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Raccontare del mio nuovo lavoro è stato più facile del previsto ed entrambi l'hanno presa abbastanza bene.

Nicolò è ancora un po' contrario ma non può resistere alla mia faccia da cucciolo.

"Allora, dove cazzo stiamo andando?" chiedo muovendomi nervosamente sul sedile.

È venuto a prendermi da casa senza nessun preavviso e ora siamo tra le strade di Roma, in cerca probabilmente di un parcheggio.

"Sai che ora è?" domando ancora, lui si gira e mi porge il suo cellulare.

"No intendo, è l'ora della siesta, non puoi piombare a casa mia in questo modo"

Si ferma al semaforo rosso e mi tira a sè.

"Siesta o no, ora sei qui e ti assicuro che ti divertirai" sorride e credetemi è l'immagine più bella che io abbia mai visto.

"Dai, dimmi dove mi stai portando?"

"Non manca tanto, puoi contenere la tua curiosità per altri dieci minuti?"

Non credo di riuscirci ma comunque sorrido e annuisco.

Non capisco proprio perché non voglia dirmelo, in fondo dobbiamo arrivarci lo stesso.

Si ferma davanti ad un cancello e mi fa segno di rimanere dentro la macchina. Esce e con una sua chiave lo apre.

"Non la riconosci?" chiede parcheggiando.

"No, dove siamo?"

"Anche questa volta dovrai mettere il costume della mamma" sorride poi maliziosamente.

La villa dove abbiamo passato la pasquetta.

"Stronzo, perché non me lo hai detto?"

"Non volevo rovinare la sorpresa, lo avresti capito subito. E poi questa volta siamo solo io e te, potresti fare il bagno anche senza il costume" propone avvicinandosi non distogliendo lo sguardo dalle mie labbra.

"Ma che sei scemo?" urlo spintonandolo

"Dai non fare la timida, lo so che non sei più santarellina di prima" sorride ancora più vicino

Mi allontano offesa, perché diciamocelo quello che ha detto non è affatto carino.

Cammino fino alla porta secondaria che da direttamente alla piscina, seguita da lui, che la apre e mi invita ad entrare.

"Hei, ti sei offesa?" chiede prendendomi per un polso.

"Lo so che stavi scherzando ma essermi spinta più in là di un semplice bacio con te non vuol dire che io sia una ragazza nuova, diversa. Sono sempre la solita Sofia, non mi piace che tu la pensi così"

Ho ragione o no? Ditemi.

"Scusami, non volevo insinuare nulla di tutto questo" dice abbassando lo sguardo, qualcosa di molto strano, visto che non lo fa quasi mai e questa volta tocca a me risollevargli il capo.

"Ora abbassi anche la testa? Stai diventando proprio un pappa molle" rido e lui mi abbraccia, gesto inaspettato ma così dolce.

"Pace fatta?" domanda stringendomi più forte.

"Non abbiamo mai litigato"

Sono felice che riusciamo a parlare senza doverci urlare contro.

"Vuoi fare questo maledetto bagno?" chiede poi

Annuisco e mi levo la maglia.

La luce nell'oscuritàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora