta" prendo parola cercando in qualche modo di mettere pace.
"Sono qui, sono qui. Puoi partire Nico" dice Matilde chiudendo lo sportello e sorridendomi.
Sembra aver preso abbastanza bene la faccenda del divorzio, è un'altra persona, rinata. Probabilmente era oppressa dal dover stare con qualcuno che ormai non amava più.
Durante tutto il viaggio i due fratelli continuano a bisticciare fino a quando la madre non prende parole e li zittisce tutti e due.
"Posso accedere la radio?" chiedo visto il silenzio che si è creato.
"Non alzare tanto il volume" mi ordina lui.
Faccio come dico e la canzone che rimbomba è Mamita degli Cnco.
Gli adoro. Primo fra tutti Erik, perché dai, così carino.
"Ven mamita ven que
Yo quiero tenerte
Cámbiame la suerte
Esto es algo urgente"Canto senza pensarci troppo, fino all'arrivo a casa, quando Nicolò spegne il motore.
"Hai intenzione di salire o vuoi restare qui giù? Ti porto qui il cibo?" ironizza non vedendomi scendere dall'auto.
"Scusami, stavo pensando che ormai sono quasi due mesi che papà è morto e non sono quasi mai andata al cimitero. È vero, lo penso sempre, ma mi sento una persona orribile per non essere andata a trovarlo, anche solo per cambiare le rose o per un saluto." gli confesso guardandolo dritto negli occhi.
"Non pensare queste cose Sofia, andare al cimitero non è direttamente proporzionale al quanto tu gli voglia bene o a quanto ti manchi. Lui sa, lui è con te, anche se non sei andata a trovarlo" sorrido.
Lo ringrazio mentalmente per essere così, da quando l'ho conosciuto una parte di oscurità che si era impossessata di me, a causa della morte di papà , si è dissolta. È il mio punto di riferimento, la mia stella polare, la mia luce.
"Andiamo?" chiede poi abbracciandomi.
Solo dopo essermi staccata dalle sue braccia mi rendo conto che sia Benedetta sia sua madre non ci sono più.
"Si"
Lo prendo per mano e suono il citofono.
"Quindi cosa vuoi fare domani mattina?" domanda una volta entrati in ascensore.
"Devo sistemare la valigia e poi credo di girare un po' per le librerie in cerca di lavoro. Dovrò pur aiutare mia madre con le spese"
"E Benedetta?" continua serio.
"Benedetta non andrà a scuola per sempre Nicolò, la aiuterò ogni volta che ne avrà bisogno, sono sempre qui, non vado da nessuna parte, ringrazio tua madre per l'opportunità che mi ha dato, ma ho bisogno di staccare, di fare qualcosa di veramente mio, per favore, capiscimi"
Mi guarda per un po' poi sorride e unisce le nostre labbra solo un istante perché subito dopo le porte dell'ascensore si aprono.
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La luce nell'oscurità
Fanfiction"Quando tutto sembra andar male, c'è sempre qualcosa che ti fa cambiare idea." Quando il padre di Sofia perde la vita, la ragazza, lontana da casa a causa degli studi, è costretta a tornare a Roma, per restare con sua mamma e cercare di andare avant...