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Ballare su questa pista da ballo non è stata una grandissima idea, soprattutto se sono sola. Mi sento in imbarazzo ma comunque troppo imbranata per tornare a sedermi senza fare qualche figuraccia.

"Smettila di muoverti così tanto" dice Nicolò bloccandomi per i fianchi e facendo sbattere la mia schiena sul suo petto.

"Sei rimasto alla fine" sorrido

"Cosa avrei potuto fare? La ragazza più bella di tutta Roma mi ha chiesto di restare"

Mi prende in giro o cosa?

"Come va a lavoro quindi?" domanda cambiando discorso e facendomi voltare verso di lui.

"Sono qui da troppo poco tempo per dirti qualcosa, però posso assicurarti che non mi lascerò scappare un'occasione come questa"

Durante la nostra piccola conversazione la musica da disco viene sostituita da una più lenta.

Nicolò con lo sguardo mi ordina di mettere le mani intorno al suo collo e poi sorride quando vede che lo faccio.

"Viviamo nella stessa città eppure in questi due mesi non ci siamo mai incontrati" dico ridendo.

Rido perché non so come avrei potuto reagire se l'avessi visto dall'altra parte della strada o al bar con gli amici.

"Roma è grande, ci sta non esserci incontrati, ma ora siamo qui, tutti e due e credo che sia un segno" continua avvicinandosi a me.

Il mio cuore inizia a battere all'impazzata probabilmente perché l'effetto di quei drink è svanito.

"Ora non sei più ubriaca vero?" annuisco e abbasso lo sguardo "Lo vedo, prima non avresti distolto l'attenzione dai miei occhi, ma ti confesso che mi piace anche questo lato timido. Ora però ho bisogno di fare una cosa e ti prego lasciamela fare" dice prima di far riunire le nostre labbra.

Inizialmente resto rigida e non mi lascio andare del tutto, ma quando poi capisco che è quello che realmente voglio, mi abbandono al bacio.

Forse può sembrare avventato o sbagliato, ma in questo momento mi sembra la cosa più giusta al mondo. Lui è giusto. Insieme siamo giusti.

Siamo però costretti ad allontanarci quando qualcuno alle nostre spalle tossisce.

"Allora? Non saluti neppure?" domanda Benedetta con un gran sorriso e il vestito che abbiamo comprato assieme.

"Hei, non ti avevo visto"

"Be si l'avevo capito" ride guardando suo fratello. "Posso rubartela per un secondo?" chiede poi e Nicolò sorride annuendo.

Mi trascina in un posto più tranquillo poi inizia a parlare.

"Quindi, insomma, voi due?"

"No Benedetta niente noi due, è vero, lo ammetto, è qualcosa di speciale quello che sento quando sto con lui, quando mi guarda con gli occhi che gli luccicano. Ma abbiamo sbagliato a credere che ci potesse essere qualcosa di più che amicizia"

"Ma se vi stavate mangiando neanche due minuti fa Sofia, vi fate bene, non vedi com'è felice quando tu sei con lui? È da un paio di settimane che non fa nient'altro che parlare di te, di come sono morbidi i tuoi capelli, del colore dei tuoi occhi, di come diventi rossa quando ti fissa. Ormai lo hai rapito, streghetta, e non te ne liberi così facilmente."

Rido alla sua confessione. Dire che non ho mai pensato a lui in questi giorni sarebbe eufemismo. Ogni cosa mi riporta a lui, ma siamo stati lontani per due mesi e nessuno dei due ha avuto il coraggio o il bisogno di cercare l'altro e questo un motivo dovrà anche avercelo.

La luce nell'oscuritàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora